Un piano in Francia per costruire 100 pescherecci con motore e vele

Un piano in Francia per costruire 100 pescherecci con motore e vele Un piano in Francia per costruire 100 pescherecci con motore e vele I pescatori della Bretagna hanno fatto un calcolo: in 14 mila pescano ogni anno da 200 a 250 mila tonnellate di pesce consumando 260 mila tonnellate di gasolio più di un litro per un chilo di pesce. Cosi rischiano di essere strozzati dai rincari del carburante. Perciò, attraverso il «Comitato di studio per gli interessi della Bretagna». che raggruppa tutti i responsabili dell'economia della regione hanno dato incarico a un tecnico. Francis Pahum ex capitano di lungo corso, direttore del porto di pesca di Lorient (il secondo della Francia) di studiare un piano di rilancio della pesca a vela. II progetto è stato fatto il Ministero della Marina Mercantile lo sta esaminando, i vecchi pescatori tornano a sognare. Il piano prevede la costruzione di un centinatio di battelli lunghi 18 metri e mezzo, in poliestere, con 160 metri quadrati di vela, velocità 8 nodi con mare forza 4. Ogni battello consumerebbe 1000 litri di gasolio la settimana per il suo motore ausiliario, cèntro 6000 di un battello tradizionale: questo significherebbe un'economia di 200 mila litri di carburante in 6 settimane di lavoro; i cento battelli a vela, dice Pahum. ci farebbero risparmiare in un anno 20 milioni di franchi. Fuga nell'utopia sogni di visionari? A parte che la pro¬ spettiva di un futuro di penuria energetica consiglia di non mettere limiti all'immaginazione c'è da dire che i bretoni sono considerati gente molto pratica. La scorsa estate si sono riuniti a Londra un centinaio di esperti marittimi di tutto il mondo per discutere la possibilità di far rinascere la marina mercantile a vela. Hanno discusso i prò e i contro, senza nascondersi la serietà di questi ultimi. Alla fine hanno concluso che per rischiare la costruzione di navi a vela bisogna esser certi che esse consentano, per compensare gli evidenti svantaggi in termini di tempi del trasporto, un costo inferiore del 16-20 per cento rispetto a quelli delle navi a motore. E questo, hanno spiegato comincia ad essere possibile con velieri da 15 mila tonnellate in su. Più cresce il costo del petrolio più si abbassa il limite di convenienza. Gli esperti sostengono le loro tesi con solidi dati tecnici. Non si tratta, spiegano, di resuscitare tale quale la marineria dell'Ottocento di ricostruire i clippers a vele quadre (che tuttavia raggiungevano velocità di 15 nodi quando il vento li spingeva di poppa), né di copiare l'ultima nave a vela americana, il Thomas Lawson costruita all'inìzio del secolo, che pure per i suoi tempi era un prodigio di tecnica perché portava un ca¬ rico di. 8000 tonnellate alla velocità di 7 nodi e mezzo e benché avesse 17 vele richiedeva solo 12 uomini di equipaggio. La tecnica della vela, dicono gli esperti, ha fatto, proprio in questi ultimi 50 anni di trionfo incontrastato del motore, progressi entusiasmanti; merito soprattutto della navigazione da diporto, odiata dal fisco e dalle Capitanerie di porto: merito di quei matti che si mettono per gli Oceani nelle varie «Transat», «Route du Rhum». giri del mondo in solitario o in compagnia seguendo i venti dominanti o andando loro contro: i leggendari Cichester e Slocum. i De Kersuason. i Malinovsky i Birch i Carozzo i Malingri, i Falk. i Fogar. n «Paul Ricard», trimarano fatascientifico di Eric Tabarly è stato costruito con l'aiuto degli ingegneri aeronautici della Dassault; Alain Colas recentemente scomparso nell'Atlantico con il suo «Manureva», nella regata transatlantica del '76 governò da solo il suo gigantesco «club Mediterranée», un quattro alberi di 72 metri, grazie a un sofisticato sistema di comandi elettronici. La tecnologia dicono i nuovi profeti della vela, ci aiuterà a dominare il vento il tempo, le tempeste. Lloyd Bergson americano, un'autorità in materia non ha dubbi: dal 50 al 75 per cento dei trasporti oceanici sarà fatto a vela. Vittorio Ravizza

Luoghi citati: Francia, Londra