Pietro Mennea è il campionissimo dell'anno
Pietro Mennea è il campionissimo dell'anno Maggioranza di voti nel ricordo del favoloso record sui 200 metri a Città del Messico Pietro Mennea è il campionissimo dell'anno Premiati l'atleta e l'uomo Dopo Sara Simeoni, Pieretto Mennea. Ancora ad un campione dell'atletica leggera le larghe preferenze dei cinquanta «saggi» dello sport cui chiediamo ogni dicembre un nome ed una motivazione per il miglior italiano dell'anno fra stadi e piscine, fra palestre, ring e strade. Dodici mesi or sono Sara Simeoni vinse alla grande, dall'alto — è il caso di dirlo — del suo record del mondo a 2,01 e del suo trionfo ai campionati europei di Praga. La capitale cecoslovacca era stata nel '78 davvero la «città magica» per lo sport italiano. Successo e record (eguagliato) per la veronese, medaglie d'oro per Mennea (100 e 200 metri), oro ed argento per Venanzio Ortis sui 5 e 10 chilometri. Quest'anno Mennea è andato a cercare gloria, e l'ha trovata, ai duemila metri di Città del Messico: primato mondiale dei 200 metri (19"72), record europeo sui 100 (10"01) ai primi di settembre nel corso delle Universiadi, con il corollario del limite europeo della staffetta 4 x 100 (38"42. con Lazzer, Caravan! e Grazioli). Il riconoscimento a Mennea non è solo legato ai crudi, pur se esaltanti, responsi del cronometraggio elettronico. Mennea, 11 grande scontroso dello sport italiano, ha trovato nelle ultime stagioni un maggior equilibrio, anche se il carattere è sempre foriero di improvvise ed imprevedibili burrasche. Per 10 meno appare placato e soddisfatto il Mennea atleta; il Mennea uomo aspetta ancora 11 miglior equilibrio, che sta raggiungendo proprio attraverso lo sport. Il punto fermo alla carriera agonistica, Pieretto Mennea lo aspetta dalle Olimpiadi, a cavallo fra luglio ed agosto dell'anno che arriva. Ai Giochi di Mosca, lo sprinter azzur¬ ro chiede la medaglia d'oro dei 200 metri, il suo cavallo di battaglia. In meno di venti secondi, nella finale che non si può non riconoscergli sin d'ora, dovrà bruciare mesi di attesa e di preparazione durissima. La solitudine a volte angosciosa dell'allenamento dovrà fruttare fra gli 80 mila dello stadio Lenin, davanti ai milioni di telespettatori della Mondovisione. Il riconoscimento a Mennea, come quello che toccò a Sara Simeoni, è anche questo: un premio alla capacità di concentrarsi per settimane su una data lontana, su un momento nel quale l'atleta sa che dovrà dare il massimo di se stesso. Gli sport individuali — atletica come il nuoto, come la boxe, come altri — sono impietosi, terribili. Se «perdi» l'occasione olimpica devi aspettare altri quattro anni. Non c'è un campionato che a distanza di una settimana ti offre la possibilità di rivincita. Polemiche sulla sede dei suoi records (Città del Messico, la rarefazione dell'aria in altitudine che aiuta negli sforzi brevi) e sui soldi che guadagna, accompagnano gli exploits di Mennea. Il destino di tutti i super campioni dello sport, un misto di invidia e di curiosità legittima. Ma anche Tommie Smith, nel '68, realizzò il precedente mondiale dei 200 al Messico, i soldi sono ormai una componente della «carica» dell'atleta. Mennea in questo è uguale agli altri, che però batte allo sprint. Buon 1980, Pieretto. Pronti a dedicarti un'altra pagina fra un anno, con la speranza (un augurio per lo sport italiano) che tu trovi valida concorrenza nel prossimo referendum dei «saggi». Bruno Perucca
Luoghi citati: Città Del Messico, Messico, Mosca, Praga
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