Genova riporta la vita nel suo centro storico

 Genova riporta la vita nel suo centro storico Approvato dopo 35 anni il «piano quadro» Genova riporta la vita nel suo centro storico GENOVA — Il centro storico di Genova, lasciato in abbandono con le ferito aperte dai bombardamenti trentacinque anni fa. sembra prossimo al risveglio. Sono stati appaltati i lavori per 1 primi due lotti del progetto di insediamento delle facoltà umanistiche: l'amministrazione comunale ha approvato il • piano quadro- che indica a grandi linee il destino dei quartieri antichi: vengono chiamati architetti di gran nome, come De Carlo. Belgioioso. Piano, per progettare a tamburo battente il ricupero residenziale di quest'isola nella città-, che si stava spopolando u 51.80i> abitanti del 1951 sono oggi meno di 30 milai in attesa di qualche intervento radicale e distruttivo. Valga l'esempio tragico del rione di via Madre d: Dio. parte integrante del centro storico, raso al suolo e oggi dominato da torri e palazzi per uffici. Vasto 105 ettari (senza tener conto deila zona di Prèi lì centro storico genovese ha origlile preromana Consolidato attorno al .castrimi* sul colle di Sarzano. nel periodo della grande espansione commerciale e urbana iniziata nel 1100. ampliato e stipato di edifici attraverso i secoli fino a diventare nell'Ottocento un serbatoio di case «popolari» alzate di molli piani a scopo speculativo, questo straordinario insieme di quartieri medievali, con stratificazioni rinascimentali e barocche, era scaduto al rango di sottocittà. Nei suoi vicoli le case divenute altissime alla ricerca del massimo sfruttamento lanche otto piani su strade larghe due irietrii rendono bui e umidi ì piani bassi La degradazione e accentuata dalle macerie di chiese e conventi semidistrutti dalle bombe Proprio nelle aree più colpite dalla guerra cominciano 1 lavori per gli edifici universitari che dovranno accogliere 6-7 mila studenti delle facoltà umanistiche II progetto, approvato nel 1972. e degli architetti Ignazio Gardella e Silvano Larini. Interessa la parte più alta e più antica del centro storico, da piazza Sarzano (100 metri da piazza De Ferrarli all'ex convento di San Silvestro, che tu castello e palazzo vescovile, a S Donato, al palazzo Embnaci. con la torre e del XII secolo, che un tempo dominava la città. U .piano Gardella' prevede ili parte la ricomposizione di antichi edifici semidistrutti lil caso del convento di S. Silvestro, affidato all'architetto Grossi Bianchii e in più larga misura edifici interamente nuovi. L'ho, coperto ria terrazze e scalinate di uso pubblico, occuperebbe l'intera area spianata dalle bombe tra piazza Erbe e S Donato, vasta alcuni ettari Scatta, a questo punto, il meccanismo delle riserve e dei ripensamenti: si può accettare che il cuore de! centro storico sia rimodellato per secoli da uno o da alcuni architetti, pur di chiara fama, senza preventive e estese verifiche con gli abitanti, senza il contromo con soluzioni alternative0 E ammissibile la concentrazione di tanto potere nelle man: di pochi, su vecchia deiega di amministrazioni comunali che avevano per li centro storico politiche a dir poco superate? Non si tratta semplicemente di qualità delle architetture, di linguaggio, di ■ dialettica tra il nuovo e l'antico-. di idee plastiche . di giudizi specialistici sull'uso di tetti in ardesia o su edifici modulari con finestre a schiera. Qui sono in gioco l'uso delia citta e l'intero ambiente urbano, con gli uomini che vivono nel centro storico, con le loro esigenze e i loro diritti. La gente del quartiere si domanda, per lare un esempio, come mai siano approvate enormi cubature sulle rovine di S. Silvestro e sulle aree adiacenti mentre il piano prevede, poco più in allo. 1 abbattimento di una casa di abitazione (costruita 16 anni la e in ottimo statoi per aprire un giardino. Le perplessità aumentano quando si apprende che l'intero piano Universitario richiede l'espulsione di un migliaio di abitanti. Tra l'altro dovrebbero essere .ristrutturati- per usi universitari il complesso di Nostra Signora delle Grazie in cui vivono famiglie di pensionati e portuali, l'ex educandato delle Grazie in salita Mascherona (80 famiglie), persino una parte del palazzo Embriaci. il cui volume verrebbe ridotto. L'amministrazione comunale si e impegnala a sistemare gli sfrattati iti altre zone del centro storico. Ma l'intero piano ha il sapore di altri tempi: dovrebbe essere riesaminato e corretto in armonia con 1 nuovi indirizzi del comune, che giustamente mette al primo posto il ricupero residenziale del centro storico, con tutela degli strati sociali più deboli. La volontà di battere strade nuove e confermata dall'aver scelto, per ì progetti di ricupero, un architetto -anomalo» come Renzo Piano. Genovese di origine, residente a Parigi, notissimo per aver ideato e realizzato il Beaubourg». Piano ha tratto dalle sue esperienze più avanzate la convinzione che sia possibile ricuperare i quartieri antichi Per le abitasiom. e in generale per gli edifici di vecchia data, non si è inai compiuto uno sforzo di ricerca scientifica né di innovazione tecnologica. Eppure si tratta soltanto di trasferire all'edilizia antica sistemi già collaudati. Oggi è possibile diagnosticare i inali di un edificio con rapidità e certessa. è possibile consolidare e deumidificare. Tutto è utiliszabile. anche le cantine dei vicoli più bui. Se diamo aria e luce a certi grattacieli artificialmente ciechi, a laboratori e teatri sotterranei, possiamo fare altrettanto nelle case antiche. Mario Fazio

Persone citate: De Carlo, Ignazio Gardella, Mario Fazio, Renzo Piano, Sarzano, Silvano Larini

Luoghi citati: Genova, Parigi