Meno convincenti le azzurre vittoriose (67-62) sulla Francia

Meno convincenti le azzurre vittoriose (67-62) sulla Francia Meno convincenti le azzurre vittoriose (67-62) sulla Francia Molti esperimenti di Arrigoni - Ottima Guzzonato, Bitu un prV spaesata TORINO — Sarebbe stato bello uscire dalla palestra di via Guala, ieri sera, con lo stesso sorriso con cui s'era lasciato l'Eib di Brescia ventiquattr'ore prima. La Nazionale femminile, alle prese con una Francia non irresistibile ma sensibilmente più robusta che non la Bulgaria affrontata dai maschi, non ha però regalato a nessuno le stesse positive impressioni offerte da Solfrini e soci. Ha vinto (67-62) ma senza troppo convincere, come si suol dire. Bruno Arrigoni non s'è fatto condizionare da poetici turbamenti per l'esordio in azzurro, è stato avaro, non ha concesso nulla a chi assisteva alla partita, badando esclusivamente a compiere i suoi esperimenti, troppo poco lineari per essere facilmente comprensibili. Le azzurre cosi si sono quasi sempre trovate in campo con la difesa sbagliata (quella individuale, preferita da sempre dalle attaccanti francesi), con quintetti un po' contorti, poco equilibrati, con giocatrici fuori ruolo. Sono andate sotto (15-20 all'8'). poi hanno vinto la partita in pochi minuti, passando a zona 2-3. con un quintetto finalmente organico: un playmaker (Serradimigni). una guardia tiratrice (Guzzonato). un'ala (Palombarini). un pivot mobile (Sandon). una lunghissima (Monti). Queste cinque hanno dato 11-0 alle francesi fra il 16' e la fine del primo tempo (36-26). Poi. nella ripresa. Arrigoni è tornato alla difesa a uomo e ai quintetti sperimentali un po' pasticciati, permettendo alla guizzante Malfois e alla tiratrice Joly di riportare la Francia a 51-52 al 10'. senza riuscire però ad effettuare il sorpasso grazie ai canestri vincenti di Sandon (6 soli centri su 16, ma tutti importanti) e Guzzonato (5 su 9, rapida, incisiva, probabilmente la migliore azzurra). Se tutto il polverone sollevato dalla panchina era una coniugazione del verbo sperimentare. Arrigoni ha certamente tratto qualche prima conclusione sulle singole, in attesa di verificarla a Treviso fra una settimana. Per esempio si sarà reso conto (come, prima di lui, altri suoi colleghi) che schierare Bianca Rossi playmaker significa giocare senza un playmaker e anche senza Bianca Rossi (1 su 5). Per esempio avrà arguito che Diana Bitu a livello internazionale non può. come si temeva, difendere a uomo e tenere il ritmo di una partita appena tirata: l'ex romena (4 su 7 e qualche furbo rimbalzo) era comprensibilmente spaesata da questo strano debutto a 36 anni, ma pare difficile che in questo tipo di basket possa essere più che una pedina tattica per particolari occasioni. Per il resto, s'è visto un ottimo primo tempo di Palombarini. qualche sprazzo di classe e di forza di Draghetti (che però potrebbe decidersi a buttar giù qualche chilo), una Ceschia e perfino una Bongini volonterose, una Vergnano appena discreta (s'è dannata a inseguire la Malfois). Tuzzi è rimasta sempre seduta, Monti quasi: ed è un peccato, perché già contro la Francia s'è ben visto come sia necessario che accanto alla Sandon giochi sempre una «uno e novanta». _ „„„ g. men. Italia-Francia 67-62 (36-26) — Italia: Vergnano 2. Draghetti 10. Sandon 13. Rossi 2. Bitu 8. Serradimigni 8. Ceschia 6. Palombarini 5, Bongini. Monti. Guzzonato 13. Tuzzi. Francia: Malfois 16. Sarabia 2. Joly 22, Bosero 7. Riffiod 6. Doumergue 9, Desert. Simonetti, Galard. Isnard, Amiaud. Labille./Irbirri: Mamie (Francia) e Marchis (Italia).