I Compagni replicano a Fiora Ardizzone «Vogliamo difenderci»

I Compagni replicano a Fiora Ardizzone «Vogliamo difenderci» I Compagni replicano a Fiora Ardizzone «Vogliamo difenderci» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE NAPOLI — Maria Fiora Pirri Ardizzone ha perso la leadership del gruppo «Primi fuochi di guerriglia». Non si è imposta e il processo per il terrorismo nel Meridione ò andato avanti ieri dinnanzi ad una gabbia vuota. 115 imputati sono rimasti in camera di sicurezza a discutere. Netta la divisione tra chi avrebbe voluto presenziare all'udienza e quanti hanno preferito non comparire. Si è atteso sino all'ultimo. Al presidente che si informava, il comandante del «nucleo traduzioni» ha risposto: «Preferiscono per ora non entrare in aula, poi si vedrà». Si è cosi saputo che la moglie separata di Franco Piperno e il terzetto di Licola avrebbero voluto' presentarsi mentre ad opporsi sono stati gli altri 11: si vogliono difendere, non accettano la linea intransigente di Maria Fiora Pirri Ardizzone, decisa a inceppare il dibattimento. Una udienza veloce, con la sfilata rapida di dieci testimoni. Poche battute. Hanno ri- cordato l'assalto alla oreficeria del Rettifilo di Napoli e la cattura di Antimo De Santis 25 anni, di Ugo Melchionda. 24 anni e di Nicolina Maria De Maio. 23 anni. La ragazza, indicata come la baby sitter. all'ultima udienza aveva dichiarato: «Non sono una guerrigliera, ho accettato il colpo alla gioielleria soltanto perché con 130 mila lire al mese non riuscivo a mantenere né me né il mio bambino». Da Diana Amato, moglie del gioielliere ferito nell'assalto, s'è saputo che svuotata la cassaforte Nicolina Maria De Maio, prima di fuggire, si attardò nel negozio per strapparle anche il borsellino. L'agente che bloccò la baby sitter e Antimo De Santis mentre si allontanavano dall'oreficeria è stato preciso: «Posso dire con certezza — ha ricordato — che il giovane era armato: una pistola a tamburo cai. 38. Sono certo però che non fu lui a sparare. Quando lo bloccai prima mi minacciò con l'arma poi buttò la rivoltella. Controllai iproiettili nel tamburo: erano intatti». Si è cosi avuta conferma che a ferire l'orefice fu il terzo rapinatore. L'accusa lo identifica in Ugo Melchionda. del gruppo degli intransigenti che ieri avrebbe voluto essere in aula assieme a Maria Fiora Pirri Ardizzone a Lanfranco Carniniti e ad Antimo De Santis. «Sono molto contrastati — ha detto un sottufficiale di scorta —difficilmente arriveranno a trovare un accordo per entrare in assise». I testimoni hanno continuato a comparire nel pretorio. Hanno illustrato storie minime: piccoli furti, uno scippo Più interessante la deposizione del rappresentante legale della Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania. E' stato ascoltato sull'assalto di «Primi fuochi di guerriglia» al calcolatore elettronico dell'istituto di credito. Francesco Florio si è limitato a esporre brevemente alla corte i danni: 17 milioni e mezzo all'edificio e il blocco di 60 ore per l'elaboratore. La parte civile parlerà il 3 gennaio. L'udienza del 4 è riservata al pubblico ministero. f.s.

Luoghi citati: Calabria, Licola, Lucania, Napoli