«Nei suoi scaffali un palchetto...»

«Nei suoi scaffali un palchetto...» «Nei suoi scaffali un palchetto...» Omaggio di Scienze Politiche al professore Passerin d'Entrèves Parlando della ricca biblioteca dell'erudito Don Ferrante e del posto d'onore che vi occupavano, tra gli altri autori, il Machiavelli (-manuolo. si, ma profondo-) e Giovanni Boterò (-galantuomo, si, ma acuto-) il Manzoni dice nei Promessi Sposi: -C'era tra i suoi scaffali un palchetto assegnato agli statisti La frase del romanzo: -Un palchetto assegnato agli statisti...- promette di diventare bagaglio linguistico comune, come è avvenuto per molti altri brani manzoniani. Da quando cioè un illustre docente della Facoltà di Scienze Politiche di Torino (ora a riposo). Alessandro Passerin d'Entrèves, già professore di filosofia politica ad Oxford, già preside della nostra Facoltà, l'ha assunto quale titolo del suo ultimo libro. Inserito in una collana curata dallo stesso Istituto di Scienze politiche, il libro consiste di una raccolta di scritti di varia politica e di articoli già pubblicati su La Stampa a cui l'autore ha sovente collaborato. Nel presentarlo ieri ai docenti e a numerosi studenti, il prof. Filippo Barbano, docente di Sociologia nella stessa Facoltà, ha definito la pubblicazione della raccolta -un omaggio che Facoltà ed Istituti offrono all'autore, in occasione del decimo anni¬ versario dell'Istituzione di cui egli fu primo Preside-. E' quindi toccato a Norberto Bobbio, primo successore di Passerin in quella veste, illustrare la figura del professore -emerito- in oltre quaiant'anni di cultura accademica, come docente, e di cultura militante, come scrittore. Dopo aver ricordato il sodalizio di Passerin d'Entrèves con Piero Gobetti, di cui lo studioso tratteggiò un indimenticabile ritratto in una delle sue prime opere. Bobbio ha sottolineato la -modernità- di pensiero dell'autore: .// rapporto tra le filosofie di Marx ed Hegel, ora assai dibattuto, trova in lui, già quarant'anni fa, uno dei più attenti studiosi-. Assai attuale nel pensiero di Passerin è anche il rapporto tra comando ed obbedienza, meglio definito dal pensiero inglese come -obbligo politico- e che si semplifica nel quesito: • Quale fondamento ita l'obbedire a chi comanda?-. A chi, cioè, detiene il potere? Nella -forza- del potere stesso o nella sua .autorità.? -Si può obbedire — dice Passerin — in modo consenziente, formale, passivo o con una adesione occulta-. Ma si disobbedisce anche .con /'obiezione di coscienza, con la'disobbedienza civile, la resistenza passiva e quella attiva-. m. boc.

Luoghi citati: Oxford, Torino