«Eversione, nemico comune ma tutti devono saperlo»

«Eversione, nemico comune ma tutti devono saperlo» Assemblee in fabbrica e in una sezione del pei «Eversione, nemico comune ma tutti devono saperlo» Animato dibattito fra operai a Mirafiori - «Siamo isolati, perché gli intellettuali non erano con noi in piazza?» - Intervento di Napolitano • Contro il terrorismo, contro la violenza, vogliamo un'Italia più democratica e civile-. Nell'enfasi di questo slogan sindacale possono compendiarsi le assemblee avvenute ieri, al mattino ed al pomeriggio in fabbrica (Meccanica - Mirafiori) e nella sezione operaia del pei di via Passo Buole 173. Al primo appuntamento (convocato per discutere la riforma di polizia e le strategie di lotta per battere l'eversione) è accaduto un .incidente» condannato dalla Firn: 1 sorveglianti ai cancelli dello stabilimento hanno impedito l'ingresso a dirigenti e segretari provinciali Cgilcisl-Uil. perché — sostiene la Fìat — non si erano qualificati come tali. Nel secondo turno — aggiunge l'azienda — -gli stessi sindacalisti, fattisi riconoscere, sono entrati sema problemi-. L'epi sodio ha avuto echi anche du rame l'incontro dei comunisti di Mirafiori. presente Giorgio Napolitano, della direzione nazio naie del pei. In questa sede, nel seminterrato della sezione. Napolitano seduto dì fronte ai ritratti di Ho-Ci-Min e Lenin, ha ascoltato tutti. Discorsi amari, talvolta autocritici. Uno spaccato di fabbrica proiettato nel partito. Il clima che si respirava tra quelle 60 o 70 persone stipate nella piccola stanza, non era scoraggiato. Anzi c'era fermezza nella denuncia: «La classe operaia in questa lotta è isolata. Quando siamo andati in piazza S. Carlo per la manifestazione, contro l'attacco alla scuola di via Ventimiglia, ci siamo ritrovati fra operai. Dov'erano gli studenti?Gli intellettuali? Forse a valutare quanto sia garantista questo nostro Stato?-. Un'analisi chiara: •Oggi lo sciopero serve ancora? E' uno strumento di lotta importante. Ma la gente è stanca. L'operaio guarda i capi. Se non si fermano loro, non aderisce all'agitazione. Bisogna far capire che non sono i capi che devono decidere l'atteggiamento da tenere-. Sulle strategie da adottare: Nelle fabbriche ' questionari contro l'eversione sono pronti, sono stati distribuiti. Perché non passano? E' necessario che tutti sappiano che stiamo lottando contro un "nemico di classe", contro chi ci vuol far tornare indietro. Quindi non siamo "spie " se denunciamo i fiancheggiatori. Se con una telefonata, evitiamo, come è già accaduto, che un nostro compagno sia "gambizzato", o peggio assassinato-. Lo stato di malessere del comunista in officina è emerso quando un delegato ha lanciato l'appello all'azione collettiva: «Se siamo soli, rischiamo di essere derisi, minacciati. E' inutile che ci diamo tanto da fare se poi dirigenti centrali ci criticano. Amendola con il suo saggio su "Rinascita", ci ha spiazzati. La direzione del partito deve chiarire. Non può farci andare allo scoperto per poi dirci, avete sbagliato-. Ancora: -Non è il pei che vuole il questionario, i compagni hanno semplicemente accolto linvito ad appoggiarlo, a distribuirlo-. •Non facciamo confusioni: la prima indagine è partita dai quartieri, la seconda dai sindacati-. Ancora interventi, sul -salto di qualità- nella strategia dei terroristi che sono giunti alla -guerriglia urbana-, che -riescono a colpire dove vogliono-, senza che lo Stato -sappia reagire-. Poi ha parlato Napolitano: ha dato ragione a quanti avevano invocato maggior unità fra classe operaia, impiegati, capi, studenti ed intellettuali. «// terrorismo — ha detto — va combattuto con ogni mezzo: con lo sciopero, le assemblee, la mobilitazione, convincendo le nuove generazioni operaie. Ma non dobbiamo meravigliarci se un capo non sciopera. Ha una sua funzione nell'azienda. Bisogna fargli capire che lo sciopero talvolta viene indetto anche per lui, nel suo interesse-. E' necessaria — questo il concetto — un'opera capillare -del comunista- nella fabbrica, senza -scoramenti-, perché -non è vero che lo Stato non reagisce-, -Ai terroristi — ha concluso Napolitano — sono stati inferti duri colpi. E per questo forse rispondono con tanta ferocia. Non dobbiamo crearci complessi quando veniamo definiti "spie", poiché denunciare il nemico è un dovere. Dalla fabbrica, dalle piazze dovremo esercitare "pressioni sul governo perché si attrezzi con nuovi strumenti con nuove leggi a fronteggiare il fanatismo ed il delirio ideologico dei terroristi-, Giuseppe Sangiorgio

Persone citate: Amendola, Giorgio Napolitano, Giuseppe Sangiorgio, Lenin, Napolitano

Luoghi citati: Italia