Inchiesta di Padova criticati i testimoni di Giuliano Marchesini

Inchiesta di Padova criticati i testimoni Parlano i due giovani scarcerati Inchiesta di Padova criticati i testimoni «Mesi di carcere per assurde deduzioni» Conflitto tra l'accusa e i giudici istruttori DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PADOVA — Giovanni Palombarini e Mario Fabiani, i giudici istruttori che hanno emesso l'ordinanza di scarcerazione per mancanza di indizi per altri due degli imputati nell'inchiesta «7 aprile... sono tornati ad altre mansioni: ieri mattina erano impegnati in un'udienza per un incidente stradale. Intanto, attorno alle loro decisioni nell'indagine sull'Autonomia continuava la «battaglia»: il procuratore generale di Venezia impugnava il provvedimento dell'ufficio istruzione padovano, con cui sono usciti di prigione Alisa Del Re e Massimo Tramonte, e poco dopo anche la Procura di Padova inoltrava ricorso alla sezione istruttoria della Corte d'Appello. Mentre persiste il conflitto tra pubblica accusa e giudici istruttori, i difensori degli imputati commentano l'ordinanza di Palombarini e Fabiani attraverso una conferenza stampa cui partecipa Massimo Tramonte: l'incontro si tiene a Lozzo Atestino, nell'abitazione di Tramonte, dato che in base alle disposizioni dell'ufficio istruzione il giovane scarcerato l'altro ieri non può allontanrsi dal Comune in cui ha eletto domicilio. A questa conferenza stampa prendono parte gli awoca- ti Beniamino Del Mercato. Enrico Vandelli e Lamberto Lambertini, del collegio di difesa. «L'aspetto più rilevante — osserva Vandelli — traspare dalla premessa dell'ordinanza, laddove i giudici istruttori dicono che le cosiddette prove si riferiscono ad un periodo che giunge soltanto fino al 1975, al massimo ai primi mesi del 76». E' quello che i due magistrati padovani indicano come limite temporale. «E mancano del tutto — aggiunge l'avvocato — elementi sui collettivi politici-: Il secondo rilievo, commenta Vandelli, è quello che riguarda la diversa esperienza degli accusati in Potere operaio, nettamente in contrasto con la tesi secondo la quale vi sarebbe stato un movimento unitario. «Anche per i quattro che restano in carcere — dice l'avvocato — l'accusa che deriverebbe da una loro militanza in Potere operaio non esiste più. Quindi, questo è un procedimento die si sta costruendo adesso: le prove vanno a cercarle ora. A questo punto, l'elastico si tende all'inverosimile». «Nell'ordinanza — aggiunge Vandelli — c'è la conferma delle nostre verità. E tuttavia Tramonte s'è fatto otto mesi di carcere, in base ad assurde deduzioni. Gli altri rimangono in prigione per aver fatto parte di una associazione, chiamata vagamente Autonomia, sema che a loro carico vi sia una provar,. Massimo Tramonte interviene nel discorso. Dice che nessuno, tra i giornalisti, è andato ad assumere informazioni precise sul suo conto. Poi parla della sua vicenda, della sua detenzione. «Io sono stato in carcere — dice — per l'uso che il pubblico ministero Calogero ha fatto delle testimonianze di Antonio Romito. E c'è stato persino un errore in una verbalizzazione, die hanno dovuto correggere durante un interrogatorio». Qualcuno gli domanda di esprimere un parere sull'atmosfera che grava su Padova. «E' vero — risponde — in questa città c'è un clima di tensione. Padova, comunque, non è come una zona del Far West». Anche da Alisa Del Re. che in serata ha avuto un incon-' tro con i giornalisti, è venuta una dura offensiva contro i testi dell'inchiesta «7 aprile ». Nei commenti degli avvocati difensori sull'ordinanza dei giudici istruttori, piovono critiche su parecchie delle valutazioni espresse da Palombarini e Fabiani. Il discorso è particolarmente duro per quella parte del documento che contiene le contestazioni mosse dai due magistrati alla rivista .Autonomia». C'è infine un rinnovato attacco, da parte dei legali, alle «testimonianze». «Chi — dice Del Mercato — ci difenderà dai testimoni?». Giuliano Marchesini

Luoghi citati: Lozzo Atestino, Padova, Venezia