I banditi sgominati sui monti di Orune hanno nelle grotte alcuni sequestrati? di Franco Giliberto

I banditi sgominati sui monti di Orune hanno nelle grotte alcuni sequestrati? Un'ipotesi angosciosa, dopo l'operazione dei carabinieri I banditi sgominati sui monti di Orune hanno nelle grotte alcuni sequestrati? Dori Ghezzi, Fabrizio De André, Annebelle e Daphne Schild potrebbero essere prigionieri in qualche caverna e abbandonati al loro destino - L'altra eventualità è che i banditi carcerieri, rimasti senza direttive dei loro capi, rimettano in libertà le loro vittime DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE NUORO — Dori Ghezzi. Fabrizio De André. Annebelle e Daphne Schild. prigionieri in una grotta. sull'Altopiano di Orune. legati e imbavagliati, destinati a rimanere 11 senza più nessuno che vada a portar loro nemmeno un po' d'acqua, pane, formaggio. E' un'ipotesi atroce, ma rientra nell'elenco delle possibili conseguenze di una operazione anti-banditismo: quella avvenuta nella notte tra domenica e lunedi, quando tre carabinieri al comando del capitano Enrico Barisone hanno sgominato una banda, riunita in un ovile per un summit criminale, catturando otto malviventi e uccidendone due. ' Il sostituto procuratore di Nuoro, dottor Finocchiaro, che conduce l'indagine successiva alla sparatoria nell'ovile, ammette che le peggiori ipotesi, oggi, sono possibili. Ma a voler essere ottimisti — dice —è anche lecito pensare che gli ostaggi — -ammesso che la banda tenesse prigionieri degli ostaggi» — siano presto rilasciati dai carcerieri rimasti isolati, i quali magari sono sprovveduti servi-pastori, incapaci di pensare a un qualsiasi progetto criminoso alternativo, dopo che i loro capi sono stati presi. E' un momento delicato insomma, denso di incognite. 1 carabinieri sono trattenuti dal compiere battute a largo raggio nel selvaggio territorio a Nord di Nuoro, timorosi di suscitare reazioni incontrollate — isteriche anche se non vendicative — dei possibili carcerieri superstiti. E c'è un ostacolo insormontabile, oltretutto, costituito dalla impcrvietà della zona. Una circostanza coperta dal segreto istruttorio, che riguarda il rapimento di un personaggio sardo, poi rilasciato in cambio di oltre mezzo miliardo, conferma queste difficoltà. Nelle dichiarazioni prese a verbale dal magistrato (è storia di pochi mesi fa) il rapito ha raccontato di essere stato tenuto in una grotta sotterranea, nell'Altipiano di Orune, il cui ingresso era costituito da un'imboccatura circolare di 60 centimetri, che i banditi ostruivano con un macigno. Su quel macigno, durante una battuta dei carabinieri, si è seduto un ufficiale e il rapito — che era sotto, imbavagliato con un carceriere armato accanto — ha sentito distintamente la voce dei carabinieri, che conosceva personalmente: -Fermiamoci qui a fumare una sigaretta», diceva l'ufficiale e pronunciava altre frasi che una volta liberato il prigioniero ha riferito una per una. Riscontrata la veridicità della circostanza, risaliti al giorno della battuta, ricostruito l'itinerario che avevano fatto allora, i carabinieri sono a più riprese tornati in quella zona, senza mai più trovare il macigno della loro precedente sosta né la grotta sotterranea. Molti elementi fanno supporre che Dori Ghezzi. De André e le inglesi siano tenuti qui, in qualche anfratto dell'Altipiano di Orune, triangolo di terra aspra che ha per vertici Monte Medaris a Nord di Nuoro, la Serra di Orotelli a Occidente e le ultime pendi- ci di Monte Albo verso il Golfo di Orosei. Gli emissari dei sequestrati — da quando quest'estate sono avvenuti i rapimenti — spesso sono stati discretamente seguiti dai carabinieri sui pochi itinerari praticabili che attraversano questo territorio: -E'un elemento — dicono gli inquirenti —abbastanza significativo: ci fa ritenere che i quattro rapiti siano tenuti ìiascosti qui, in una delle mille grotte inaccessibili dieci stanno attorno». Rocce di granito, macchie di lentischio e cisto, lecci, olivi selvatici, sughere, spaccature profonde tra le pietre con gole e burroni che incidono il terreno a ogni pie sospinto, greggi di pecore e servi pastori sparsi in questo paesaggio come puntolini non distinguibili dalle rocce, se guardati da lontano: ecco il teatro della sparatoria e della cattura dei banditi avvenute l'altra notte (ieri ne abbiamo dato la cronaca dettagliata). Ma 1 due criminali morti (Francesco Masala. 32 anni, nel '74 aveva ucciso un pastore e si era dato alla macchia: Mario Giovanni Bitti. 34 anni, era stato condannato a ventidue anni per omicidio nel '73 ed era evaso dalla colonia penale di Alghero recentemente) e i loro otto complici arrestati hanno avuto effettivamente un ruolo nei sequestri di persona dell'estate scorsa? «£' molto probabile — dicono gli inquirenti — e stiamo lavorando per venire a capo di questo interrogativo che da lunedi angoscia ulteriormente i familiari dei rapiti». Ci sono poche probabilità che gli otto arrestati parlino? I carabinieri ridono amaro. Raccontano di tre individui, arrestati tempo fa, che pieni di armi hanno continuato a dire di averle trovate in campagna e di essere stati fermati mentre s'incamminavano verso la caserma dei carabinieri, per consegnarle. Versione che hanno tenuto al processo, che mantennero in galera, che ripetono fuori, a pena scontata. E di un altro individuo che, rubate tre mucche fermato dai carabinieri in una radura, si è voltato verso gli animali dicendo: «O bella! Tre mucche alle mie spalle! Non mi ero accorto che mi seguivano». Anche lui è finito in galera senza spostare di una virgola quella giustificazione. -I banditi sardi sono di questa pasta — commentano i carabinieri —. difficilissimo, anche se non impossibile, cavargli di bocca la verità». Franco Giliberto

Luoghi citati: Alghero, Nuoro, Orosei, Orotelli, Orune