Ancona: accese polemiche per la centrale turbogas di Ermete Grifoni

Ancona: accese polemiche per la centrale turbogas Doveva sorgere a San Benedetto del Tronto Ancona: accese polemiche per la centrale turbogas ANCONA — Nuovo capitolo della controversa installazione della seconda centrale turbogas dell'Enel nelle Marche: mentre i sindaci e le popolazioni della Bassa Valle del Tronto sono schierati contro il decreto ministeriale che a fine novembre ha fissato l'ubicazione del nuovo impianto in località Fosso dei Galli, vicino a San Benedetto del Tronto, c'è un sindaco che, insieme con i suoi amministrati, la centrale la vuole nel suo Comune. «Se l'Enel è d'accordo — dice — noi ce la prendiamo a occhi chiusi». _ La proposta, uscita come da una scatola a sorpresa, se ha avuto l'effetto di placare un poco gli animi dei sambenedettesi e dei loro confinanti, ha suscitato perplessità tra coloro che respingendo senza remissione la turbogas, si trovano ora a dover fare i conti con un'inaspettata dichiarazione di disponibilità. Il sindaco si chiama Augusto Giammiro, e il suo paese è Arquata, nell'Alta Valle del Tronto, un pugno dì case in una delle prime impennate della statale Salaria, la consolare che dalla costa adriatica porta verso Roma. «Noi — dice il dott. Giammi-' ro che in quanto medico igienista è anche persona al di sopra di ogni sospetto — abbiamo la sona di Capodacqua che è completamente disabitata, ma è attraversata da una strada a scorrimento veloce in via di ultimazione ed ha elettrodotti a 300 mila kW. Non siamo in grado di dire se l'Enel consideri economicamente conveniente installare la centrale nell'Alta anziché nella Bassa Valle del Tronto, ma tenuto conto anche dei costi ambientali e turìstici che sono alla base della protesta delle popolazioni del Sambenedettese, riteniamo che il conto non vada fatto in termini di pura economicità». La questione della turbogas, che nelle Marche si va dibattendo da anni, aveva avuto una svolta improvvisa alla fine di novembre, quando la scelta del Cipe per la Bassa vallata del Tronto, intervenuta dopo lunghissime discussioni e proteste, era stata sancita nel giro di dieci giorni da un decreto del ministro Andreatta il quale aveva provocato una sollevazione generale a San Benedetto del Tronto, con serrate di negozi ed esercizi pubblici, delegazioni dei vari partiti in andirivieni verso Roma, accuse d'inerzia alla Regione, interrogazioni parlamentari, e uno stato di agitazione generale che aveva portato anche al ritardo di mezz'ora della partita di serie B Sambenedettese-Verona. «Pagheremo la multa alla Lega calcio — avevano detto i dirigenti sportivi sambenedettesi — ma solo così l'Italia si accorgerà di noi». San Benedetto del Tronto sostiene che consentire di mettere la centrale turbogas vicino allo svincolo dell'autostrada e a due chilometri dalla fila di alberghi e pensioni che si snoda lungo il mare fi-j no a Porto d'Ascoli, è un «suicidio turistico». A parte l'inquinamento, che i tecnici assicurano essere inesistente, il rumore, il calore, il riflesso psicologico farebbero già perdere — secondo i sambenedettesi — al turismo centinaia di milioni. Ciò non significa, afferma il Comitato permanente di lotta contro la Turbogas, disinteresse per i problemi energetici delle Marche; significa opporsi a che su un territorio tra i più densamente popolati rispetto agli altri 245 Comuni delle Marche, un altro insediamento di servizio come la turbogas, dopo gli svincoli autostradali l'attraversamento del centro abitato della statale Adriatica n. 16, l'inquinamento del Tronto a causa degli scarichi industriali, incida sulla qualità della vita. «Se il governo insiste — ha detto il sindaco di San Benedetto, Speca — mi dimetterò. Non sarò mai il sindaco della turbogas». A questo punto si affaccia Arquata del Tronto: «Se nessuno la vuole, datela a noi». E il sindaco Giammiro assicura che non è una sparata. Arquata è un comune montano, dove la gente emigra, va a Roma o in Germania a lavorare, e i 300 milioni l'anno pagati dall'Enel fanno comodo, cosi come servono i posti di lavoro assicurati nell'impianto (si dice che saran-, no una trentina), l'aria calda emessa dalla ciminiera è utile alle colture, e il rumore in mezzo ai monti non lo sente nessuno. Ma anche per i volontari della turbogas si profilano difficoltà. I radicali di Ascoli Piceno hanno già fatto sapere che sono «contro la turbogas in ogni luogo» e che non la vedono bene pertanto neppure ad Arquata del Tronto, che è una zona a ridosso del progettato Parco dei Sibillini. Ermete Grifoni

Persone citate: Andreatta, Capodacqua, Galli, Speca