Detenuti rifiutano di rientrare in cella e lottano per alcune ore con gli agenti

Detenuti rifiutano di rientrare in cella e lottano per alcune ore con gli agenti Momenti di grave tensione nel terzo e quarto braccio delle Nuove Detenuti rifiutano di rientrare in cella e lottano per alcune ore con gli agenti Circa 600 reclusi, irritati per la rigida applicazione deU'«aria», hanno bersagliato le guardie con bottiglie - Ridotti alla calma dopo un violento corpo a corpo - Alcuni contusi guardie con bottiglie - Ridotti alla calma dopo un violento corpo a corpo - Alcuni contusi Scarso successo dello sciopero di 4 ore indetto dai, vigili segnalatori Tensione ieri alle Nuove: 600 detenuti del terzo e quarto braccio si sono barricati dietro i cancelli ed hanno tenuto a distanza per alcune ore gli agenti di custodia tirando loro addosso bottiglie, pezzi di legno e quanto capitava a portata di mano. Poi c'è stata l'irruzione massiccia delle guardie e con la forza i detenuti sono stati sospinti in cella. L'occasione della protesta è stata fornita dalla rigida applicazione del regolamento che prevede, dopo l'aria, il rientro dei carcerati ad ore fisse. Fino a qualche giorno fa vigeva una prassi meno rigida: i detenuti godevano di qualche ora in più di aria, la direzione lasciava correre per non inasprire gli animi. Da qualche tempo però le carceri di corso Vittorio sono nuovamente sotto pressione : da un lato agenti con i nervi a fior di pelle, dall'altro reclusi pronti a reagire. E' successo che alcuni custodi sono stati selvaggiamente picchiati (uno. malmenato venerdì, ha rischiato, dicono i colleghi, la vita), la violenza è esplosa, si parla di un agente inseguito da un detenuto armato di coltello, di reazioni incontrollate (pare che quattro o cinque detenuti abbiano riportato lesioni). Da questo clima esce il ripristino delle norme che regolano la giornata del detenuto e la conseguente protesta dei reclusi che a sua volta ha innescato il malumore degli agenti. ★ * Solo un gruppo di vigili urbani ha raccolto ieri l'invito del Consiglio dei delegati di scioperare 4 ore. Cosi quella che avrebbe dovuto essere una massiccia manifestazione contro il Comando del Corpo «colpevole» d'aver inviato lettere di richiamo a due segnalatori, si è ridotta ad un happening sotto i portici del Palazzo Comunale. A metà mattina, infatti, alcuni vigili (tra cui una donna), tra la curiosità dei passanti, hanno steso sul marciapiedi ampi fogli di carta e li hanno riempiti con disegni e la spiegazione scritta della protesta: -Abbiamo fatto il nostro dovere eppure ci voglionopunire». In particolare uno dei manifesti ha riassunto l'episodio: -Due vigili contravvengono un negozio perché non ha i prezzi "chiari e visibili" sulle merci esposte in vetrina. Al posto di un elogio per aver compiuto il loro lavoro, vedono arrivare i carabinie; vedono arrivare i carabinieri e poiché i vigili si rifiutano di "accomodare" con il negoziante riguardo al verbale appena stilato sono accompagnati in centrale per accertamenti, e, come se non bastasse, a distanza di mesi si ricevono 2 lettere di punizione!». Mentre gli scioperanti non hanno esitato ad accusare l'assessore Rolando di privilegiare alcune categorie di cittadini, il Comando del Corpo ha preferito non rilasciare dichiarazioni sull'accaduto. «Non riteniamo corretto intervenire nella polemica, soprattutto perché la nostra posizione è chiara». In Comune invece sembra che qualcosa si muova e nei prossimi giorni è prevista la presentazione dì una denuncia per diffamazione nei confronti dei segnalatori in questione. Al di là della protesta e del mini-sciopero di ieri, c'è da registrare un clima di malessere nell'interno del Corpo. -Nei giorni scorsi — ha detto un vigile —una collega ha cercato di fare irruzione nell'ufficio del Comandante. In passato alcuni di noi sono stati costretti ad aderire ad uno sciopero con la forza». Di questi episodi sembra che siano stati informati con sollecitudine il sindaco e l'assessore. -Ora, con ilpretesto di due lettere di richiamo — ha spiegato un altro vigile — questi individui hanno cercato di imporre ancora la loro volontà. Hanno solo dimenticato un particolare: la maggioranza di noi preferisce lavorare seriamente». . i- i : 4l>^^BHHBJ^^^^Kll^^^nSSiiàiÌì^EiKSL>iHBHf I