I 2500 operai della Fit sono senza tredicesima

I 2500 operai della Fit sono senza tredicesima Tensione a Sestri Levante I 2500 operai della Fit sono senza tredicesima L'azienda sinistrata dall'alluvione è in difficoltà - Probabile uno sciopero generale SESTRl LEVANTE — La direzione nazionale della socìetà Ferrotubi, che controlla lo stabilimento Fit (fabbrica italiana tubi) di Sestri Levante, lo stabilimento gravemente danneggiato dall'alluvione dello scorso settembre ha annunciato che non è in grado di pagare le tredicesime ai di-, pendenti e forse neppure gli stipendi di dicembre. La Fit appartiene ad un gruppo che ha circa 3500 dipendenti. 2500 dei quali lavorano nel solo stabilimento di Sestri Levante. In pratica, tra la sua attività diretta e quella indotta, è la struttura economica traente di tutto il bacino del Tigullio. Per questo, quasi certamente, nella giornata di giovedì 20 dicembre, il lavoro nel Tigullio si fermerà. La Fit attraversa un momento molto difficile: la mattina' del 21 settembre Sestri Levante e i centri vicini vennero colpiti da una disastrosa alluvione. Le acque invasero i fondi e il pianterreno della Fit danneggiando macchinari e caldaie. L'azienda è cosi rimasta ferma per circa due mesi e solo da poche settimane ha ripreso a lavorare a pieno ritmo. Ma nel frattempo non ha potuto incassare la somma necessaria per far fronte agli impegni con le maestranze. L'azienda dispone d'un buon numero di commesse. La stessa direzione ammette che il mercato dei tubi è ottimo. Al tempo stesso precisa che l'equilibrio della società era talmente precario, che i due mesi di inattività conseguenza dell'alluvione, sono stati sufficienti a mettere in ginocchio l'intero apparato produttivo. Ieri mattina s'è svolta in fabbrica a Sestri Levante una breve assemblea informativa sulla situazione generale, cui seguirà, oggi, una seconda assemblea di quadri sindacali, anche a livello provinciale., per mettere a punto il calendario delle manifestazioni di protesta. Qualcuno ha fatto capire, sia pure ufficiosamente, che la direzione della Fit, considerato il ritardo con cui si muove l'iter degli aiuti agli operatori economici danneggiati dall'alluvione, abbia voluto forzare la mano con una decisione destinata a sollevare polemiche. «Questo discorso non ci interessa — replicano i dirigenti della segreteria della Firn e gli esponenti del Consiglio di fabbrica — non vogliamo addentrarci nelle questioni strumentali o addirittura tattiche. L'azienda ha chiesto, lo sappiamo, circa 10 miliardi a fondo perduto allo Stato per i danni e poi un credito di altri 10 miliardi a condizioni agevolate. Non chiediamo neppure demagogicamente, il pagamento di quello che ci spetta. Vogliamo dall'azienda stessa e dagli enti pubblici, una concreta garanzia di continuità di lavoro per l'avvenire». , p.l.

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