Calci e pugni tra carabinieri e imputati al processo contro 15 presunti terroristi di Francesco Santini

Calci e pugni tra carabinieri e imputati al processo contro 15 presunti terroristi Napoli: dopo il divieto del presidente della Corte di leggere un documento Calci e pugni tra carabinieri e imputati al processo contro 15 presunti terroristi Il gruppo di «Primi fuochi di guerriglia» ha rifiutato di lasciare l'aula, continuando a leggere la «Risoluzione n. 2» - Sono intervenuti i militari (uno è rimasto ferito) ed è nata una mischia - Udienza sospesa e rinviata a oggi DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE NAPOLI — «Primi fuochi di guerriglia» in Corte d'assise: terza udienza di un processo ingovernabile. Il dibattimento sul terrorismo nel Meridione s'è sgretolato, ieri, in un incidente carico di tensione e di scontri. C'è, nella gabbia in legno, Lanfranco Caminiti. 30 anni. Vuol leggere la 'Proposizione numero 2», dedicata al tema: «Sud, territorio di guerra». Il presidente ne ordina l'espulsione. Maria Fiora Pirri Ardizzone è la prima a gridare: «Lasciatelo, lasciatelo». I tre militari che tentano di rimettere i ferri a Lanfranco Caminiti sono circondati da quattordici imputati. Volano i primi calci. Magrissimo, occhi lampeggianti sotto le lenti, Caminiti continua nella lettura: «Afoi, per primi, aborriamo il meridionalismo straccione: qui non si tratta — continua mentre i carabinieri tentano di afferrarlo — nemmeno più di ribadire il significato nazionale della battaglia meridionalistica». Di più non può dire: dentro la gabbia ci sono quindici militari. Altri arrivano di rinforzo. Scavalcano la balaustra in legno e agguantano Lanfranco Caminiti che lancia il documento oltre le sbarre. Grida, imprecazioni dalle transenne del pubblico. La Corte si ritira. Al capitano Amato rimane il compito di guidare gli uomini in divisa e costringere gl'imputati a riaccettare i ferri. Nello spazio strettissimo salgono le urla. Percosse e ginocchiate. A protestare si uniscono, in coro, gli avvocati. Le lampade delle televisioni accecano lo scenario. Il vecchio convento di San Domenico diventa assordante teatro di una udienza senza storia processuale. I corpo a corpo si susseguono. Sul legno del banco il frastuono rimbomba. C'è, stretto contro le sbarre. Melchionda. Maria Fiora Pirri Ardizzone è tra gli ultimi a ldtcc lasciare la gabbia. Grida, si divincola e si dispera. Camini-, ti è portato fuori di peso. Anche Andrea Leoni, architetto, che ieri, per la prima volta aveva accettato di essere presente, stavolta è coinvolto: •Basta, basta», impone al militare che lo trascina per i capelli. Un altro imputato è in ginocchio. Un carabiniere ha una ferita ad una mano, l'hanno colpito con un calcio. Risponde con una ginocchiata. Percuote con il pugno sinistro la schiena di Antimo De Santis. Dalla platea dei familiari c'è un urlo quando il militare perde il berretto: 'Basta, basta», ripetono oltre le transenne. I fotografi scattano a ripetizione. I carabinieri in borghese si moltiplicano nell'aula. Torna il silenzio, ma il rumore delle catene non si placa oltre la piccola porta in legno che divide l'aula dalle camere di sicurezza. Nell'atmosfera tesa riappare, seguito dalla Corte, il presidente Cammuso. I giudici popolari, sotto gli occhiali neri, mostrano emozione. La signora più robusta che siede al terzo posto, sulla sinistra, è impallidita. Con tono deciso si detta il verbale. « Rientrata la Corte — scrive il cancelliere — il presidente viene informato dal comandante della scorta che per eseguire il provvedimento di espulsione del Caminiti, i carabinieri sono stati costretti ad allontanare tutti gli imputati». I minuti di tensione sono riassunti in poche righe. Siamo alla terza udienza e il presidente è riuscito soltanto a fare l'appello. Ieri si era iniziato alle 10,30, con un'ora e mezzo di ritardo quando a Luigi Campiteli! la Corte ha domandato se voleva rispondere all'interrogatorio. Campitelli: 'Intendo rispondere». Caminiti, interrompendo: Quattro compagni vogliono fare una dichiarazione». Presidente: «Parli quando è il suo turno, Campitelli... avanti, venga nel pretorio». Caminiti: 'A nome di De Santis, Pirri e Melchionda, voglio parlare in modo preliminare». Presidente: «Sono io che dirigo il (Sbattimento». Camin.i: «Proposizione numero 2, Sud territorio di guerra. C'è un carattere pregiudiziale sotteso e scoperto di questo processo: sgretolato il tentativo di ripromuovere il contratto individuo-Stato attraverso il diritto, resta l'opera di annientamento rispetto all'antagonismo rivoluzionario del Sud...». Presidente: «Sono io che dirigo, taccia. E lei, Campitelli, si faccia avanti». Campitelli: «Risponderò dopo le dichiarazioni di Caminiti». Caminiti: ^Condannare il Sud, un territorio illegale, conflittuale, irriducibile allo Stato, arginare la riproduzione e l'organizzazione di forme di guerra E' il via allo scontro. E' la fine sostanziale dell'udienza perché, dopo un'ora e mezzo di camera di consiglio, la Corte boccia le richieste della difesa. All'avv. Siniscalchi è toccato, a nome di tutti i colleghi, respingere, con forme gentili e fermezza sostanziale, le posizioni del presidente. Ha sostenuto il diritto all'autodifesa e ha sottolineato «i modi da seguire nei casi in cui si metta a verbale quanto accade in quest'aula». Ha poi rivendica to, per gl'imputati, il diritto alla presenza in aula «non passiva e inerte, ma partecipe e fattiva nello svolgimento del processo». La novità della 'Proposizione numero 2» riguarda la tesi di un Meridione «non svincolato dal Mediterraneo e suoi propositi rivoluzionari». «Sud è Mediterraneo — sostiene il documento —, dalla nostra netta posizione di schieramento può conseguirsi un'attività pratica di intervento nel nostro territorio martirizzato dalle servitù militari Non consentiremo mai che del Sud si faccia la portaerei, la base missilistica, l'appoggio logistico di interventi armati contro i popoli del Mediterra neo. Le bandiere americane che oggi bruciano in piazza a Teheran sono le stesse che noi bruciavamo dieci anni fa. Oggi possiamo e sappiamo fare di più». Ora Caminiti è costretto a tacere. Oggi, quarta udienza, dovrebbe venir fuori il documento di quanti, tra gli imputati, si vogliono difendere. C'è una netta differenziazione nel gruppo: forse una spaccatura insanabile tra i quattro della base di Licola e gli altri. L'appuntamento è per le 9. Francesco Santini sgstp Napoli. Tafferugli in aula fra carabinieri ed imputati durante il processo contro Prima linea

Luoghi citati: Napoli