«Geli notturni» dalla steppa di Frane Barbieri

«Geli notturni» dalla steppa MENTRE SI PARIA DI MISSILI: INCHIESTA SULLA «FÌNLANDIZZAZIONE» «Geli notturni» dalla steppa Così a Helsinki chiamano le pressioni esercitate da Mosca - Il presidente Kekkonen sa reagire con fermezza (dicono che una volta schiaffeggiò Kruscev) ma è attento a non permettere iniziative antirusse - Per non irritare il Cremlino i conservatori finlandesi, dopo aver vinto le elezioni, si sono rassegnati a restare fuori del governo 1 DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE ' HELSINKI — Del presidente Kekkonen si raccontano due aneddoti: il primo si riferisce ad un suo incontro con Kruscev. Il capo sovietico, nel chiedere un governo nella Finlandia che offrisse maggiori garanzie a Mosca, avrebbe fatto sfoggio di tutto il suo temperamento. Per fermarlo, al capo finlandese non sarebbe rimasto altro che ricorrere al proprio temperamento. E lo ha preso a schiaffi. Dicono che sia successo in una «dacia» vicino a Mosca. Il secondo episodio si sarebbe svolto invece nella villa dello siesso Kekkonen, sulla sponda di una insenatura vicina a Helsinki. Per una settimana il presidente avrebbe cercato di convincere i rappresentanti dei partiti di formare una coalizione governativa conforme agli interessi interni ed esterni del Paese. Quando tutto sembrava andato a monte, Kekkonen avrebbe convocato nella propria villa i rappresentanti dei partiti prescelti da lui per il governo. Invitati nella sauna, i politici si sarebbero visti rinchiudere dentro a chiave, mentre la temperatura del vapore saliva verso i cento gradi. Da fuori si sarebbe sentita la voce del presidente: «Vi lascio uscire soltanto a governo fatto». Cosi la Finlandia avrebbe ottenuto una compagine ministeriale- su misura nazionale e internazionale. Non siamo riusciti ad appurare se gli aneddoti siano veri. C'è piuttosto da credere che li stia diffondendo lo stesso presidente per corroborare la sua funzione, che è sostanzialmente quella del duplice garante. Garantisce i finlandesi che mai cederà ai sovietici una parte sostanziale della loro peculiare indipendenza. Garantisce Mosca che la politica di Helsinki mai lederà i suoi interessi es- senziali. Il duplice garantismo ha preso da Kekkonen già anche un nome: la «li-, nea K». Nel Paese nessuno la contesta pubblicamente. Anche se lo facesse, avrebbe poco esito. Un suo amico mi dice: «lo lo ammiro, ma non capisco come non si annoi parlando con i soli echi». Altri giudicano che non sia autoritario per natura, ma che la precaria «linea K» può essere mantenuta soltanto con autorità. Arriviamo a questo punto alla domanda lasciata sema risposta nell'articolo precedente. Cioè: sarebbe possibile formare a Helsinki, senza gravi conseguenze, un governo inviso a Mosca? La risposta più giusta fra quelle raccolte mi sembra questa: «SI, sarebbe possibile, ma in pratica non succede». La comprova si è avuta dopo le ultime elezioni, nell'estate scorsa. Il partito vincente, sconvolgendo le previsioni e l'assetto polìtico stabilito, è risultato il Kokoomus, il raggruppamento conservatore del nuovo astro nazionale Holkeri. A questo spettava la composizione del gabinetto in sostituzione del premier sconfitto, il socialdemocrati'co Sorsa. Dopo lunghe dispute nella villa o forse nella sauna del presidente, i conservatori non sono riusciti nemmeno a entrare nel governo con un ministro. I vincitori sono stati semplicemente lasciati fuori: né governo né opposizione. La compagine governativa è rimasta quella sconfitta. Soltanto, a capo del governo, il socialdemocratico Koivisto, meno radicale, ha sostituito il più duro compagno di partito Sorsa. Nell'intenzione di dissipare le perplessità diffuse, il presidente della Dieta, Virolainen, ex primo ministro e presidente del partito del centro (da cui proviene anche Kekkonen), ha fatto una dichiarazione alla stampa: «Molti sembrano non ricordare quale sia la posizione della Finlandia, unico Pese a regime occidentale confinante con l'Urss. Motivi generali vietano le sperimentazioni, mentre alcuni conservatori vorrebbero saggiar fino dove può arrivare l'indipendenza della Finlandia». Ha riportato in ballo i misteriosi «geli notturni', un'espressione che si riferisce a un duro inverno corrispondente a un periodo di altrettanto dure pressioni sovietiche. Mosca, in quell'epoca, voleva garantirsi un governo fidato e impedire una controcandidatura a Kekkonen alla presidenza. Infatti, 10 stesso Virolainen ha ricordato nelle dichiarazioni un governo del 1958, formato con tre ministri conservatori, che si sarebbe tradotto in un «esperimento fallito», appunto dopo i «geli notturni». Improvvisamente, pochi giorni dopo, Kekkonen è apparso alla televisione per dichiararsi «inorridito» dalle affermazioni del suo amico Virolainen: «Per motivi che mi sono incomprensibili, il presidente della Dieta ha dato falsa testimonianza sulla politica e la posizione internazionale della Finlandia, e ha causato allo Stato un danno la cui portata non è possibile calcolare». Viroiainen, a sua volta, si è detto sorpreso dalle accuse rivoltegli dal presidente: «E' notissimo e non nuovo che un governo finlandese deve sempre avere presente il fatto che confiniamo con l'Urss». 11 paradossale è che, ci assicurano, ambedue i contendenti abbiano voluto a proprio modo tranquillizzare Mosca. Alla fine del contenzioso si è inserito il nuovo primo ministro Koivisto, per tranquillizzare anche la sua nazione: «Il partito conservatore va considerato come una destra dignitosa, rispettosa degli interessi del Paese ». il centro li avrebbe voluti al governo, ma i socialdemocratici avrebbero dovuto preferire i comunisti a causa della «pace sociale e sindacale». Mi sono rivolto al grande estromesso Holkeri, messo in frigorifero alla direzione della Banca centrale. Sotto la compostezza nordica non riesco a percepire alcun risentimento. Si adegua alla versione governativa, quasi si attenesse a un patto di omertà nazionale. Insiste che i dissidi attorno al governo siano un fatto di politica interna. Alla domanda: «Non giudica che il successo elettorale del suo partito esprima la convinzione degli elettori di poter ottenere qualcosa di più dall'Urss, o almeno che sia conseguenza del loro desiderio di rafforzare un concetto e un sistema politico il più lontano da quello sovietico?». Risponde con decisione: «No, in nessun caso. Si tratta esclusivamente di politica interna. Tutti i partiti sostengono la stessa linea in politica estera». La «linea K» si impone così anche per i conservatori come l'unica via al governo. Nei vari giornali, cercando di verificare le supposizioni su una presunta autocensura nel selezionare le notizie che possono irritare Mosca, trovo pure una risposta unanime: •Non chiamiamola autocensura. E' un concetto stupido. Parliamo dell'interesse nazionale di cui ogni redattore tiene conto». E qui siamo nel Paese dove l'ultima cosa da, fare nell'interesse nazionale risulta appunto quella di irri<tare i russi. Una trasmissione della Bbc, appena girata e basata su una inchiesta fra i grossi personaggi circa la situazione finlandese, è stata bloccata per i teleschermi locali per le stesse ragioni. Un giornale, però, ha intrapreso una campagna pubblica per farla trasmettere. I riguardi nei confronti di e a i e Mósca non bloccano tuttavia il sistema democratico e la dialettica sulle scelte interne. A'una proposta di «compromesso storico» avanzata dal pc finlandese, l'esponente centrista Jansson ha risposto nell'editoriale del suo quotidiano: «Il contenuto del compromesso propostoci deve essere quello di aumentare il potere della classe operaia. Possiamo permetterci di do-, mandare per quale motivo dovrebbe aumentare? Come potremmo trascurare il fatto che la maggioranza del popolo finlandese è borghese nella misura di prima e che deve essere la maggioranza della Dieta a determinare la linea politica?». Ho chiesto a Jansson se considerava che i sovietici preferirebbero un governo dominato e gestito dai comu¬ nisti. Ho avuto una risposta netta: «Decisamente no, l'unica cosa che desiderano è che la situazione non cambi». // garante del non cambiamento è il centrista Kekkonen. Cosa dopo di lui? L'ennesimo ■mandato gli scade l'anno prossimo, essendo già quasi fuori dalla Costituzione. A ottantanni governa giada ventiquattro, eletto sempre senza controcandidature. Dichiara: «Considererei la persona che proporrebbe la mia rielezione dotata di un umorismo fantastico». Malgrado ciò non si vede il personaggio che possa garantire il proseguimento della «linea K». Da Mosca punteranno senza dubbio sulla sua rielezione. E per i russi si può dire che siano dotati di tante cose, ma non certo di umorismo. Frane Barbieri Il presidente Urlio Kekkonen presenta ai giornalisti un suo curioso «autoritratto»

Persone citate: Jansson, Kruscev, Sorsa