Presi cinque brigatisti a Torino dopo la settimana di attentati di Claudio Cerasuolo

Presi cinque brigatisti a Torino dopo la settimana di attentati Importante operazione dei carabinieri di Dalla Chiesa Presi cinque brigatisti a Torino dopo la settimana di attentati Massimo riserbo sul «blitz» - Si conosce solo un nome : Giuseppe Mattioli, latitante da gennaio - Forse nel suo alloggio un elenco di obiettivi da colpire, in prevalenza alla Fiat Accertamenti sugli altri fermati - Collegamenti con l'incursione nella scuola aziendale? TORINO — A meno di una settimana di distanza dal raid terroristico compiuto da un commando di «Prima linea» alla scuola di amministrazione aziendale di via Ventimiglia, i carabinieri di Torino e gli uomini del generale Dalla Chiesa hanno individuato una centrale eversiva che operava da tempo in città. E' stato catturato Giuseppe Mattioli, latitante dal gennaio scorso (quando furono scoperti tre covi Br a Torino) e sono state fermate altre 4 persone. La notizia trapelata a tarda sera ha trovato soltanto parziali conferme. Di certo si sa che l'operazione potrebbe essere una delle più importanti nella lotta contro il terrorismo. L'alloggio, probabilmente affittato dallo stesso Mattioli sotto falsa identità, sarebbe stato individuato in corso Lecce 25. Tutto è cominciato la settimana scorsa. Le piste che i carabinieri del nucleo operativo di Torino stavano seguendo da tempo si sono rivelate esatte. L'attacco sferrato dal commando di Prima linea alla scuola di amministrazione aziendale di via Ventimiglia (dieci feriti, «gambizzati» secondo il crudele rituale dei terroristi) e soprattutto i raid di venerdì scorso (altri due «gambizzati» e due rapine, una tentata e una andata a segno con mezzo miliardo di bottino alla Fiat di Rivalta) hanno convinto i carabinieri ad affrettare i tempi. Probabilmente nella stessa giornata di venerdì, o sabato al massimo sono stati operati i fermi delle persone sospette, individuate tramite il latitante Mattioli, sulle cui tracce gli uomini di Dalla Chiesa erano da tempo. L'ultimo grosso colpo sferrato qui a Torino dagli uomini di Dalla Chiesa alle Br era stato l'individuazione dei tre covi, di via Industria, via Legnano e corso Regina Margherita il 23 gennaio scorso, con la cattura di quattro terroristi. Rosaria Biondi e Nicola Valentino, latitanti e ricercati perché sospettati della strage di Patrica (omicidio del procuratore Calvosa di Prosinone e degli agenti Rossi e Pagliei) si nascondevano nella mansarda di via Industria 20. affittata da Andrea Coi. laureando in ingegneria nucleare e all'epoca dei fatti militare in servizio in Toscana. Poi aveva ceduto la mansarda alla tedesca Ingeborg Kitlzer, 35 anni, di Francoforte che mascherava la sua vera attività con un lavoro alla Gondrand come interprete. Nel covo di via Legnano furono arrestate le due sorelle Claudia e Carmela Cadeddu. Infine in corso Regina Margherita fu scoperta la più grossa stamperia delle Br: volantini che rivendicavano numerosi attentati (Piero Coggiola. il dirigente Lancia ucciso il 21 settembre dell'anno scorso, i due agenti trucidati il 16 dicembre '78 sotto le «Nuove», e altri attentati compiuti in diverse città italiane); copie della «■Riso/unione strategica» diffusa dalle Br nell'autunno scorso, una relazione generale sulla Fiat e sui suoi quadri dirigenti. Nell'appartamento al terzo piano di corso Regina Margherita 181 i carabinieri di Dalla Chiesa trovarono una sacca piena di fondine (vuote) per mitra e pistole. Giuseppe Mattioli, all'ultimo momento, aveva sentito puzza di bruciato e raccolto tutte le armi prima di darsi alla latitanza. Dal gennaio scorso Mattioli è stato il più grosso cruccio degli uomini dell'antiterrorismo che capivano di essersi lasciato sfuggire il personaggio più importante. Mattioli è tornato a Torino, ha riorganizzato una base Br che sarebbe diventata la più grossa centrale operativa dell'organizzazione. Si dice — ma qui si tratta soltanto di voci non confermate — che nell'appartamento siano state trovate vere e proprie liste di proscrizione, uomini e istituzioni da colpire in città, quasi tutti gravitanti nell'area della Fiat. I cinque fermati, tutti legati in qualche modo a Mattioli sarebbero da tre o quattro giorni trattenuti nella caserma di via Valfrè. L'operazione degli iuomini di Dalla Chiesa è tuttora in corso ma le indiscrezioni trapelate da Roma fanno presumere che le indagini siano ormai prossime alla conclusione. Claudio Cerasuolo