Courmayeur, è l'ora dello sci (e lì la crisi non è arrivata) di Gigi Mattana

Courmayeur, è l'ora dello sci (e lì la crisi non è arrivata) Dopo le abbondanti nevicate, si sono aperte (anche se in ritardo) le piste sotto il Bianco Courmayeur, è l'ora dello sci (e lì la crisi non è arrivata) COURMAYEUR — ièri, sotto un cielo da tregenda, con un tempaccio tutto neve, vento e nebbia, è stata soltanto la prova generale. Oggi comincerà il vero assalto alle piste di Courmayeur. Ieri soltanto un migliaio di persone ha potuto provare, con un ritardo mai visto negli ultimi anni, l'ebbrezza delle prime discese della stagione; oggi saranno probabilmente dieci volte tanto. «E' vero, forse siamo incontentabili — dice Silvio Canestrini, direttore delle funivie Val Veny —: dopo settimane di lamenti perché eravamo completamente a secco, ora ci preoccupiamo per queste precipitazioni continue; un po'di sole permetterebbe di godere meglio la neve che è abbondante, 60 centimetri a Pian Chécrouit, circa un metro e mezzo nella zona dell'Altiporto e parecchi metri sullo Youla. Abbiamo aperto venti impianti su 24, tutte le piste sono battute (anzi, continuiamo a batterle visto il maltempo) e ci siamo finalmente tolti dal cuore la spina di un Natale sema neve*. E' incredibile, e varrebbe la pena di un'analisi ben più approfondita, come tutti gli anni i profeti di sventura si sbaglino. Gli stipendi non riescono a seguire l'umento del co- sto della vita e lo sci, sport costoso per eccellenza, pare ogni inverno destinato a un forte regresso; eppure, non si sa in virtù di quali alchimie (o di quali sacrifici familiari nel bilancio di quasi tre milioni di appassionati) le vendite di attrezzatura e abbigliamento sono in crescita costante e in tutte le stazioni più importanti si è sommersi di telefonate di prenotazioni: ogni stanza di albergo, ogni appartamento, ogni infimo sottoscala libero è buono pur di trascorrere qualche giorno sulla neve. Il «miracolo economico» dello sci a Courmayeur è esploso in ritardo: soltanto dieci anni fa la località valdostana nell'inverno vivacchiava a stento, aveva soltanto il Monte Bianco da offrire ai pochi ospiti. Ora non c'è rivista straniera che non abbia parlato di Courmayeur, non c'è tedesco, scandinavo o americano che non sogni di sciare all'ombra dell'Aiguille Noire ed è fantastico (e anche molto atipico nell'immobilismo sciistico italiano) ripercorrere le tappe di un successo che a molti sarebbe parso pura utopia. I punti forti di Courmayeur sono l'eccezionale presenza del Monte Bianco (ma non si vive solo di quello), la bassa quota (1224 metri, adatta a turisti di tutte le età e tale da garantire un accesso stradale buono anche con il maltempo) e la presenza di un nucleo urbano ampio e già ben dotato di molti servizi (usati prevalentemente nell'estate). I costruttori francesi di stazioni invernali probabilmente avrebbero cancellato Courmayeur con un tratto di penna se l'avessero trovata nei loro progetti: infatti il fiume nel foridovalle e una natura ostile (leggi pendii da camosci) impediscono agli sciatori di raggiungere il paese. In alto (e si sono spesi miliardi a palate per costruire gli impianti di arroccamento) il «domaine skiable» è bello e abbastanza vasto, ma certo inferiore a quello di molte stazioni della Val di Susa. Eppure, nei giorni feriali, quando Sestriere o Bardonecchia hanno poche centinaia di sciatori, qui sono quattro o cinquemila; quando le altre stazioni parlano di crisi strisciante qui si ride per i buoni affari. I motivi non li sa spiegare nessuno. E' stata la scelta da veggente di Piero Savoretti o il richiamo della montagna più alta d'Europa, la collaborazione di albergatori e commercianti o una buona propaganda all'estero? Eppure anche qui resta qualcosa da fare: quest'anno sono state cambiate le cabine della super-funivia per lo Chécrouit (quelle nuove, di tipica costruzione aeronautica, portano 132 sciatori l'una), tutte le piste e i servizi in quota sono stati migliorati, ma è indubbio che alcuni impianti dovranno essere sostituiti da altri più moderni e potenti, altrimenti il bel giocattolo si guasterà; la viabilità in paese è un disastro, servono assolutamente nuovi alberghi II succo del successo forse è tutto qui: lo spirito di efficienza su quell'aria un po' «demodée» dà una patina che poche località, da Cortina a KitzbUhel, da St. Moritz a Megève, possiedono. Molte stazioni sciistiche sono moderne e funzionali. Courmayeur è bella. Gigi Mattana scvtmsthtads Courmayeur. Con la funivia-gigante gli sciatori arrivano sulle piste di Pian Chécrouit

Persone citate: Noire, Piero Savoretti, Silvio Canestrini