Legge sulla caccia varata in Toscana

Legge sulla caccia varata in Toscana Per proteggere la fauna Legge sulla caccia varata in Toscana FIRENZE — La Toscana ha una legge sulla caccia. Si è resa necessaria per proteggere e gestire razionalmente le risorse faunistiche e ambientali. Più volte il consiglio regionale aveva affrontato il problema sulla regolamentazione dell'attività venatoria e mercoledì la normativa è stata approvata. Hanno votato a favore i gruppi pei, psi e l'indipendente di sinistra, assessore Guido Biondi. Hanno votato contro la de, il pri, il msi-dn e si è astenuto il gruppo socialdemocratico. La legge coordina in 43 articoli tutta la complessa materia e fissa la necessità di pervenire a piani faunistici e stabilisce norme attorno alle oasi di protezione e alle aree di produzione di selvaggina. Con un articolo specifico definisce inoltre il calendario venatorio. L'esercizio della caccia sarà consentito per tre giorni alla settimana che il titolare della licenza potrà scegliere tra il lunedi, mercoledì, giovedì, sabato e domenica. La stagione avrà inizio il 18 agosto e terminerà il 31 marzo dell'anno successivo. Naturalmente il calendario venatorio stabilisce anche i tempi di caccia per ciascuna specie animale. La legge si sofferma anche sulla definizione dei mezzi per cacciare, quelli consentiti e quelli vietati, sull'uso delle trappole, sugli appostamenti e cosi via. Una buona notizia anche per i contadini: a salvaguardia delle coltivazioni viene infine costituito un fondo di tutela delle produzioni agricole (Cop) dagli eventuali danni causati dai cacciatori o dai loro cani. Il senatore comunista Evaristo Sgherri, presidente regionale dell'Unione Nazionale Associazioni Venatorie Italiane (Unavi) ha espresso un apprezzamento positivo sull'approvazione della legge toscana sulla caccia. Ha detto che «la legge rappresenta un ulteriore, importante passo avanti sulla via della programmazione del territorio in senso naturalistico e ambientale, di tutela dell'agricoltura, di salvaguardia e incremento del patrimonio faunistico, di razionale regolamentazione dell'esercizio venatorio nel quadro generale di un processo di rinnovamento e di riforma della caccia». Ha aggiunto: «Siamo consapevoli che la legge non affronta né risolve tutti i drammatici e fondamentali problemi che causano lo sfacelo idrogeologico, l'agonia del suolo, gli inquinamenti, l'uso incontrollato dei pesticidi, la crisi dell'agricoltura che sono alla base dell'impoverimento del patrimonio faunistico e della profonda degradazione ambientale e naturalistica*. Giancarlo Zaraffi, segretario dell'Arcicaccia di Firenze, ha espresso sostanzialmente un giudizio positivo sul testo approvato «anche se — ha detto — vi sono alcune zone d'ombra sulle quali dovremmo in seguito intervenire-.

Persone citate: Evaristo Sgherri, Giancarlo Zaraffi, Guido Biondi

Luoghi citati: Toscana