Le richieste del p.m. al processo contro la temuta «gang dei sardi» di Vincenzo Tessandori

Le richieste del p.m. al processo contro la temuta «gang dei sardi» Roma: per 18 dei 31 imputati la proposta di assoluzione Le richieste del p.m. al processo contro la temuta «gang dei sardi» Sarebbero responsabili di rapimento e della morte di ostaggi NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE ROMA — Alla corte d'assise di Roma l'accusa pubblica chiede le pene per un gruppo di sardi, presunti sequestratori e assassini, che; secondo le indagini avrebbero seminato terrore nell'alto Lazio, rapito due persone e ucciso un ostaggio. Chiede le pene, ma denuncia grosse e inattese difficoltà: cosi parla di «assoluzioni per insufficienza di prove dai reati più gravi, cioè il sequestro e l'omicidio». L'istruttoria dibattimentale si scontra con quella condotta dai giudici Domenico Sica e Fernando Imposimato. E' circa mezzogiorno di ieri e il pubblico ministero Eugenio Mauro fa le sue proposte: per Basilio Carta e Antonio Pistis, considerati gli organizzatori del sequestro del piccolo Claudio Chiacchierini e del commerciante Nazareno Fedeli, 13 anni di reclusione; per Agostino Murgia, 12 anni, per Salvatore Muggiri, Costantino Parisi, Aldo Gungui e Bach ìsio Manca, 10 anni; per Sebastiano Bussu e Giovanni Pirisi, 8 anni. In totale il p.m. chiede 115 anni di carcere. Per altri dieci imputati domanda l'assoluzione per insufficienza di prove dall'accu¬ sa di aver formato un'associazione per delinquere; altri sei dovrebbero essere assolti dallo stesso reato «per non aver commesso il fatto»; ancora assoluzione per quattro raggiunti da varie imputazioni, dal favoreggiamento alla ricettazione. Secondo l'accusa maturata durante le indagini dei carabinieri il gruppo indicato come 1'«anonima sequestri» sarda aveva cominciato l'attività attorno alla primavera 1975: nello stesso periodo altre bande di rapitori battevano la Toscana e l'Umbria, facevano ostaggi, uccidevano chi non «fruttava» denaro, ma anche il prigioniero che era pericoloso restituire. Nel Senese scomparve il possidente milanese Marzio Ostini; presso Firenze, sparirono Alfonso De Sayons, sedicente barone argentino, l'industriale Piero Baldassini e Luigi Pierozzi, pensionato. Tutti rapiti dal sardi, tutti uccisi, hanno sta' billto inchieste e processi. La sera del 17 maggio 1975 banditi mascherati Irrompono in una villa al ventunesimo chilometro della via Aure Ila, a Torre in Pietra, presso Roma. Se ne vanno e portano con sé Claudio Chiaccherini, Il anni. Il piccolo sarà liberato il 3 giugno, sembra dietro pagamento di un miliardo. E' la primavera 1977. La se ra del 26 aprile scompare a Ladlspolt il commerciante Nazareno Fedeli. Si chiede riscatto per la sua liberazione: trattative difficili, dure. Il rapito non torna, finito nel nul la. L'inchiesta condotta dalla procura di Viterbo, non compie passi concreti ma nell'ottobre dello scorso anno il giudice Imposimato chiede le carte del processo: in un interrogatorio alcuni pastori sardi hanno fatto qualche ammissione, il magistrato si è convinto che Fedeli sia stato ammazzato in un bosco presso Orte, mentre veniva trasferito di rifugio. Cosi c'è il rinvio a giudizio per l'intero gruppo. Durante l'istruttoria Imposimato intuisce legami e ramificazioni vaste. Non solo l'alto Lazio sarebbe considerato «terra di conquista» dei banditi, ma pure l'Umbria, la Toscana fino allo spartiacque appenninico. Trentuno imputati. Il 15 novembre si apre il processo: per quindici udienze si tenta di far luce sull'attività del gruppo, s'interrogano 80 testimoni. Ma la regola dell'omertà è stata abbracciata da troppi. Si arriva cosi alle proposte di miti condanne e alle diciotto richieste di assoluzione. Lunedi parola alla difesa. Vincenzo Tessandori