Nel labirinto, mezz'ora di terrore

Nel labirinto, mezz'ora di terrore Nel labirinto, mezz'ora di terrore Il gruppo di fuoco di Prima Linea era banda armata già tre anni fa Oggi si firmano «Grappo di Fuoco Barbara Azzanni (Carla). Matteo Caggegi (Citarne): Tre anni fa. in un documento trovato in casa del militante milanese Massimo Libardi, si definivano come .Terzo Gruppo di Fuoco, dell'organizzazione, ormai ramificata attorno alle grandi concentrazioni urbane, Torino, Milano, Bologna. Firenze, Napoli. Unica eccezione Roma, dove Prima linea sembra aver trovato un antagonista negli autonomi dei ■ Volsci - di Pifano e soci. Il documento conservato con tanto riserbo dagli inquirenti di Milano arrivò sul tavolo del giudice istruttore torinese quando ormai non serviva più a niente. Nell'autunno '77 il magistrato deve chiudere l'istruttoria sul gruppo Prima linea responsabile di una serie di attentati (al Centro Studi Donati, all'Associazione piccole e medie industrie alla ditta Maros. allo studio de ir av v. Galasso, al deposito Sattl). Il processo in assise si celebra nel marzo scorso. Il documento è acquisito agli atti ma i giudici non possono tenerne conto per motivi procedurali, nel pieno rispetto del diritto di difesa degli imputati. Cosi il gruppo è condannato per associazione sovversiva e non per banda armata. Il pm impugna la sentenza ma è troppo tardi per rimediare all'errore. Eppure, basta guardare a quel-gruppo di imputati per scoprire coincidenze sospette. Tra i latitanti vi sono Felice Maresca e Marco Fagiano (quest'ultimo è stato recentemente ospite a Milano di Claudio Vaccher. indiziato per l'omicidio Alessandrini). Nicola Solimano, assolto allora con formula piena, è stato arrestato nel luglio scorso a Firenze per banda armata. Un'altra imputata del gruppo. Barbara Graglia è in seguito accusata di aver minacciato, durante la sua permanenza alle Nuove, la vigilatrice Napolitano, poi «azzoppata, da un commando di Prima linea. Enrico Galmozzi e Marco Scavino, condannati assieme al latitanti Maresca e Fagiano a S anni di reclusione, sono usciti in tempi recenti dall'ambiguità che aveva caratterizzato il loro comportamento al dibattimento. Nell'ultimo numero di «Controinformazione., uscito pochi giorni prima del processo d'appello alle Br hanno firmato un intervento contro tutti 1 programmi di .pacificazione, sollecitati dal «gruppo di prigionieri, di Rebibbia, per una proposta di soluzione socialdemocratica dello scontro di classe, definito, nel gergo del -movimento., una ipotesi di «New Deal italiano». Gaimozzi e Scavino sottoscrivono l'intervento dalle carceri dell'Asinara e di Cuneo, luoghi ideali per continuare la diatriba ideologica che travaglia la cosiddetta sinistra proletaria militante. Troppe coincidenze. Forze dell'ordine e inquirenti pagano oggi un colpevole ritardo nel non aver saputo individuare le trame di una organizzazione eversiva. Prima linea, continuatrice del terrorismo delle Br. ma su un plano di effi-' cienza superiore. Dopo la diaspora di Potere Operaio, avvenuta tra il '75 e il '76, Prima linea crea il «Terzo Gruppo di Fuoco., a Torino già nella primavera del '77. La prima azione dimostrativa, il 18 ottobre '77, alla sede dirigenti industriali si ricollega idealmente all'ultimo assalto compiuto l'altro ieri in via Ventimiglia. In questi due anni l'organizzazione ha fatto un salto di qualità portando lo scontro dal terreno militare a un campo di lotta più allargato: l'occupazione proletaria, il rastrellamento, l'inizio della guerriglia urbana. Non occorre essere esegeti della lotta armata per prevedere gli obiettivi di Prima linea, a Torino come nelle grandi aree metropolitane. A palazzo di giustizia si riconosce con rammarico che la «banca dei dati, sulla criminalità di origine eversiva, chiesta fin dal lontano '74, quando le Br cominciavano ad assumere consistenza sul piano della «propaganda armata, ma non erano ancora giunte al delitto è rimasta solo una speranza, anche se 1 funzionari del ministero di Grazia e giustizia assicurano che la banca esiste. Se non cambia l'efficienza di quanti — operatori di giustizia, inquirenti, forze dell'ordine — devono concretamente agire contro il terrorismo, la lotta contro Prima linea o qualsiasi altra organizzazione eversiva, è ad armi impari. Il perdente è lo Stato. Claudio Cerasuolo S'improvvisano i soccorsi per i feriti: l'emorragia viene bloccata con rudimentali lacci emostatici