La lira verde svalutata del 5 %

La lira verde svalutata del 5 % La lira verde svalutata del 5 % Un minipacchetto agricolo è stato approvato la notte scorsa a Bruxelles dai nove ministri agricoli della Comunità; la misura principale è l'autorizzazione all'Italia di svalutare del 5% la «lira verde», cioè quel particolare tasso di scambio utilizzato per il commercio dei prodotti agricoli. Contemporaneamente, è venuta anche l'autorizzazione alla Gran Bretagna per svalutare la «sterlina verde» (sempre del 5%), ma prima che la misura possa venire formalizzata, dev'essere sciolta una riserva francese. i Anche i provvedimenti vitivinicoli, approvati ieri, entreranno in vigore formalmente dopo che la Gran Bretagna toglierà il suo «veto» (collegato a quello francese sulla svalutazione della sterlina verde); le misure per questo settore, comunque, riguardano la riduzione della produzione vinicola e il miglioramento qualitativo delle uve: esse copriranno un arco di sei anni ed avranno un costo (ad esempio, per l'estirpamento di vecchi vigneti e per il reimpianto con i nuovi) di 825 milioni di unità di conto, pari a circa 930 miliardi di lire. (Altri dettagli sono pubblicati nel riquadro). Sempre nella sessione dell'altra notte, è stato deciso che la Commissione Cee tratti con i Paesi terzi per un'autolimitazione delle loro esportazioni di carne ovina verso gli Stati della Cee; infine, ci si è accordati sul contingente d'importazione comunitaria (230 mila capi) di vitelli da ingrasso di peso non superiore ai 300 chili, e destinati per il 90 per cento all'Italia e alla Germania (non si sa ancora quale sia la nostra quota). La svalutazione della lira verde decisa l'altra notte è la quattordicesima dal 1962. cioè da quando il meccanismo è stato istituito: allora un'unità di conto europea valeva 625 lire, oggi 1326. La svalutazione della lira verde è cer¬ tamente positiva per i nostri agricoltori, perché fa diminuire l'ammontare dei montanti compensativi, che sono in sostanza dei premi all'esportazione agricola per i Paesi a valuta forte (Germania, Olanda. Danimarca) e delle penalizzazioni alle importazioni agricole nei Paesi a moneta debole (Italia, Irlanda e in parte Francia). In sostanza, il reddito dei nostri agricoltori aumenterà. Però ci sono alcune ombre. Innanzitutto, per eliminare completamente gli importi compensativi, si sarebbe dovuto svalutare del 7,8%, e non del 5. Poi la svalutazione non entrerà in vigore subito per tutti i prodotti, ma scalarmente; si applicherà, cioè, in coincidenza con l'inizio delle campagne di commercializzazione dei vari prodotti. Per la zootecnia (carne, latte ecc.) la misura entrerà in vigore lunedi prossimo, mentre per zucchero, vino, carne suina, uova, pollame non scatterà prima dell'anno prossimo (per i cereali addirittura in agosto). In ogni caso, la svalutazione del 5% è una boccata di ossigeno per l'agricoltura italiana, schiacciata nella morsa prezzicosti. Infatti, nel settore agricolo quasi tutti i prezzi sono bloccati, trattandosi di beni primari; mentre sono liberi, e quindi aumentano vertiginosamente, i prezzi dei mezzi di produzione (antiparassitari, sementi, macchine, soprattutto mano d'opera; non i concimi, che sono «controllati», ma, forse, ancora per poco). Proprio per questa impossibilità di adeguare i costi all'inflazione, gli agricoltori italiani perderanno nel 1980, secondo 1 calcoli della Confagricoltura, circa mille miliardi di lire. La svalutazione della lira verde si ripercuoterà sui prezzi del prodotti alimentari al dettaglio? Non certo più di quanto li farebbe aumentare l'inflazione; anzi, di meno. Fa osservare la Conf agricoltura come all'inizio del '79 — fra aumento dei prezzi garantiti Cee e due successive svalutazioni della lira verde per un complessivo 9% — si avesse sulla carta una prevedibile maggiorazione dei prezzi agricoli all'origine superiore all'11%. In realtà, nonostante le gelate primaverili e le tensioni nei prezzi di ortaggi e frutta nei primi mesi del '79, l'aumento medio dei prezzi agricoli all'origine quest'anno è stato, secondo l'Irvam (Istituto di ricerche sui mercati agricoli), inferiore al 10%. Per contro, osserva la Conf agricoltura,, tutti possono osservare come 11 tasso d'inflazione sia più che doppio e come allineati a questo siano sostanzialmente i costi delle aziende agrìcole, che quindi si vedono tosare i redditi con una forbice inesorabile. Livio Burato

Persone citate: Livio Burato