Mosca: spiraglio per il negoziato di Livio Zanotti
Mosca: spiraglio per il negoziato Mosca: spiraglio per il negoziato La posizione sovietica sugli euromissili in un editoriale della «Prayda»: l'Urss tratterà fino a un minuto prima dell'installazione DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Fino ad un minuto prima dell'installazione in Europa dei nuovi Pershing e Cruise la trattativa resterà possibile; ma gli euromissili americani fanno parte di una strategia alla quale il Pentagono e la Nato non rinunceranno. Ecco in breve il senso della pioggia di articoli, saggi, interventi anonimi e firmati caduta sulla stampa sovietica ieri, in coincidenza con l'apertura della riunione atlantica di Bruxelles. I sovietici hanno ammorbidito la loro posizione negoziale, ribadendo dopo tanti avanti e indietro la loro disponibilità a discutere anche dopo che la Nato avrà deciso di dare il via ai nuovi mis- sili; ma senza alcun ottimi smo sul futuro. Un punto è importante: quello in cui un editoriale della Pravda evidentemente autorizzato dal Cremlino lascia aperta la porta delle trattative. «E'evidente che se sarà deciso per la fabbricazione e lo spiegamento dei nuovi tipi di ordigni nucleari americani a media gittata in Europa Occidentale, e questa decisione sarà tradotta in pratica, ciò equivarrebbe alla distruzione della base di un negoziato», scrive, tra l'altro, l'organo del pcus. «Se sarà tradotta in pratica», ecco il passo decisivo per Mosca; e poiché esso non potrà comunque essere compiuto prima di due, tre anni, per ragioni obiettive, fino ad allora la trattativa rimane possibile. Possibile non vuol dire facile: i sovietici si fanno premura di chiarirlo ad ogni istante, dopo aver finto, come fa la Pravda, di ritenere non ancora ratificata l'accettazione degli euromissili da parte dei Paesi Nato. Il voto contrario del Parlamento olandese, le preoccupazioni di tutti gli scandinavi, i tentennamenti del governo belga vengono rilevati dai commentatori sovietici per concludere che i Pershing-2 e i Cruise entreranno in fabbricazione e, forse, arriveranno infine sul Vecchio Continente solo per le pressioni degli Stati Uniti sugli alleati più riluttanti. Prova, tali pressioni, della volontà dei generali americani di non tenere in alcun conto .le proposte di Breznev. Ma di queste proposte, in effetti, non si parla più tanto, O meglio, se ne parla e non potrebbe essere diversamente, restando esse la base dell'offensiva diplomatica e propagandistica lanciata a Berli no dal presidente sovietico non occupano però più il centro delle argomentazioni sovietiche, che verte ormai sulla nuova strategia bellica attri buita ai comandi americani. Sempre ieri sulla Pravda, è infatti un generale, Simonian, specialista di questioni missilistiche, a fornire il filo del pensiero maturato nell'Armata Rossa e fatto proprio dal partito. «Grave in sé, il rinnovo dell'arsenale europeo della Nato è solo uno degli aspetti del problema», esordisce il generale. E continuando sostiene: «La messa in opera del progetto produrrebbe una modificazione degli equilibri in vantaggio degli Usa e della Nato, che accentua il pericolo dì guerra». Il perché segue subito dopo: «Poiché le armi sovietiche a media gittata non possono raggiungere gli Stati Uniti, mentre quelli americani in Europa sono in grado di colpire l'Urss, gli Stati Maggiori americani hanno concepito una variante della guerra nucleare che permetterebbe loro di ottenere i risultati globali voluti sema correre rischi di distruzione (...); "la guerra nucleare eurostrategica" non prevede l'uso delle armi intercontinentali, ne lascia fuori e protetto il continente americano e fa dell'Europa il parafulmine che attrae la saetta, risparmiandola agli Stati Uniti». Fuori della scena sono ormai per la stampa sovietica gli «SS-20». dei quali non si parla affatto. Dimenticando che è stata pur sempre la loro installazione nella Russia europea ad aver provocato la reazione occidentale. I sovietici continuano a negarlo, affermando invece che non solo di Pershing e Cruise bisognerà parlare se mai se ne presenterà l'opportunità; bensì anche delle forze atomiche francesi e inglesi che, dichiarano, stanno aumentando in quantità ed efficacia. Con la rafifica del «Salt-2» rinviata dal Senato americano, il «Salt-3» appare già fin da adesso un groviglio di filo spinato. _ Livio Zanotti
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