Firenze: forse scoperto nucleo armato fascista
Firenze: forse scoperto nucleo armato fascista Due arresti, trovati documenti Firenze: forse scoperto nucleo armato fascista FIRENZE — Una operazione della Digos di Firenze ha probabilmente spezzato una serie di contatti e collegamenti fra giovani presunti neofascisti, alcuni dei quali avrebbero forse potuto costituire un nucleo armato di una certa pericolosità. Due persone, delle quali una minorenne, sono state arrestate per detenzione e porto illegale di armi e munizioni, mentre le abitazioni di un'altra dozzina di giovani residenti a Firenze, Pistoia e Prato sono state perquisite. Nella casa di uno degli arrestati, Ivan Pini, 27 anni, di Firenze, è stato sequestrato un piccolo arsenale formato da sei pistole (una 357 Magnum, quattro calibro 22, una calibro 9), accette, coltelli, «machete», oltre a una grossa quantità di munizioni. Anche alla seconda persona arrestata (W. P., di 17 anni) è stata sequestrata una pistola «Derringer» calibro 6. Fra il materiale trovato, alcune pubblicazioni neofasciste e articoli di giornali riguardanti due attentati, uno a un treno, contro il quale venne lanciato un bidone di ferro che spezzò 1 freni della motrice (rivendicato dalla Sam, Squadre di azione Mussolini) e uno contro un garage nel quale c'erano auto di magistrati. L'operazione della Digos, condotta dal vice questore Fasano e coordinata dai sostituti procuratori Vigna e Chelazzi, è stata compiuta dopo indagini su una lunga serie di piccoli attentati contro auto di magistrati e dirigenti di aziende, e contro edifici sedi di organizzazioni di sinistra. Quasi tutte le «azioni» furono rivendicate dalle Sam o da altre formazioni neofasciste («Gioventù nazifascista», «Gioventù hitleriana») e seguite da scritte sui muri che potevano significare la ripresa, dopo un certo periodo di inattività, del terrorismo di estrema destra. Fra le ipotesi degli inquirenti, quella, appunto, del progressivo coagularsi di un gruppetto di presunti neofascisti verso obbiettivi rappresentati non più da cose ma da persone. L'arsenale trovato in casa di Pini avrebbe potuto essere in sostanza, la base di questo •salto di qualità». Pini ha sostenuto di aver trovato per caso la maggior parte delle armi, mentre alcune le aveva regolarmente acquistate. Vigna e Chelazzi stanno ora vagliando il materiale e hanno ordinato ulteriori accertamenti
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