L'Azerbaigian iraniano denuncia il referendum di Igor Man

L'Azerbaigian iraniano denuncia il referendum Il «sì» sollecitato con un «volgare trucco» L'Azerbaigian iraniano denuncia il referendum Un finto ayatollah di Tabriz ha invitato per radio la popolazione ad appoggiare Khomeini - Dura diffida degli studenti ai giornalisti DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE TEHERAN — Gli studenti khat-e-imam hanno diffidato i giornalisti dal trasmettere notizie non ufficiali. La diffida riguarda il problema degli ostaggi ovvero è onnicomprensiva? Nell'attesa che l'interrogativo venga sciolto, continuiamo a fare il nostro dovere di cronisti. Incominciamo proprio col riferire una dichiarazione (ovviamente ufficiale) degli studenti che occupano l'ambasciata. Ieri mattina è stato chiesto a uno dei loro diversi portavoce se fosse vero che stessero «torchiando» otto ostaggi. Risposta: no, li stiamo interrogando tutti quanti. Altre notizie ufficiali non ce ne sono: la radio trasmette i risultati parziali del referendum, in base ai quali prevede una percentuale di «si» del 99,6 per cento; superiore, vale a dire, a quella registrata in primavera (98 per cento), quando si votò per la Repubblica islamica. Codesta previsione, tuttavia, è in contrasto con le notizie che giungono, tanto per fare un esempio, da Tabriz, capitale dell'Azerbagian, feudo dell'ayatollah Shariat Madari. Il giornale Popolo Musulmano, portavoce del religioso, pubblica infatti a tutta pagina che quella popolazione chiede l'annullamento del referendum. A questo punto occorre fare un passo Indietro, come nel romanzi d'appendice, per spiegare 11 perché della richiesta, accompagnata come vedremo, da manifestazioni di piazza e sit-in. Gli asari, al pari dei curdi, dei beluci, degli arabi del Khuzestan, avevano annunciato nei giorni scorsi voto contrario o, al massimo, l'astensione, poiché il nuovo testo costituzionale non prevede l'autonomia per le loro regioni. Sabato, alla vigilia del referendum, il venerato Shariat Madari diffonde un appello agli asari esortandoli a votare la Costituzione. Sennonché a rivolgere l'appello non è l'ayatollah secondo solo a Khomeini per prestigio, bensì un suo omonimo, un certo dr. Sadek Shariat Madari. Si tratta di un trucco avallato dalla radio e più tardi dalla tv che trasmette l'appello fasullo mostrando una fotografia dell'autentico Shariat Madari. La gente dell'Azerbaglan abbocca e va a votare, la domenica, secondo l'incontestabile volere del pa dre spirituale degli azari. Ma qualcuno si preoccupa di telefonare a Qom per chiedere lumi all'ottantenne ayatollah. Questi prima smentisce di aver mai sollecitato il «si», poi, su pressione di Khomeini, chiarisce con un comunicato che nella Costituzione ci sono articoli, due nella fattispecie, in contraddizione tra di loro. Se la contraddizione (fra 11 ri' 'spetto della volontà popolare e i poteri assoluti attribuiti al faghih, cioè al capo supremo Khomeini) non ci fosse «dovrei riconoscere che si tratta di un buon testo conforme ai principi dell'Islam'. In ogni caso, conclude Shariat Mada ri, che ciascuno si regoli se condo coscienza. n comunicato scioglie qua! siasi dubbio residuo e gli azari scendono in piazza. Attaccano seggi elettorali, si scontrano coi gendarmi. Ieri, infine la popolazione di Tabriz denuncia 'il trucco volgare' con un immenso sit-in e un ordine del giorno in sei punti (pubbli' cato con grande risalto dal: Popolo Musulmano). Dal do-' cumento risulta che ci sono stati attacchi armati contro la sede del «Partito repubbli' cano islamico del popolo musulmano» (presieduto da Shariat Madari), che lo stesso Shariat Madari non ha votato. Sicché gli azari pretendono l'annullamento del referendum nell'Azerbaglan, il rilascio di tre membri del partito • torturati dalla polizia', l'au tocritica della radiotelevisione, invitata a dar notizia del sit-in 'Che continuerà fin quando non verranno cancellate le gravi offese al nostro ayatollah». (Si era, tra l'altro, sparsa la notizia, precipitosamente smentita, dell'arresto di Shariat Madari). A Tabriz la folla inferocita, chiedeva addirittura la fucilazione del ministro degli Esteri Ghotbzadeh, fino a Ieri capo della radio-tv che, da oggi, verrà diretta da un comitato di direzione controllato dal Consiglio rivoluzionario. Poiché sembra improbabile che nell'Azerbaglan 11 referendum venga ripetuto; poiché l'affluenza alle urne nelle altre regioni in fermento è stata scarsa o contrassegnata da molti «no», c'è da domandarsi come mai la propaganda del regime possa prevedere un'adesione plebiscitaria alla Costituzione di Khomeini. Abbiamo girato la domanda, chiaramente retorica, a un giornalista iraniano fra 1 più attenti. Ha risposto: 'Se Cristo è riuscito a moltiplicare i pani perché dubitare che Allah possa operare la moltiplicazione dei voti?'. Cinismo o rassegnazione? Questo interrogativo ne comprende molti altri che solo 11 tempo' potrà sciogliere. Epperò, come non ricordarsi della «profezia» di Paul Vietile? Lo studioso francese, pur ammettendo di aver rinunciato a interpretare l'Iran con i suoi schemi di marxista europeo, scrisse nel marzo scorso che «in prospettiva la Repubblica islamica avrà un solo e assoluto centro di potere, quello religioso'. E aggiunse: «Temo che un'utopia di questo genere possa finire nel sangue». Igor Man

Persone citate: Khomeini, Paul Vietile

Luoghi citati: Azerbaigian, Iran, Tabriz, Teheran