Slitta a gennaio la discussione al Senato americano sui Salt 2

Slitta a gennaio la discussione al Senato americano sui Salt 2 Timori per la crisi in Iran e i missili in Europa Slitta a gennaio la discussione al Senato americano sui Salt 2 Nonostante la grave tensione che invade gli Stati Uniti, Carter ha ieri ufficialmente annunciato la sua candidatura per le prossime elezioni presidenziali DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Il presidente Carter Ita ieri annunciato ufficialmente la sua candidatura alla Casa Bianca alle elezioni dell'anno prossimo. Lo ha fatto nel momento più difficile per gli Stati Uniti dalla crisi di Cuba del '62. quando Kennedy e Kruscev sfiorarono il conflitto nucleare. Al braccio di ferro con l'Iran si sono assommati infatti nelle ultime ore due avvenimenti imprevisti: il ritiro della sesta divisione sovietica dalla Germania orientale, e a gennaio il dibattito al Senato sul trattato Salt 2 con l'Urss. Il presidente si trova a chiedere il rinnovo del proprio mandato mentre la sua politica di distensione nel Golfo Persico e nel Medio Oriente rischia di fallire, il suo progetto di riarmo della Nato per riequilibrare le forze rispetto a quelle del Patto di Varsavia rischia di essere vanificato, e la ratifica della limitazione delle armi strategiche rischia di non concretarsi Paradossalmente, le difficoltà hanno riavvicinato l'elettorato a Carter. La sua risolutezza nel chiedere il rilascio degli ostaggi dell'ambasciata a Teheran, e la sua tenacia nel cercare una via d'uscita pacifica all'impasse prima di intervenire militarmente in Iran gli hanno restituito credibilità. I sondaggi d'opinione si sono quasi capovolti: un mese fa, in base ad essi, il suo avversario nel partito democratico, il senatore Kennedy, avrebbe ottenuto il 46 per cento dei voti contro il 32 per cento: adesso, il presidente otterrebbe il 42 per cento contro il 44. Il 'miracolo^ — cosi lo chiamano i giornali — è dovuto innanzitutto al fatto che. per la prima volta dall'ingresso alla Casa Bianca, egli ha dato di sé l'immagine di un leader forte: ma va anche ascritto alla tradizione americana di fare quadrato intorno al governo nei momenti di crisi nazionale. Carter si è reso conto della gravità della situazione e dell'umore del Paese al punto da rinunciare a un avvio solenne della propria campagna elettorale. Ha dato l'annuncio della candidatura alla Casa Bianca, alle 20,30 di ieri ore italiane, in una breve cerimonia, e più tardi ha partecipato a un banchetto in suo onore. In propria vece, ha incaricato la consorte e il vicepresidente Mondale di tenere comizi in undici Stati-chiave dell'Unione. Avverte che la sua presenza è necessaria a Washington. La preoccupazione princi-. pale di Carter, naturalmente, è di risolvere in fretta e bene la crisi iraniana. Ma egli è im¬ pegnato anche in uno sforzo decisivo per l'approvazione del progetto di riarmo della Nato al Coniglio di Bruxelles del 12-13 dicembre. Ieri, egli lux precisato che il segretario di Stato Vance, il quale ha dovuto cancellare altre visite in Europa, sarà presente alla riunione. Il presidente americano ritiene cruciale l'installazione dei Pershing e dei Cruise alle frontiere con l'Urss: a suo parere, senza di essa, l'equilibrio strategico verrebbe compromesso. La Casa Bianca ha definito «una manovra propagandistica» il ritiro della sesta divisione sovietica dalla Germania orientale, coi suoi 10 mila uomini circa e 300 carri armati, osservando che gli uni non sono neppure la cinquantesima parte delle truppe russe nel Patto di Varsavia, e gli altri sono vecchi «T5» pressoché obsoleti. Carter è convinto che il progetto dei 572 missili verrà approvato, e i negoziati con la Russia per la loro limitazione incominceranno parallelamente con la costruzione degli impianti. Lo conforta la minaccia del cancelliere tedesco Schmidt di dimettersi qualora il suo partito si opponesse. Il sì del Consiglio della Nato gli è indispensabile anche per la ratifica del Salt. oltre che per ammonire l'Urss a non strumentalizzare le tensioni nel Golfo Persico e nel Medio Oriente. Il presidente contava sull'entrata in vigore della limitazione delle armi strategiclie entro la fine dell'anno: ma il leader del Senato Byrd ha dichiarato che non organizzerà il dibattito prima della chiusura per le vacanze invernali il 21 dicembre. Byrd. un suo sostenitore ha addotto due ragioni: la crisi iraniana, e la mancanza della necessaria maggioranza dei due terzi. La ratifica del Salt 2, in verità, è il punto più incerto dei programmi carteriani. La rendono tale numerosi fattori: l'insistenza dei senatori —più di un terzo — che esso sancirebbe la superiorità nucleare sovietica: la fine della sindrome del Vietnam, della paura cioè d'intervenire militarmente all'estero: la persuasione clie l'espansionismo dell'Urss vada contenuto: la quasi unanimità del Congresso nel sostenere un aumento del bilancio della Difesa. La cattura degli ostaggi dell'ambasciata a Teheran è stata uno spartiacque per gli Stati Uniti: essi considerano finita la loro «ritirata». c

Persone citate: Byrd, Cruise, Kennedy, Kruscev, Mondale, Schmidt