Dal psi e dalla dc due voci contro il governo Cessiga di Luca Giurato

Dal psi e dalla dc due voci contro il governo Cessiga Dichiarazioni dei vicesegretari Signorile e De Mita Dal psi e dalla dc due voci contro il governo Cessiga Dovrebbe cadere dopo il congresso della de - Bodrato: «Non ci sono alternative alla solidarietà democratica» - Longo e Zanone respingono una crisi al buio e si appelleranno al Parlamento ROMA — Il vice-segretario del psi. Signorile, annuncia che la crisi di governo ci sarà a febbraio, subito dopo il Congresso de e non a maggio, come vorrebbe Craxi. Il vice-segretario de. De Mita, è d'accordo con Signorile: a suo giudizio, anzi, il governo Cossiga è già liquidato. Più cauto e riflessivo, ma ormai convinto che una svolta decisiva nella situazione politica non può essere rinviata a lungo. Bodrato afferma che «non ci sono alternative alla polìtica di solidarietà nazionale». Un altro autorevole de. Granelli, vicinissimo, come Bodrato. a Zaccagnini. guarda a un imminente dopoCossiga e precisa: «Il coinvolgimento del pei. pur escludendo in questa fase la compresenza al governo con la de. può essere ricercato con la disponibilità ad accordi più impegnativi delle precedenti esperienze politiche». La situazione è estremamente tesa, mentre si accentua lo scollamento della maggioranza parlamentare. Per fronteggiarla (o almeno per salvare il salvabile prima del congresso de) tre segretari di partiti di governo hanno preso ieri iniziative diverse, ma ugualmente costruttive. iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiimmiiiiiiiiiiiiiiiiiMii CENTO ANNI FA Per martedì mattina — quando avrà inizio il dibattito sugli euromissili che trova, per motivi ed esigenze diverse, il governo in difficoltà — Zaccagnini ha convocato a Piazza del Gesù un «vertice» della delegazione de al gran completo: Piccoli. Bartolomei. Bianco. Gullotti. De Mita. Donat-Cattin e Gaspari. La riunione (dice un comunicato laconico, ma significativo) «sarebbe dedicata a un esame dei problemi che attualmente sono all'attenzione del governo e del Parlamento». Un modo diplomatico-burocratico per dire che se non si fa qualcosa di concreto ed efficace prima del voto sui missili la situazione può precipitare. Anche Longo e Zanone avvertono odor di bruciato attorno a Palazzo Chigi. Tanto, clie già ieri hanno messo con molta chiarezza le mani avanti, dichiarandosi nettamente contrari a una crisi al buio. Il governo (sostengono in pratica i leaders del psdi e del pli) dovrà fare le valigie solo se sarà battuto da un voto del Parlamento. La circostanza non è improbabile tanto che proprio Longo. ieri, ha dichiarato: «Certo, se il Parlamento non dovesse esprimere un voto chiaro sugli | euromissili, il governo ne do! crebbe trarre tutte le conse| guenze». La posizione del psdi è netta: installare gli euroj missili e. contempcrane aj mente, avviare una trattativa j con l'Urss: «Lo squilibrio attuale — precisa Longo — va l colmato». I comunisti hanno lanciato I tesi diverse e. nella de. Andreotti avrebbe preso una poj sizione più sfumata di quella | di Cossiga auspicando, in una ! lettera al presidente dei deputati Bianco, « una mozione che lasci aperta la possibilità di un volo largamente unitario in Parlamento». Dalla clinica dove si è fatto ricoverare per un piccolo intervento opera- torio, Andreotti continua con grande attenzione a curare i rapporti di «buon vicinato» dc-pci. A Zanone interessa invece un rilancio del pentapartito senza i comunisti. Al Consiglio nazionale del pli. il segretario ha detto che. «qualora prendessero consistenza iniziative di crisi che ogni giorno sono affacciate seppure soltanto per smentirle, il partito liberale è d'avviso che il governo non dovrebbe esitare a richiedere dal Parlamento o la conferma della fiducia, o un atto di sfiducia motivato affinché nella motivazione si delinei la successione possibile». Se l'avvio dell'ottava legislatura «è stentato e i sostegni all'azione di governo sono deboli e incerti, tuttavia — ha precisato Zanone — un imperativo istituzionale prima che politico suggerisce che questo governo a maggioranza incerta riesca a durare finché sia certa una nuova maggioranza». Tale maggioranza non c'è oggi e non ci sarà quasi certamente né dopo il Congresso de né dopo le elezioni di maggio. Perché, allora, non si mette il governo Cossiga ih condizioni di poter lavorare in pace, approvando invece che boicottando continuamente, dall'interno di certi gruppi della maggioranza, i suoi provvedimenti? Luca Giurato

Luoghi citati: Roma, Urss