Tanti piccoli Fonzie

Tanti piccoli Fonzie Interviste ai bambini della media a Settimo Tanti piccoli Fonzie Televisione e bambini. «Mostro» moderno, il piccolo schermo è un passatempo comodo: a portata di mano al punto che i ragazzi restano davanti alla tv per parecchie ore al giorno. Troppe. Il bombardamento di immagini non è quasi mai innocuo. Come ha dimostrato la scrittrice americana Mary Win nel suo best-seller «Tv-droga?» le trasmissioni incidono negativamente sulla personalità dei piccoli spettatori. Mario Rossi, 12 anni, occhiali sulla punta del naso «a patata», la mano sempre in testa a spettinarsi i capelli, di domenica resta davanti alla televisione dalle 10 del mattino alle 11 di sera: qualche intervallo per il pranzo, la cena, la merenda. Altri ragazzi della scuola media del villaggio Fiat di Settimo (la più grande della provincia, tanto che ancora vi si deve ricorrere ai doppi turni) confessano di fermarsi a guardare i programmi tv per gran parte del pomeriggio: praticamente da quando rientrano a casa, dopo la scuola, fino all'ora di cena. Qualche eccezione soltanto. Per Elena Durìn la televisione è un «rumore» che le fa compagnia quando lavora all'uncinetto. Patrizia Pisano si è impegnata a «razionarsi nell'uso di questo accattivante elettrodomestico per non esserne poi la schiava e conservare del tempo utile per leggere libri». Ai bambini di 10-14 anni la televisione piace. Guardano più gli spettacoli delie emittenti private piuttosto che quelli nazionali, ma soprattutto perché gli uni propongono trasmissioni per tutto il giorno mentre gli altri cominciano i programmi soltanto alle 17. Si dicono «abbastanza» soddisfatti di quello che vedono. Andrea Dell'Anna lamenta che vengono trascurati i collegamenti sportivi: dovrebbero dedicare maggiore spazio al motocross e allo sci. Gianluca Lombardo vorrebbe vedere gare di nuoto e «un bel po'» di tennis. Claudio Cicala, al contario, dice che di sport, specialmente di calcio, ce n'è persino troppo e sarebbe forse il caso di «tagliarne». / pareri sono molti e spesso discordi: Raffaele Donato non guarda i cartoni animati di «capitan Harlok» «perché è un personaggio senza anima» e preferisce il marziano Mark, giunto, chissà come, sul pianeta-terra. Marco Bossa toglierebbe i film «classici» d'amore, vecchi di anni, che propongono storie incredibili, sdolcinate e impossibili. Anna Chiara Tampone vorrebbe assistere a documentari di fisica e di chimica. Anna Lunari vedrebbe volentieri dei documentari sulla vita dei romani. Poi c'è chi aumenterebbe lo spazio dedicato a trasmissioni musicali; chi cerca i film di fantascienza; chi, addirittura, guarda con interesse la «tribuna politica» che talvolta annoia anche i grandi. Salvatore Guglielmo si domanda perché non venga trasmessa l'Odissea, l'Eneide e altri sceneggiati tratti dai grandi romanzi classici che sarebbero molto istruttivi. «In tutte le trasmissioni — dice, aggressiva, Carmen Giuliana, frangetta di capelli neri sulla fronte, — chi la fa da padrone è sempre l'uomo che è l'eroe, protagonista buono e vincitore di tutte le storie. Ai personaggi femminili vengono, invece, riservate parti secondarie e incolori. Sono magre, indifese, bruttine, e anche un po' oche». «Non è giusto — aggiunge con il piglio della denuncia — Sandokan, ad versari mentre "la perla di Labuan" finisce per essere ammazzata. Ancora: il capitan Harlok se la cava in tutte le situazioni mentre le donne "Manzoniane" sono sempre sconfitte». Ci sarebbe qualche cosa da rivedere. Uno sceneggiato per essere bello, dovrebbe proporre come protagonista una ragazza robusta, graziosa, con la pistola, in grado di tenere testa agli uomini: e se proprio deve morire qualcuno, alla fine del racconto, sia il suo «lui» a soccombere. La tv condiziona i ragazzi? Soltanto Mauro Rorato confessa di ripetere spesso il «no bbuono» di Andy, il personaggio de «L'altra domenica». Gli altri dicono di non scimmiottare gli eroi televisivi. In realtà, la preside della media di Settimo, Vana Magnani, ha visto schiere di bambini che hanno chiesto ai genitori di comperargli un cane sperando di allevare un «Rin-TinTin». Guardando i telefilm su Robin Hood, Zorro, Ivan ho e i piccoli hanno sognato di partecipare ai 'duelli cavallereschi di cappa e spada o ai tornei medievali. Si sono trasformati in tanti piccoli Fonzie, un po' furbastri un po' spacconi, ripetendo «hey»: pugni chiusi all'altezza del petto, pollice allungato verso l'alto. E quando corrono lo fanno, come gli eroi stellari, «più veloce della luce». I. d. b. Gli studenti della terza media di Settimo

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