Benzina più cara di 60 lire il litro? (Tante veci e nessune le smentisce) di Eugenio Palmieri

Benzina più cara di 60 lire il litro? (Tante veci e nessune le smentisce) «La situazione si mette male» dice il presidente dei petrolieri Benzina più cara di 60 lire il litro? (Tante veci e nessune le smentisce) «La risposta dovrebbe venire dal governo» dice Theodoli - L'adeguamento dei costi avverrebbe da gennaio e deriverebbe da rincari che saranno decisi il 13 dicembre dall'Opec a Caracas ROMA — All'inizio dell'anno un nuovo aumento del prezzo della benzina? Una voce sempre più insistente che nel giro di qualche settimana potrebbe tradursi in realtà. Abbiamo «girato» la domanda al presidente dell'Unione Petrolifera Theodoli e ai sindacati. «La risposta dovrebbe venire dal governo — afferma Theodoli — anche se posso affermare che la situazione si sta mettendo molto male. Se come è probabile, ì paesi dell'Opec decideranno nella riunione del 13 dicembre a Caracas nuovi rincari, entro gennaio ci dovrà essere anche in Italia un adeguamento dei costi. Come dosarli sarà compito del governo: un aumento della benzina o degli altri prodotti petroliferi, oppure una drastica riduzione dei consumi». Secondo alcuni calcoli qualora il petrolio greggio aumentasse di 10 lire al chilo la benzina dovrebbe subire un incremento di 60 lire al litro. Se invece si penalizzasse l'olio combustibile si avrebbe un aumento di 20 lire, r Ma qual è lo stato degli approvvigionamenti? Il ministero dell'Industria ha lasciato filtrare alcune cifre che, se risultassero esatte, farebbero presagire per l'Italia un anno disastroso. «Non è terrorismo — sostiene Theodoli — ma un "buco" di 20 milioni di tonnellate equivale ad un quinto del fabbisogno nazionale e purtroppo ancora non sappiamo che cosa il governo intenda fare. Le compagnie petrolifere, ma anche altre, fanno pro¬ grammazioni quinquennali mentre in Italia non si riesce a conoscere la strategia dei prossimi mesi». Anche i sindacati sono critici verso il governo. «Noi non siamo sfavorevoli agli adeguamenti dei prezzi — si sostiene alla Cisl —poiché non è possibile andare contro il mercato ma non li possiamo accettare in assenza di una seria politica energetica. Si pro- cede, mettendo toppe a destra e a sinistra: casse conguaglio che non servono a niente, tanti piani che restano poi nel cassetto. Intanto abbiamo la Mach che ha chiuso, l'Api che da un momento all'altro si proporrà come nuovo caso, l'Agip dove si lavora anche 16 ore al giorno per turare le falle». Un fine '79 preoccupante. I consumi che dovevano essere contenuti, anche in base agli accordi presi in sede Aie (Agenzia Internazionale per l'Energia), a fine anno saliranno di circa il 4 per cento rispetto al '78. Si è bruciata benzina per l'8 per cento in più. più petrolio per riscaldamento (11 per cento), più gasolio per autotrazione (17 per cento), più olio combustibile per uso elettrico (6 per cento). E la tendenza non sembra mutare con l'approssimarsi del nuovo anno. Ad un «buco» di 20 milioni di tonnellate (dalla tabella approntata dalle compagnie risulta che sono stati assicurati soltanto 82 milioni di tonnellate per 1*80 su un fabbisogno di 104) si aggiungono fattori esterni la cui influenza non è ancora quantificabile. Il 13 dicembre a Caracas l'Opec dovrebbe decidere nuovi aumenti del prezzo del petrolio. Recenti dichiarazioni del ministro Kuwaitiano Al Oteiba e del potente saudita Yamani fanno prevedere un atteggiamento meno morbido proprio da parte di paesi tradizionalmente più moderati e influenti. Lo scacchiere mediorientale è in fermento. La crisi iraniana e il focolaio sviluppatosi in Arabia Saudi ta sono i sintomi più concreti di un malessere diffuso che rischia di rimettere in discussione i rapporti economici con i paesi occidentali. Il ministro dell'Industria Bisaglia ha chiesto -al presidente del Consiglio di valutare con i colleghi di governo la opportunità di un'iniziativa nei confronti dei Paesi con cui manteniamo rapporti di scambio per assicurarci un flusso di approvvigionamenti sufficiente alle nostre esigenze». «Bisogna passare ai fatti — sostiene Theodoli — il petrolio non si trova da un giorno all'altro né l'Ente di Stato, proprio da un punto di vista operativo, può fare molto di più di quello che sta facendo». Problemi anche sul piano interno. I repubblicani hanno fatto un'interrogazione e vo gliono che il governo esca allo scoperto sulle cifre del 1980. I comunisti preannunciano una dura opposizione sul nuovo decreto per l'energia. Le misure contestate riguardano, tra l'altro, l'aumento delle imposte sul gpl. la destinazione dei 57 miliardi per l'acquisto di gasolio all'estero. Intanto la mancanza di gpl per uso domestico e cherosene viene denunciata in una nota del sindacato esercenti combustibili che ha deciso una serie di chiusure di protesta da articolarsi per regione e nel tempo. In seguito si conosceranno data e regioni interessate. Eugenio Palmieri

Persone citate: Bisaglia, Saudi, Yamani

Luoghi citati: Arabia, Caracas, Italia, Roma