Carter irremovibile con l'Iran ma rifiuta di porre ultimatum di Ennio Caretto

Carter irremovibile con l'Iran ma rifiuta di porre ultimatum Una conferenza stampa in equilibrio tra forza e diplomazia Carter irremovibile con l'Iran ma rifiuta di porre ultimatum Già 54 deputati premono per una linea dura - Il Presidente ha presentato ricorso alla Corte dell'Aia per la liberazione degli ostaggi - «Non è consigliabile che io dia una scadenza per azioni militari», ha detto - Ha esaltato però la civiltà Usa «che resta la più forte del mondo» - Reza Palliavi lascia l'America? C AL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — In una conferenza stampa, nella quale si è rivolto non solo al popolo americano, ma anche a quello iraniano, il presidente Carter ha ribadito nella notte tra mercoledì e giovedì la sua determinazione a ottenere il rilascio degli ostaggi dell'ambasciata di Teheran e il suo rifiuto di scendere a compromessi col regime deWayatollah Khomeini. Parlando dal I salone dei ricevimenti della, Casa Bianca, in preda a unalvisibile indignazione, il capo [di Stato e di governo del Pae- se più forte del mondo ha am-|monito l'Iran «che deve ren- dersi conto della gravità della '■situazione da lui creata e delle {gravi conseguenze che ne deri-1veranno se verrà fatto del ma-: leaiprigionierU. |Quasi contemporaneamen-lte. i medici del Cornell Medi- j cai Centre di New York han- no annunciato che lo Scià. Isottoposto nelle scorse settimane a terapia radioattiva contro il cancro e a due interventi per l'estrazione di calcoli dal condotto biliare, «è in condizioni di partire in qualsiasi momento-. L'aereo personale di Reza Pahlavi. con la bandiera messicana sulla fusoliera, è già in attesa all'aeroporto Kennedy, pronto a spiccare il volo per Cuernavaca. Nella conferenza stampa, il presidente Carter, teso e risoluto insieme, ha espresso la speranza che l'opinione pubblica mondiale «e la nostra adesione ai princìpi della diplomazia e del diritto internazionale- consentano una soluzione pacifica della crisi. Quasi a sottolineare questo atteggiamento, ha presentato subito dopo ricorso alla Corte dell'Aia perché ordini la liberazione dei prigionieri. Assommandosi alla partenza dello Scià per il Messico, partenza che dovrebbe avvenire prima del dibattito al Consiglio di sicurezza dell'Onu domani sera alle 21, le sue iniziative potrebbero teoricamente sbloccare la situazione. Ma Carter stesso si rende conto che, anche se cosi fosse, si tratterebbe di un processo lungo e difficile. Il sintomo più chiaro della rigidità e del radicalismo del regime dell'ayatollah Khomeini è stato la sostituzione di Bani Sadr al ministero degli Esteri con quella di Ghotzbadeh. In privato, il Presidente l'ha definita «un fatto negativo». In Ghotzbadeh, che di recente fu intervistato dalla rete televisiva Abc. si ravvisa il «falcodel Consiglio rivoluzionario: di lui si ricorda soprattutto che è stato nell'esilio francese il capo delle guardie del corpo e dei servizi segreti deWayatollah. Carter si è apertamente riservato il ricorso alla forza per la soluzione della crisi, ma non ha voluto porre un ultimatum all'Iran. «Non riposeremo né abbandoneremo i nostri sforzi — ha detto—sinclié tutti gli ostaggi saranno stati rilasciati... Ma non è saggio che io esponga in pubblico tutte le nostre opzioni... Le altre iniziative che potrei deci ^e d'intraprendere si collociterebbero nel futuro, una volt<>- esaurite tutte quelle paci/icfte»' Alle insistenti do mande rivoltegli dai giornalistì- Carter ha risposto: «Non è possibile né consigliabile che 10 stabilisca una scadenza per '« iniziative che potrei prendere in futuro... Neppure un is«a"'e mi dimentico dei pri genieri, la cui vita e salvezza dipendono da me... Una minaccia eccessiva, o un eccessi- va convinzione del governo iraniano di essere duramente colpito da un intervento militare... potrebbero causare la loro morte-. Questa opposizione a un ultimatum è stata l'unico punto su cui il Parlamento ha criticato il Presidente. Il deputato Stratton e 53 colleghi di entrambi i partiti, democratico e repubblicano, hanno subito stilato una mozione perché Carter lo imponga. E' certo che Carter dedicherà le ore che restano prima della convocazione del Consiglio di Sicurezza al congelamento della mozione e alla sollecitazione dell'esame della sua richiesta da parte della Corte internazionale dell'Aia. A Washington si teme che Ghotzbadeh non parteciperà alla seduta all'Onu. ma il rappresentante americano Donald McHenry è deciso a portare a compimento «un dibattito completo-. Due appelli sono stati sinora rivolti all'Iran dal presidente di turno del Consiglio, il boliviano Palacios De Vizzio, per la liberazione degli ostaggi. L'O- Ennio Caretto (Continua a pagina 2 in terza colonna)

Persone citate: Bani Sadr, Kennedy, Khomeini, Palacios De Vizzio, Reza Pahlavi