Papa Wojtyla in Turchia porta tra Europa e Asia

Papa Wojtyla in Turchia porta tra Europa e Asia Ospite in un Paese prevalentemente islamico Papa Wojtyla in Turchia porta tra Europa e Asia Domani s'incontrerà con il Patriarca ortodosso Demetrio I Insieme lanceranno un appello per Funione delle Chiese CITTA' DEL VATICANO — Con l'Islam in ebollizione, la crisi Iran-Stati Uniti e la minaccia diretta di attentati, papa Wojtyla parte stamane alle 8 da Fiumicino per la Turchia dove in tre giorni visiterà Ankara, Istanbul, Smirne e Efeso per rientrare a Roma venerdì sera, 30 novembre. E' il viaggio più breve (meno di 3600 chilometri fra andata e ritorno) ma anche il più diverso e rischioso fra le, tredici trasferte fuori d'Italia compiute in 15 anni da due Papi: nove Paolo VI, quattro Giovanni Paolo II da gennaio a oggi. Prima di tutto il Papa è «ospite di Stato» di un Paese non solo rigidamente laico, ma quasi al cento per cento islamico: un paese-cerniera fra l'Europa e l'Asia, ai confi-1 - ni con l'Iran di Khomeìni, con, \ l'Urss, gli Stati arabi del Medio Oriente e la Grecia, dalla quale lo divide la vertenza di Cipro. Sarà esaltata, quindi, per necessità la natura politica di «Capo di Stato», che accompagna il Pontefice. Ma il viaggio sarà soltanto ecumenico da «Capo della Chiesa», nella continuità con Paolo VI che nel luglio '67 venne in Turchìa per abbracciare il vecchio patriarca Atenagora. Fra giovedì 29 e venerdì 30, Wojtyla abbraccerà il nuovo patriarca Demetrio. Insieme lanceranno il «dialogo teologico» per avvicinare l'unione fra la Chiesa cattolica, 730 milioni di fedeli, e le quattrodici Chiese ortodosse autonome: 160 milioni, dei quali da cinquanta a cento milioni nell'Urss, sotto il Patriarcato di Mosca, che guarda con interesse e qualche sospetto agli incontri turchi. «Il Papa ha scelto una data sbagliata per venire in Turchia—ha scritto un quotidiano di Ankara — perché coincide con un momento in cui i contrasti fra musulmani e cristiani sono attignati dagli eventi iraniani». Anche a Smirne, nei giorni scorsi, sono avvenuti scontri anti-americani, fomentati da gruppi islamici. Vi sono le minacce contro la vita di Giovanni Paolo II, contenute in una lettera al giornale Milliyet. che sarebbe stata scritta da un terrorista, Mhmet Ali Agca, accusato dell'omicidio del giornalista Abdi Ioekci, direttore di quel quotidiano. 'Sono evaso dalla prigione militare di Ankara — annuncia — per uccidere il Papa durante il suo soggiorno a Istanbul*. A Madrid, un esercito segreto armeno ha rivendicato una serie di attentati: 'Il Papa non vada in Turchia-. Agli occhi di molti islamici l'unità fra i cristiani è una minaccia: «Contro chi si riuniscono?-, ha domandato un giornale turco. C'è una diversa ottica a Roma e a Ankara, nell'Occidente cristiano e nell'Oriente islamico. Un appello alla pace del Papa, rivolto a Khomeini, sarebbe naturale all'Ovest. Per l'Islam ha il sapore di una provocazione a vantaggio degli Stati Uniti. Nel '67 Paolo VI s'inginocchiò in Santa Sofia, nei primi secoli basilica cristiana, poi trasformata in moschea, infine in museo per ordine di Ataturk. Quel gesto provocò polemiche fra i musulmani: oggi c'è chi teme che un identico atto di papa Wojtyla nella visita a Santa Sofia potrebbe scatenare reazioni violente. A scongiurare risentimenti contro il Patriarcato ortodosso, Giovanni Paolo II, a differenza di Montini, incomincia il viaggio da Ankara, la capitale, per riguardo al governo: sarà accolto all'aeroporto dal Presidente della Repubblica, ma gli restituirà due visite nella sua residenza. Nel programma ufficiale, per prevenire ripicche, gli incontri con il patriarca sono camuffati con singolari formule: i-Incontri con diversi capi religiosi-. «Visita al Fanar(sede del Patriarcato). «Cerimonie in onore di S. Andrea-, si dice del solenne rito che sarà culmine dei colloqui ecu- menici fra il Papa e Demetrio. Il nuovo governo, presieduto dal conservatore Demirel (che ricevette anche Paolo VI) ha ereditato dallo sconfitto Ecevit, socialdemocratico, la! visita papale e cerca di usarla con abilità: trarne prestigio fuori della Turchia, specie in Occidente; evitare aspre reazioni musulmane che sono in agguato. Sarà difficile, quindi, per il Papa parlare di problemi internazionali in cui la Turchia si trova in condizioni delicate. Con l'Iran ha buoni rapporti e soprattutto teme passi falsi che accendano il fuoco islamico sotto la cenere turca. L'ambasciatore greco-cipriota in Vaticano ha chiesto al Papa di porre a Ankara il problema di Cipro: come potrà introdurre un tema tanto esplosivo? Le divisioni politico-religiose sono tali da aver costretto il Vaticano a far modificare la rotta del «Boeing 727» dell'Alitalia che ospita il pontefice, i 19 prelati e 1 50 -giornalisti. Per non sorvolare la Grecia, dove la chiesa ortodossa è insorta contro Caramanlis che vuole rapporti diplomatici con la S. Sede, l'aereo passerà sulla Jugoslavia e la Bulgaria. Anche un telegramma protocollare del Papa in volo può complicare la vita del governo greco e inasprire i rapporti con gli orto dossi greci. Lamberto Fumo