Al processo per Patrica anche tra il pubblico c'è chi grida: «a morte» di Silvana Mazzocchi

Al processo per Patrica anche tra il pubblico c'è chi grida: «a morte» Insulti al legale di parte civile Al processo per Patrica anche tra il pubblico c'è chi grida: «a morte» Il presidente allontana gli imputati dall'aula DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE L'AQUILA — .Non chiamarlo per nome, capito?». E' stata una scintilla. L'avvocato Fabrizio Pagliei, parte civile, aveva appena richiamato la corte a quella che lui ha definito da prova umana» nel processo per la strage di Patrica: Roberto Capone, il terrorista rimasto ucciso dal fuoco del suoi compagni l'8 novembre 1978. Ed aveva detto: •La prima prova è proprio Capone, con la sua costellazione umana». L'avvio è partito da Rosaria Biondi che di Capone era la fidanzata. .Basta», ha gridato. -Bastardo, statti zitto», ha subito aggiunto Nicola Valentino. .Figlio di puttana», ha urlato la Biondi. Il presidente della corte di assise Sergio Tentarelli ha interrotto la gazzarra e ha espulso gli imputati dall'aula: .C'è un limite a tutto», ha detto. Mentre Rosaria Biondi e Valentino vengono allontanati, Pagliei riprende a parlare: .Non posso replicare alla signora Biondi definendola come lei mi ha definito, perché ieri sua madre è venuta in aula ernie parsa una persona dabbene». .Zitto, figlio di puttana», lo insulta ancora la Biondi e Valentino gli grida in faccia: .Sarai ammazzato». Ormai gli imputati sono fuori, trascinati dai carabinieri, ma dal pubblico folto si leva una prima voce: .A morte», dice uno. .A morte», ripete un altro dalla parte opposta dell'aula e un terzo rincara : «Per voi solo la morte ci vuole». Il presidente impone il silenzio. Il p. m. tace, come d'abitudine. Seduta su una panca inter-1 na, la madre di Paolo Ceriani Sebregondi, il terzo imputato che non è mai venuto in aula e che ha accettato di farsi difendere, sembra intimorita. .Voglio cominciare ringraziando i giudici popolari per non avere accettato quelle sane forme di assenteismo che gli imputati avevano loro consigliato», ha iniziato l'avvocato Pagliei, parte civile per la famiglia del giudice Calvosa e per quella dell'autista Luciano Rossi. L'avvocato Pagliei, di Prosinone, amico del giudice assassinato, figura forense un po' retorica, ma di coraggio, fin dalla prima udienza aveva affrontato direttamente gli imputati. Poi ha ricordato i genitori; di Rossi, il padre cieco del giovane, che vive alla Sgurgola, un paesino della Ciociaria. Le origini proletarie dei morti, opposte a quelle borghesi o addirittura nobili (alludeva a Ceriani Sebregondi) degli Imputati. .Non capisco — ha detto — come si possa uccidere chi non si conosce, chi non ha fatto nulla contro chi lo ammazza. La strage di Patrica è stato un delitto sbagliato ed inutile perfino per la loro logica». Ed arrivando alla responsabilità diretta nella strage ha indicato gli imputati nella gabbia e ha ricordato quello assente. «La prova è nei loro proclami», ha aggiunto riferendosi alla .risposta di guerra e di morte», con la quale Valentino venerdì scorso ave> va replicato, nel «comunicato n. 2», al presidente Tentarelli che gli aveva offerto una pos< sibilità di esporre le proprie «motivazioni politiche». Va avanti l'avvocato Pagliei. Oltre alla prima prova, cioè a Capone ucciso .perché è tanta l'ubriachezza dell'odio» di coloro che ammazzano che finiscono «per colpirsi reciprocamente», c'è la scoperta delle assenze di Valentino e soprattutto della Biondi, .che si allontanò da casa sua con una scusa sin dal 6 novembre, avendo come reale obiettivo Patrica dove la strage dovevat essere compiuta». E ancora Pagliei si occupa 'di Ceriani Sebregondi. Secondo l'avvocato, non c'è dubbio che il giovane fisico (il giudice istruttore lo escluse dalla partecipazione al delitto, limitandosi ad indicarlo solo tra gli organizzatori della banda armata) abbia partecipato all'agguato dell'8 novembre stando a bordo della seconda vettura usata dal commando, quella «131» che poi tentò di recuperare ili novembre a Latina Scalo, ove i carabinieri lo ferirono e arrestarono. Pagliei ha voluto parlare anche del testimoni. Ha tentato di dimostrare che chi non ha ricordato bene quanto aveva visto sulla scena del delitto o non ha riconosciuto gli imputati dalle foto, forse l'ha fatto per paura. 1 .Una speranza però c'è — ha aggiunto Pagliei —perché una testimone ha raccontato e ciò prova che i giovani parlano perché sono generosi». Si, riferiva alla ragazzina quattordicenne, superteste In questo processo, che giovedì scorso aveva confermato in aula i riconoscimenti di Capone e della Biondi. Silvana Mazzocchi

Luoghi citati: L'aquila, Latina, Patrica, Sgurgola