Ogni sfumatura sulle ali di un milione di farfalle di Angelo Dragone

Ogni sfumatura sulle ali di un milione di farfalle Presentata una serie di preziose collezioni Ogni sfumatura sulle ali di un milione di farfalle La raccolta fa parte del Museo regionale di scienze istituito nelredificio dell'ex S. Giovanni - Pesci rarissimi e cristalli di quarzo Il nuovo Museo delle Scienze naturali, istituito l'anno scorso con apposita legge della Regione, incomincia a mostrare il suo volto più concreto. Come è stato messo in rilievo dal presidente della giunta regionale Viglione e dall'assessore Fiorini durante una conferenza stampa svoltasi ieri mattina «non a caso» nel Museo di zoologia di via Accademia Albertina 17.11 nuovo istituto ha potuto subito contare su una sede di prestigio (l'edificio castellamontiano dell'ex ospedale di San Giovanni), che una serie di interventi di risanamento e ristrutturazione filologica metteranno tra non molto in condizione di rispondere pienamente alle esigenze funzionali. Avranno cosi finalmente adeguata sistemazione i veri e propri »tesori< di cui il costituendo museo potrà esser dotato. Fra le altre, vi confluiranno in buona parte le raccolte di alcuni istituti della Facoltà di Scienze dell'Università (Zoologia. Geologia. Mineralogia, Anatomia comparata. Paleontologia). Non si pensi perù, ha detto Viglione. al nuovo museo regionale come a un «momento assorbente» di preesistenti istituzioni. Scopo della Regione è il loro rilancio e il potenziamento, come possono testimoniare i programmi e le recentissime acquisizioni che già dall'anno prossimo verranno presentate anche al pubblico. Si tratta, come hanno spiegato l'assessore Fiorini, 11 prof. Borello, preside della Facoltà di Scienze, e i professori Malaroda. Peìrot e Rlgault. di importanti collezioni entomologiche, e di alcuni esemplari di fauna rarissima oltreché di minerali e fossili di eccezionale interesse. •La Stampa» aveva dato notizia, nelle settimane scorse, dell'acquisizione della collezione Hartig. col suo milione circa di farfalle diurne provenienti da regioni e continenti diversi. dall'Africa del Nord all'Himalaia. Sono conservate in scatole dal coperchio trasparente: allineate su più file, una sotto l'altra: le ali distese, ma senza più palpiti, rigide, recando tuttavia nell'Impalpabile screziatura che ricopre le fragili loro membrane alari il segreto messaggio della loro specie: a volte in un quasi impercettibile mutare delle forme e dei colori. Non meno rilevante l'acquisto della Collezione Spinola, o meglio di quella parte sino a ieri rimasta a Tassarolo. nell'Ales- sandrlno. che verrà a ridare unità a questo «corpus» di cui nel secolo scorso il Museo zoologico dell'Università di Torino aveva avuto modo di assicurarsi le raccolte di Imenotteri. Ora si ricongiungono con quelle dei Coleotteri e degli Emitteri. Ma è opportuno sottolineare ancora l'importanza storica di questo insieme che potrà essere apprezzato pienamente appena completato l'esame dell'imponente carteggio che lo Spinola ha intrattenuto con i più grandi entomologhi del suo tempo e che. sempre a cura della Regione, è stato fotocopiato nell'intera sua consistenza di 14 mila lettere. Numericamente esiguo — ma di eccezionale portata — appare il dono d'un giovane medico dell'ospedale di Asti. 11 dott. Erik Domini, che, reduce da un soggiorno di lavoro nelle isole Comore, ha offerto al nuovo museo regionale quattro esemplari di Latimeria: un pesce lungo circa metri 1,70. che, vero «fossile vivente», abita acque abissali alla profondità di 1000 metri, tra fondali rocciosi (impossibile la pesca con le reti), trovandovi le condizioni ambientali che gli hanno sin qui permesso di sopravvivere. Il primo esemplare di Celacantlde (tale 11 nome della famiglia) venne catturato nel dicembre del '38 nella Colonia del Capo. Il secondo nel '52, appunto nell'arcipelago delle Comore, dove in seguito sono stati pescati in media intorno ai tre «capi> all'anno. Di questi pesci, che costituiscono 1 rappresentanti viventi d'una famiglia considerata estinta dal Cretaceo, vale a dire da cento milioni di anni fa, si conoscono oggi soltanto una sessantina di esemplari, tutti nei musei. Singolari alcuni caratteri morfologici che, sotto il profilo evolutivo, pongono questi pesci più vicino agli anfibi che agli altri animali della loro •classe». Non meno «spettacolari» appaiono i due -pezzi» di cui si sono arricchite le raccolte geologiche e mineralogiche del museo: un legno silicizzato tratto dalla foresta pietrificata dell'Arizona (lungo un metro, da 50 a 81 centimetri il diametro, pesa una tonnellata) e uno splendido campione di quarzo proveniente da Issogne e costituito da un gruppo di una ventina di cristalli (il maggiore dei quali di 12 centimetri per 12) trovato da raccoglitori collezionisti nel 1971, in una vena di quarzite: il più grande tra 1 quarzi fin qui trovati nelle Alpi Occidentali, per il cui ricupero sono occorse circa 150 giornate lavorative dì dieci ore luna, a quattro persone. Angelo Dragone

Persone citate: Borello, Erik Domini, Fiorini, Malaroda, Spinola, Viglione

Luoghi citati: Africa Del Nord, Ales, Arizona, Comore, Himalaia, Issogne, Tassarolo