Una divorziata dell'800

Una divorziata dell'800 Con questo libro Edith Wharton ebbe il Pulitzer nel '20 Una divorziata dell'800 Edith Wharton: «L'età dell'innocenza», ed., Longanesi, pag. 267, lire 6000. Con L'età dell'innocenza, che vinse il premio Pulitzer nel 1920, Edith Wharton contemporaneamente raggiunse la consacrazione definitiva nella carriera che si era scelta e che aveva perseguito ostinatamente per molti anni, e saldò tutte le pendenze residue nei confronti del proprio passato. Figlia di quella stessa società newyorchese ricca e rigida che avrebbe descritto meglio di chiunque altro, la Wharton non diversamente da molte sue eroine era andata sposa poco più che ventenne a un prospero finanziere scelto dai suoi genitori, e deciso a considerarla non più di un ninnolo grazioso. Erano gli anni 1880 e la Wharton dovette aspettare due decenni, e una grave malattia del marito, perché alla sua vocazione letteraria fosse finalmente concesso di esprimersi alla stregua di una occupazione legittima; e non pochi dei suoi romanzi, non escluso nemmeno Ettian' From, alla cui felice riscoperta durante la stagione scorsa dobbiamo la proposta del libro odierno, risentono dei limiti imposti alla sua esperienza di vita. Proprio di questi limiti la Wharton ormai anziana vuole dar conto a una generazione ormai completamente rinnovata, quando nell'Età dell'innocenza racconta una storia di mezzo secolo prima e per giustificarla le architetta intorno, con meticolosa precisione, la più fedele ricostruzione possibile delle usanze e costumanze in cui era stata allevata lei stessa, e dalle quali si era dovuta dolorosamente emancipare. Newland Archer è il giovane modello, pieno di buoni e corretti sentimenti, che la migliore società, attestata, allora come oggi, con variazioni di poche centinaia di metri, intorno alla Quinta Strada, ha espresso, e la cui carriera ora si accinge a controllare. La prima delle tappe obbligate è il matrimonio con May, sua ideale controparte femminile, che Newland è convinto di amare con slanci e onestà. Ma ecco che proprio come in tanti racconti del maestro e amico della Wharton, Henry James, ritorna in patria una parente europeizzata di May: Ellen, reduce da un disastroso matrimonio con un conte polacco da cui vorrebbe, orrore degli orrori, divorziare. Parte della buona società respinge la chiacchierata contessa, i cui parenti sono peraltro sufficientemente forti da imporla, dopo un po' di purgatorio, a tutti. La condizione è comunque che Ellen rinunci al divorzio e salvi le apparenze, benché 11 marito sia rimasto in Europa. Newland è incaricato di far da tramite nelle trattative fra la famiglia e la pecorella reduce all'ovile, e lentamente si convince del diritto alla vita della bella contessa, e se ne innamora, ricambiato. Inutile dire che questo amore verrà represso sul nascere dalle spietate leggi della convenienza e delle lealtà formali; malgrado Ellen continui a fare rare ma abbaglianti apparizioni nella sua vita, Newland non deflette dal cammino che gli hanno programmato. Si ritroverà quasi vecchio, molti anni dopo quella che rimarrà nel ricordo la grande occasione mancata della sua esistenza di cittadino esemplare, in un giardinetto di Parigi, sotto le finestre della ribelle contessa; a guardare con speranza e ammirazione la nuova disinvoltura e almeno apparente libertà dei rapporti fra i suoi figli e i loro coetanei. Masolino d'Amico Si ristampa Revelli '

Luoghi citati: Europa, Parigi