Metà dei ragazzi calabresi non finisce la terza media
Metà dei ragazzi calabresi non finisce la terza media La regione con il primato dell'analfabetismo Metà dei ragazzi calabresi non finisce la terza media Il Consiglio regionale, per l'occupazione giovanile, ha promosso un programma di recupero degli «evasori dell'obbligo scolastico» 1 REGGIO CALABRIA — A 17 anni dall'istituzione della scuola dell'obbligo (licenza di terza media o compimento dei 14 anni), il numero degli evasori in Calabria resta altissimo. Addirittura, si calcola che sfiori il 50 per cento il numero dei ragazzi che non riescono a conseguire la licenza media ed abbandonano la scuola dell'obbligo dopo pochi anni. Un dato preoccupante per una regione sottosviluppata che si aggiunge a quello, ancora più grave, dell'analfabetismo, che continua ad aggirarsi sul 15 per cento (più del doppio cioè della media nazionale). Il dato mantiene considerevolmente alto anche il numero degli alfabeti privi di titolo di studio, che, secondo il censimento del 1971, erano ben 590.857, pari al 33,57 per cento della popolazione. In poche parole, metà circa dei calabresi —esclusi i bambini sotto i sei anni — è completamente analfabeta o quasi, considerato che gli alfabeti senza ti¬ tolo passano generalmente nella prima categoria una volta divenuti adulti, quando cioè i pochi anni dì scuola e le scarse nozioni apprese diventano un semplice ricordo. Per ovviare in qualche modo a questa preoccupante piaga, 11 consiglio regionale ha approvato nella sua ultima seduta un'apposita legge per i giovani della «285» (la discussa legge nazionale sul preavviamento al lavoro) che prevede l'istituzione di un servizio sociale per l'osservanza dell'obbligo scolastico e per il recupero degli evasori. Come spiega l'assessore regionale al lavoro e formazione professionale, il de Pasquale Barbaro, «giovani laureati in: pedagogia e in sociologia o. maestri, in tutto 663 docenti,' dovranno svolgere indagini,accertare le cause dell'evasione dell'obbligo e provvedere, possibilmente ad eliminarle'. ; Ma per giungere all'approvazione del provvedimento si è partiti proprio dai dati di alcune indagini locali, che hanno già permesso di quantificare il numero degli evasori dell'obbligo scolastico, rimasto solo sulla carta anche se nella regione non esistono più paesi senza le scuole elementari o medie. Un dato preciso è venuto, ad esempio, dai 14 Comuni della Valle dell'Esaro, a nord di Cosenza: su 1732 alunni iscritti alla prima elementare dieci anni fa appena 542, cioè il 34 per cento, risultava ancora iscritto alla terza media. L'indagine ha dato anche quest'anno il 49,4 per cento di alunni che «si sono persi per strada». La percentuale di evasori è maggiore nelle famiglie di contadini; seguono quelle degli operai e ciò conferma che l'indice di evasione diminuisce nei centri urbani. Anche le cause restano legate, secondo gli esperti, alla condizione familiare e sociale. Le ripetenze, conseguenza della difficoltà dei bambini ad apprendere un linguaggio nuovo, abituati come sono ad un dialetto «stretto», costituiscono la causa principale dell'abbandono della scuola. La famiglia preferisce tenere a casa il bambino dopo averlo visto ripetere per due o tre anni la stessa classe senza profitto. Il lavoro minorile viene indicato come conseguenza, e non tanto come causa, dell'inosservanza dell'obbligo scolastico. I giovani impegnati nell'applicazione della legge regionale saranno messi alservizio di tutti 1 Comuni calabresi, anche dei più piccoli. e.i.
Persone citate: Pasquale Barbaro
Luoghi citati: Calabria, Cosenza, Reggio Calabria
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