Intervento di Giovanni Agnelli al Lions Club di Torino di Renzo Villare

Intervento di Giovanni Agnelli al Lions Club di Torino Intervento di Giovanni Agnelli al Lions Club di Torino «Senza aumento di produttività si distribuisce solo inflazione» TORINO — «Non pongo la produttività al di sopra di ogni cosa, anche se sono un industriale, ma in un contesto internazionale quale l'Italia ha scelto e con le garanzie istituzionali che ha messo in atto, rifiutare la scelta della produttività significa spingere questa Italia al di fuori dell'Europa': lo ha detto il presidente della Fiat Giovanni Agnelli parlando ieri sera al Lions Club Torino sul tema «Governabilità di impresa e convivenza civile». Dopo aver affermato che «nessuna impresa può far fronte all'esigenza interna dell'efficienza e al metro esterno della competitività, se l'ambiente in cui opera non offre condizioni di "governabilità" compatibili con questi obiettivi», Agnelli ha ricordato che alla fine del '79 sono cadute molte illusioni come quelle di credere in una stabilizzazione delle forniture di petrolio e dei prezzi dell'energia, in un maggiore ordine monetario internazionale, nella discesa dell'inflazione e nel contenimento del disavanzo pubblico. Se il mondo, alla fine di quest'anno, ha maggiori difficoltà che all'inizio dell'anno, 10 stesso vale per l'Italia con la differenza che «semmai siaìno in anticipo rispetto alle difficoltà, in ritardo rispetto alle opportunità. E questo è il segno della nostra fragilità'. Dopo aver fatto un confronto tra le tendenze parallele fra il nostro Paese e il mondo, Agnelli ha detto che molto dipende «dalla nostra capacità di individuare i terreni d'intervento adatti. In Italia due grandi gruppi sociali — i lavoratori e gli imprenditori — hanno di fatto come unico punto di contatto 11 conflitto; e come unico strumento di mediazione, la contrattazione». I comportamenti di ambedue hanno rilevanza pubblica e come tali vanno misurati. In passato il sindacato italiano ha gestito le lotte redlstributive, «oggi ha acquistato potere: ma si rende conto che per conservare la rappresentatività deve pagare prezzi che sarà sempre meno in grado di permettersi. Perché — ha detto — di vantaggi da distribuire ce ne sono sempre meno: sema aumenti di produttività si distribuisce soltanto inflazione e posti di lavoro mancanti». La stagnazione economica è il campo per il conflitto sociale più duro, mentre il ricupero della produttività «è ciò che lega la governabilità dell'impresa alla rappresentatività del sindacato, alla convivenza civile e, dunque, alla governabilità del Paese». In ogni contrattazione vi; sono due aspetti: la distribuzione dei vantaggi, che divide, e quello della produzione, che. può invece unire. Da anni — ha detto Agnelli — in Italia, più che in ogni altro Paese, prevale il primo aspetto e adesso «è tempo di spostare l'attenzione sul secondo», poiché nella stagnazione produttiva «nessuno può ottenere qualcosa in più, neppure con le migliori ragioni, senza togliere qualcosa a qualcun altro». Il presidente della Fiat ha quindi affermato che dobbiamo cercare intorno a noi il nostro nuovo modello economico sostenendo che «siamo malati di congiunturalismo, economico e politico, di ricerca del risultato provvisorio ed apparente. Bisogna trasferirsi — ha aggiunto — su un impegno di lungo periodo, cioè investire e proteggere l'investimento». Le imprese italiane hanno perso posti nelle graduatorie mondiali perché l'Italia ha perso posti nelle classifiche dello sviluppo («bastano le azioni di governanti fanatici, di corporazioni ottuse, di minoranze violente, qui come a migliaia di chilometri di distanza, per mettere in difficoltà il funzionamento dei meccanismi della società») per cui vi è una responsabilità comune e una convergenza di interessi di lungo termine per imprenditori, lavoratori, politici nel l'investire in produttività. Agnelli ha proseguito il suo intervento sostenendo che per ricostruire e soprattutto «per mantenere un pluralismo all'altezza delle prove che ci attendono, sia necessaria una forma di programmazione. Ha infine indicato gli obiettivi che ci dobbiamo porre per la sopravvivenza immediata, visto e considerato che «la strada è realisticamente lunga e non priva di ostacoli». Primo, la produttività. «Una produttività-crescente è anche l'unico modo per ottenere sia un contenimento dell'inflazione, sia un rilancio delle, produzioni». Secondo obiettivo: il Paese si deve dare una politica energetica incisiva e' completa. «Tutti i partners comunitari stanno varando: legislazioni organiche: solo noi continuiamo a proporre per poi far decadere». Terzo obiettivo: raggiungere maggiori certezze, almeno nei campi che rientrano nelle nostre possibilità nazionali. •La classe dirìgente — ha concluso Agnelli—di qualunque origine essa sia e in qualunque funzione si collochi,, deve saper investire in impopolarità. Solo il coraggio dell'impopolarità può costruire, oggi, rispetto e considerazione nell'opinione pubblica: cioè autentica e duratura legittimità politica». Renzo Villare

Persone citate: Agnelli, Giovanni Agnelli

Luoghi citati: Italia, Torino