Energia: sul convegno Cee scende il black-out elettrico

Energia: sul convegno Cee scende il black-out elettrico A St-Vincent. mentre si discuteva, è mancata la luce Energia: sul convegno Cee scende il black-out elettrico Lo scorso anno sono stati spesi dall'Italia 9000 miliardi per il petrolio - Fermo il piano nucleare - Polemica tra La Malfa e l'Eni DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE SAINT-VINCENT — Con puntualità cronometrica ieri alle 9 è mancata la luce. Tre minuti di black-out che hanno segnato l'inizio degli incontri internazionali sull'energia ai quali sono presenti almeno 200 tecnici e politici d'Europa. I tre minuti di buio sperimentale hanno dato la misura di una situazione che tutti ormai giudicano con grande pessimismo e che l'on. Giorgio La Malfa, presidente della commissione Industria della Camera, e il dott. Perissich della Comunità Europea hanno definito in termini crudi. «Non illudiamoci — hanno detto sostanzialmente — di poter avere più petrolio nel prossimo futuro. Al massimo, e non soltanto per l'impegno preso a Tokyo, le importazioni si manterranno al livello attuale. Quindi se si vuole realizzare un tasso anche limitato di crescita della nostra economia, dobbiamo ricorrere alla produzione interna. Vale a dire: valorizzare il carbone, l'atomo e tutte le fonti rinnovabili». La Malfa parlava per l'Italia, Perissich per l'Europa. I problemi sono analoghi anche per quanto riguarda le fonti alternative — solare, eolica, geotermica — che, hanno sostenuto i due relatori, «non potranno dare nei prossimi decenni un contributo sostanziale». Il petrolio rappresentava nel 1973 il 43 per cento delle esigenze energetiche na- zionali; nel 1978 il 50 per cento; è prevedibile che nel 2000 la sua incidenza scenda al 30 per cento. Per la parte restante bisogna provvedere nel modo che abbiamo detto. Ciò, ri petiamo, se non si vuole avere, un arretramento dello sviluppo economico. Per qualche anno comunque il petrolio continuerà ad esserci, ma a prezzo elevato (l'anno scorso l'Italia ha speso 9 mila miliardi per importarne) e con gravi pericoli di sospensioni temporanee di fornitura. A questo punto La Malfa ha avuto una battuta polemica contro gli accordi bilaterali stretti dall'Eni (-Non vorrei che si agitasse lo spauracchio del buco del gasolio per lasciar passare qualche accordo, magari qualche tangente», ha detto) ma subito l'Eni gli ha risposto: «Non abbiamo mai fatto mistero della nostra politica favorevole ad una strategia globale Cee se non addirittura Onu con i Paesi produttori; ma siamo convinti che In momenti di emergenza sono indispensabili accordi bilaterali». Nucleare. Anche qui Europa e Italia sono piii o meno in situazioni analoghe: «Si è perso troppo tempo». E si continua a perderne, dice La Malfa, invece di instaurare con le popolazioni un serio dibattito fornendo tutte le indispensabili informazioni. «Per esempio — ha detto ancora con una puntata polemica — perché la conferenza sulla sicurezza delle centrali nucleari già indetta per metà novembre continua a slittare?». Era presente nella sala il vicepresidente del Cnen prof. Salvetti, che presiede la commissione sulla sicurezza, ed ha subito risposto: «Siamo stati insediati il 16 settembre con tre mesi di tempo per rispondere a cinque domande fondamentali. Un tempo troppo limitato. Esauriremo il nostro compito entro il 15 dicembre ma sia ben chiaro che il si o il no alle centrali nucleari non dovrà dipendere dalla nostra risposta. La decisione dovrà essere soltanto politica e presa dai politici. Noi ci assumiamo le nostre responsabilità ma non vogliamo essere la foglia di fico di nessuno». Ad ogni modo mentre si parla di petrolio, di energia alternativa, di scelta nucleare, una cosa si può far subito: una seria politica di risparmio energetico che si rivela oggi come la «riserva più importante di energia». Risparmio non significa restrizione dei consumi, accettabile in momenti di emergenza, ma invece «migliorare il rendimento energetico globale del sistema industriale ed economico». .Richiede una efficace programmazione e un impegno finanziario non indifferente. La Cee pensa ad «uno sforzo di 50 miliardi di dollari l'anno per il prossimo decennio pari al 2 per cento del prodotto globale lordo dell'Europa», ha detto Perissich. In tema di risparmio energetico la Fiat ha presentato (con relazione degli ingegneri lemmi, Macerata e Santi) l'applicazione delle Fuel Celi (pile a combustibile) ai veicoli industriali e il recupero di calore per i grandi impianti produttivi. Fin dalla prima giornata questi incontri hanno dimostrato di non voler essere una sfilata accademica di tecnici che illustrano studi o enunciano risultati ma una sede in cui si dibattono problemi. Domenico Garbarono

Persone citate: Domenico Garbarono, Giorgio La Malfa, La Malfa, Perissich, Salvetti