Raccapricciante morte in fabbrica della moglie di Ambrogio Molteni

Raccapricciante morte in fabbrica della moglie di Ambrogio Molteni La sciagura nello stabilimento di insaccati ad Arcore Raccapricciante morte in fabbrica della moglie di Ambrogio Molteni La donna, 41 anni, è scivolata sul pavimento ed è caduta su una sega circolare in azione - E' morta dissanguata in pochi minuti MILANO — La moglie dell'industriale Ambrogio Molteni è morta nella sua fabbrica di salumi, ieri mattina, straziata da una macchina tagliatrice. Aveva 41 anni, si chiamava Olga Sala; con 11 marito e i due figli risiedeva in via Mazzini ad Arcore (un centro vicino a Monza) dove la famiglia aveva cominciato l'attività, nell'immediato dopoguerra partendo da un negozio di salumeria. La disgrazia è avvenuta ieri mattina nel reparto dove vengono tagliate le carni. Olga Sala stava camminando nello stabilimento (andava sovente nei locali, e vi si tratteneva un po' di tempo, interessandosi alla lavorazione), quando è scivolata su una macchia di grasso ed è caduta sulla sega circolare che serve per tranciare le ossa degli animali. Le lame della macchina hanno straziato il corpo di Olga Sala: nessuna reazione le è stata possibile. Alcuni operai hanno bloccato immediatamente l'impianto, hanno cer-, cato di estrarre la vittima, che aveva subito perso conoscenza. Quando è stata adagiata sul pavimento, la donna era già morta dissanguata per uno squarcio al collo. C'è un particolare inquietante nell'incidente: due settimane fa lo Smal (servizio di medicina per gli ambienti di lavoro) di Arcore, in seguito ad una ispezione alla fabbrica, aveva inviato una lettera alla direzione dell'azienda chiedendo di provvedere a rendere meno sdrucciolevole' il pavimento nel reparto macellazione. La ditta aveva risposto che avrebbe provveduto al più presto. La fortuna della famiglia Molteni era stata rapida e In continua ascesa, fino al 1972, ■ quando un processo per contrabbando — in seguito alla scoperta di casse che, destinate alla confezione di salami, contenevano rifiuti e frattaglie invece di carni — gettò accuse e pesanti sospetti sul modo con cui veniva gestita l'azienda. Ambrogio Molteni di 46 anni, fu condannato a quattro anni e sei mesi di reclusione. Quello che sarebbe diventato «lo scandalo delle mortadelle allo sterco» incominciò 11 29 marzo di sette anni or sono, nel porto di Genova. Per caso, una cassa che, secondo le diciture, avrebbe dovuto contenere 1 prodotti della Molteni, cadde e si apri. Ne uscirono frattaglie, sterco e rifiuti di lavorazione. Le Indagini scoprirono 11 meccanismo della truffa. Avvalendosi di prezzi di favore, dovuti al fatto che la merce era destinata all'esportazione, la ditta Molteni acquistava carne congelata, dichiarando che era destinata alla confezione di Insaccati da vendere all'estero, invece la rivendeva a prezzi debitamente accresciuti, sul nostro mercato. Le casse di «mortadella» per l'estero partivano regolarmente: ma contenevano rifiuti e, a metà percorso, venivano gettate in mare. Il processo di prima istanza fu celebrato a Monza nel maggio 1978. Per 1 reati di evasione delle tasse di conguaglio e contrabbando semplice, Ambrogio Molteni fu condannato a una multa di due miliardi e 464 milioni. Nel settembre scorso, il processo d'appello, a Milano: la quarta sezione penale gli inflisse quattro anni e sei mesi di carcere, 830 milioni di multa, 235 milioni da pagare allo Stato. Reati addebitati: contrabbando aggravato e continuato, evasione dalle imposte di conguaglio e falso continuato. o. r.

Persone citate: Ambrogio Molteni

Luoghi citati: Arcore, Genova, Milano, Monza