E' inammissibile il ricorso dell'operaio licenziato perché aveva una «molotov»

E' inammissibile il ricorso dell'operaio licenziato perché aveva una «molotov» II pretore dice no al reintegro d'urgenza, atti alla Procura E' inammissibile il ricorso dell'operaio licenziato perché aveva una «molotov» Lavorava all'officina 81 di Mirafiori, è iscrìtto al Sida - Si è difeso: «Non ero io, a quell'ora mi trovavo a casa» - Ci sarà un'inchiesta penale - Nuovo ricorso «ordinario» Gianfranco Mulas operalo Fiat aderente al Slda, licenziato perché ritenuto responsabile di aver collocato In un reparto una bottiglia Incendiarla, non tornerà in azienda come aveva chiesto al pretore del lavoro; Ieri 11 magistrato, dott. Grassi, ha infatti sespinto il ricorso per 11 'reintegro urgente e poiché la: questione appare marcata da risvolti penali 11 fascicolo sarà «spedito alla Procura della Repubblica, Significa che sulle eventuali responsabilità del Mulas indagherà 11 giudice ordinario. Si è chiuso cosi, alla prima udienza, un altro capitolo della convulsa settimana che ha visto affacciarsi in sede giudiziaria la, vicenda del 60 licenziati Fiat. i con questo seguito non meno interessante per definire la radiografia dei rapporti esistenti all'Interno dell'azienda. Quésto IT fatto. Lunedi 15 ot-, tobre, pomeriggio, alcuni operai del magazzino olio dell'officina 81 di Mirafiori vedono un giovane sfilare da sotto 11 giubbotto «una bottiglia dal cui collo, chiuso con nastro adesivo, usciva un filo, che deponeva in un contenitore di compensato. Tutto ciò con fare circospetto e allontanandosi frettolosamente». Cosi si legge bella memoria redatta dal legali della Fiat avvocati Bonamico e Borsoni. La ''bottiglia, subito rimossa, 'Contiene miscela altamente Infiammabile»; s'informano 1 carabinieri di via Piava, scatta l'Indagine all'interno dell'azienda e lo sconosciuto viene individuato: Gianfranco Mulas. Testimonia In tal senso un caposquadra (che aveva visto l'operalo mentre deponeva la bottiglia) 11 qua-. le In un secondo tempo chiede di modificare la versione perché minacciato di morte e picchiato. L'azienda nel frattempo invia al Mulas la lettera di licenziamento e questi si rivolge ogli avvocati Pellerito e Cuneo per chiedere al giudice del lavoro l'Immediata riassunzione in fabbrica. Il Mulas nega ogni addebito. Afferma che. terminato il turno di lavoro (• verso le 16,15», ha incontrato il padre, pure dipendente Fiat, e con lui è rincasato: 'Dopo un'ora sono uscito per i fatti miei, comunque non potevo essere in fabbrica quanto è stato visto lo sconosciuto deporre la molotov». Questa la tesi difensiva. Da qui la richiesta del provvedimento urgente (applicazione dell'art. 700 codice di procedura civile). Ieri, rincontro delle parti davanti al pretore dott. Grassi. Breve interrogatorio del Mulas, deposizione del responsabile del personale, poi il giudice si ritira per tornare in aula un'ora dopo: Sono le 14 quando 11 magistrato legge le conclusioni: 11 ricorso non è ammissibile, la motivazione del licenziamento è corretta, il caso implica una complessa indagine per cui non è possibile procedere con l'urgenza ridite sta. Il pretore ordina inoltre la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica. In serata il Sida, che tutela l'operaio licenziato, ha commentato la de clsione del giudice informando »che sta predisponendo il ricorso di impugnativa per via normale». Ed ha aggiunto di confermare piena fiducia nella magi'stratura -ritenendo che alla luce delle testimonianze il lavoratore verrà sicuramente scagionato dall'addebito mossogli dalla Fiat». p-p, h.

Persone citate: Bonamico, Cuneo, Gianfranco Mulas, Mulas, Pellerito