Le lenti catturano la luce del Sole poi le fibre ottiche la diffondono di Bruno Ghibaudi
Le lenti catturano la luce del Sole poi le fibre ottiche la diffondono Un rivoluzionario sistema di illuminazione dell'Enel Le lenti catturano la luce del Sole poi le fibre ottiche la diffondono L'idea può sembrare tanto semplice da apparire ovvia. Si tratta di raccogliere con un sistema di lenti la luce del Sole, convogliarla in un fascio di fibre ottiche per farla arrivare ad un diffusore che illumina un ambiente. Eppure i primi a pensarci sono stati i tecnici dell'Enel, che hanno condotto gli studi preliminari e realizzato i prototipi con gli esperti del Cesi. L'apparato, brevetta¬ to in tutto il mondo, l'abbiamo visto in funeione a Pugnochiuso durante il recente convegno internazionale sulla conservazione dell'energia. Il sistema è destinato principalmente all'illuminazione diurna di interni, e cioè di ambienti che non sono direttamente raggiungibili dalla luce solare o che ne vengono illuminati in misura Insufficiente. E' il caso del grandi locali adibiti ad uso commerciale, didattico, ricreativo, alberghiero; di sottopassi cittadini, gallerie stradali, miniere; di ambienti nei quali sia pericoloso, o quantomeno difficoltoso, impiegare elettricità (ambienti con pericolo d'incendio o di esplosione, ambienti con radioattività diffusa, ecc.). Lo stesso sistema può essere usato per riprese fotografiche e cinematografiche in interni, per illuminare il campo di lavoro durante l'attività sottomarina, per creare sorgenti di luce fredda ad alta intensità. A Pugnochiuso è stata illuminata una sala di medie dimensioni e non accessibile alla luce solare. E dobbiamo convenire che il risultato è stato molto soddisfacente. I progettisti lo considerano un sistema integrato, in quanto ricorre preferenzialmente alla luce solare ma garantisce un'illuminazione costante anche con cielo nuvoloso facendo intervenire —durante questi periodi o quando il Sole è troppo basso o è già scomparso — una sorgente luminosa tradizionale ma singolare di luce artificiale. L'impianto diventa quindi utile in ogni circostanza. La luce solare viene raccolta da un collettore-concentratore di vario tipo. Nel prototipo di Pugnochiuso era costituito da quattro grandi lenti di Fresnal (240 mm, con lunghezza focale di 610 mm) in materiale plastico, che consentono di concentrare i raggi solari direttamente all'imbocco delle fibre ottiche senza necessità di ottiche ausiliarie. Un apposito dispositivo di orientamento sposta il concentratore per fargli seguire il moto apparente del Sole. Sullo stesso telato, in corrispondenza dei fuochi delle lenti, sono montati quattro connettori per quattro cavi ottici indipendenti. Questi ultimi sono costituiti da 1100 fibre singole in silice, suddivisi in due fasci (uno riceve la luce solare, l'altro quello della sorgente artificiale ausiliaria) che confluiscono poi in un solo cavo lungo una trentina di metri. All'estremità del cavo, nell'ambiente da illuminare, è sistemato un diffusore a lente o a superficie opalina, che distribuisce il flusso luminoso (come una lampada tradizionale) nell'ambiente da illuminare. La lampada ausiliaria è una lampada allo xenon ad alta pressione, con potenza nominale di 2500 watt. Il flusso luminoso viene concentrato su quattro fuochi disposti a 90 gradi e in corrispondenza dei quali viene posizionato l'imbocco dei cavi ottici. Il calore generato dalla lampada durante l'accensione può essere utilizzato per riscaldamento, pompe di calore e numerose altre applicazioni. Grazie a questo recupero il rendimento del sistema ausiliario può facilmente salire al 50per cento. Un automatismo, attivato da un misuratore della intensità luminosa della luce solare, fa entrare in azione la lampada ausiliaria appena i valori di illuminazione diventano troppo bassi. Parlare dei costi d'impianto è ancora prematuro. Il costo dei prototipi già realizzati non è ovviamente competitivo con quello del sistemi elettrici convenzionali, specialmente per quanto riguarda il cavo ottico. Anche questo costo è tuttavia destinato a ridursi drasticamente nel prossimo futuro. Il sistema appare invece già fin da oggi competitivo in termini di costi di esercizio e di gestione e di affidabilità. Bruno Ghibaudi
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