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Metalli nell'Oceano Indiano trovati con gli ultrasuoni ta una missione scientifica francese Metalli nell'Oceano Indiano trovati con gli ultrasuoni PARIGI — Giacimenti di «noduli» polimetallici, contenenti cobalto, nichel, rame sono stati scoperti nell'Oceano Indiano, al largo dell'isola della Reunion, da una missione scientifica francese diretta dal geologo Luclen Leclaire, del laboratorio di geologia del museo di storia naturale di Parigi, imbarcata sulla nave «Marion - Dufresne». La missione che ha avuto una durata di cinque mesi, ha stabilito che la densità dei «noduli», fino a cento chilogrammi al metro quadrato, contro quella da uno a dieci chili di analoghi «noduli» nell'Oceano Pacifico, li rende «Interessanti». La missione ha utilizzato la tecnica degli ultrasuoni per localizzare la posizione del noduli. Questa tecnica consente di Individuare noduli poggianti su sedimenti molli, ma non è adatta — è stato detto — alla ricerca nelle zone delle dorsali oceaniche, dove si troverebbero depositi polimetallici di 30-40 centimetri di spessore. Gli scienziati francesi hanno potuto prelevare del blocchi di una tonnellata e studiare 1 meccanismi di formazione del nodu11, analizzando le caratteristiche degli ambienti favorevoli alla concentrazione dei metalli sul fondo oceanico. Le più forti densità di noduli sono state scoperte tra quattrocento e 4.600 metri di profondità. Il fenomeno e ancora oggetto di studio; finora gli studiosi hanno attribuito un ruolo preponderante all'idrotermalismo, associato al vulcanesimo delle catene di montagne sottomarine. Lo studio dei giacimenti fatto da Leclaire Induce perciò a prendere In considerazione altri fenomeni, come 11 ciclo bio-geochimico del carbonato di calcio dell'acqua di mare. Il plancton, e in particolare quello a scheletro calcareo (foramlntferi) potrebbe avere una funzione determinante nella estrazione, concentrazione e precipitazione degli ossidi polimetallici nel grandi fondali.