E' finito con un po' di scuse il match ecologi-cacciatori

E' finito con un po' di scuse il match ecologi-cacciatori Aosta: l'atteso processo non c'è stato E' finito con un po' di scuse il match ecologi-cacciatori I naturalisti hanno riconosciuto che il manifesto diffamatorio non si riferiva a tutta la categoria -1 cacciatori ritirano la querela DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE AOSTA — Pace fatta fra gli ecologi valdostani e i cacciatori: questi ultimi, infatti, hanno ritirato la querela presentata contro 11 Mouvement Ecologique Valdótaine per un manifesto fatto stampare per l'apertura della caccia, nel quale 1 cacciatori venivano accusati di essere «massacratori della fauna valdostana» e di «entrare sui terreni altrui per uccidere ma anche per rubare frutta, uova e ogni altra cosa a portata di mano». Ieri alle 9, al tribunale di Aosta doveva celebrarsi 11 processo per direttissima contro Claudio Manganoni, presidente del movimento, Marino Magnabosco e altri quindici soci per il reato di diffamazione a mezzo stampa. Di fronte al presidente, dott. Cordone, ecologi e cacciatori hanno però raggiunto un accordo. I primi hanno sottoscritto un documento in cui si precisa che le accuse contenute In quel manifesto non si riferivano a tutta la categoria dei cacciatori, i secondi hanno accettato questa spiegazione ed hanno ritirato la querela. La disputa fra cacciatori valdostani (2000 tesserati) e gli ecologi (poche centinaia di iscritti) si è dunque conclusa nel migliore dei modi, anche se le premesse avevano fatto temere un ulteriore inasprimento. I rappresentanti del comitato regionale della caccia, infatti, ritenevano lesivo per la reputazione di tutti gli iscritti l'atteggiamento tenuto dagli ecologi e 11 modo con cui avevano condotto la loro battaglia contro la caccia. Una frase specialmente, quella in cui si accusavano 1 cacciatori di ruberie, era stata considerata particolarmente insultante. «Noi crediamo che lo spirito di quella frase — ha detto Giovanni Ayme, vicepresidente del comitato per la caccia —non può che essere l'attribuzione della qualifica di ladri, indistintamente a tutti i cacciatori». Per questo erano partite le querele, seguite da un primo provvedimento giudiziario: il sequestro dei manifesti ancora giacenti presso l'ufficio affissioni del Comune di Aosta. «Afa adesso questi manifesti ci verranno riconsegnati — dice Claudio Manganoni — e non é detto che fra qualche giorno non possono essere affissi ai muri di tutta la Valle». La pacifica conclusione della vertenza, considerata quasi una vittoria, lo riempie di gioia. «Si sono accorti che non avevano carte in mano, hanno dovuto fare marcia indietro», afferma orgogliosamente. A chi gli fa notare che però loro, gli ecologi, hanno firmato un documento in cui si stemprano le accuse riportate sul manifesto, risponde con un'alzata di spalle. «D'accordo, d'accordo, è naturale, che non tutti i cacciatori sono dei ladri o degli irresponsabili Ma loro hanno capito che avevamo ragione noi». Claudio Manganoni, 66 anni, è conosciuto In tutta la Valle per la sua lotta ecologica. Vecchio antifascista dal 1948 al 1968 è stato eletto consigliere regionale nella lista del partito comunista. «Nel '68 mi hanno espulso dal partito — racconta —perché ho avuto il coraggio di dire la verità, di criticare certe decisioni, certi atteggiamenti all'interno del partito. Proprio come fa Amendola oggi». Nasconde il disappunto «per quel torto» dietro una maschera di apparente indifferenza. «Pensare che nel '34, quando lavoravo a Parigi, ero già iscritto al partito comunista francese e ai sindacati In quegli anni, tornato in Italia, in Valle d'Aosta, facevo passare clandestinamente oltre confine /Unità. Mi hanno arrestato, ho passato i miei guai Ero comunista quando esserlo era pericoloso». Dopo l'espulsione, si è dedicato alla lotta per l'ecologia: alle ultime elezioni regionali si è presentato con altri candidati nella lista indipendente del Mouvement Ecologique Valdótaine. «Siamo stati trombati — dice con crudo realismo — non abbiamo avuto neppure un eletto. Semplicemente perché dietro non c'erano i partiti. A Ile prossime elezioni non ci presenteremo più: la politica la facciano i politicanti, noi pensiamo solo alla natura». Le cose da fare nella Valle d'Aosta per la' salvaguardia dell'ambiente sono molte, afferma Manganoni. «La caccia è soltanto uno dei problemi neppure il più grave». Per il momento è quello nel quale sono maggiormente impegnati: «Abbiamo intensione d'indire un referendum regionale», dice il presidente del Mouvement. Ma ve ne sono altri sui quali l'attenzione degli ecologi si è puntata da tempo. «Primo fra tutti: impedire la costruzione dell'autostrada da Aosta a Courmayeur». Un progetto vecchio di anni, che qualcuno ha tirato fuori dai cassetti in questi giorni. Per 11 battagliero presidente del Mouvement Ecologique, quella di ieri è dunque soltanto una battaglia vinta. Ma la guerra (per imporre le iniziative protezionistiche) continua" Francesco Fornati

Persone citate: Amendola, Claudio Manganoni, Cordone, Giovanni Ayme, Magnabosco, Manganoni

Luoghi citati: Aosta, Comune Di Aosta, Courmayeur, Italia, Parigi, Valle D'aosta