Il «Goncourt» a una canadese di Paolo Patruno

Il «Goncourt» a una canadese PREMIATA ANTONINE MAILLET: E UNA SCELTA POLITICA? Il «Goncourt» a una canadese DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Il «Premio Goncourt» è stato assegnato alla scrittrice canadese Antonine Maillet per 11 romanzo Pelagie-la-charette (ed. Grasset). Osannato e esecrato come ogni anno, fra Intrighi degli editori, flash di fotografi e operatori Tv, spintoni di curiosi, speranze e delusioni degli scrittori in ansia nel piccolo «caravanserraglio» del ristorante Drouant, il «Goncourt» ha aperto cosi la stagione dei grandi premi letterari, su cui la cultura francese (e non solo questa) basa larga parte delle sue fortune editoriali. Nella lunga vita del «Goncourt» era capitato soltanto ad altre cinque donne l'onore del premio. Aveva inaugurato la ridotta serie Elsa Triolet nel '44, l'aveva proseguita Beatrice Beck nel '52 e due anni più tardi era stata premiata Simone De Beauvoir, già musa dell'esistenzialismo sartriano, per 11 suo famoso I mandarini. Poi ancora due nomi si erano inseriti nell'elenco: Anna Langfus nel '62 e Edmonde Charles-Roux nel '66 per Oublier Palerme. Ma allora era iniziata una lunga parentesi «maschilista», interrotta quest'anno con Antonine Maillet. Pelagie-la-charette s'Inseri¬ sce pienamente nella sua opera precedente dedicata alla storia del popolo acadlano e delle sue leggende. L'Acadia, è quella regione della Nouvelle France, ceduta con il trattato di Utrecht nel 1713 all'Inghilterra, che è inglobata oggigiorno nella Nuova Scozia e s ; n I servizi di «Tuttolibri» ' nel Nuovo Brunswick, all'estremo Sud del Canada, in quel lembo di territorio in parte francofono. E una cinquantina d'anni fa, Antonine Maillet « nata appunto a Bouctouche, nel New Brunswick attuale, che resta però dal Diciottesimo Secolo ostinatamente attaccato al ricordo dell'Acadia marittima, alla sua storia e alla sua lingua, contro le montanti maree anglofone. Il suo romanzo Pelagie-lacharette (come 1 precedenti Pointe-aux-coques, Arriagelas e Les cordes de bois) s'inserisce quindi in questo filone di sofferta Ispirazione francofona e narra l'odissea del ritorno di un acadlano, deportato come schiavo dagli inglesi nelle piantagioni della Georgia, alla nativa regione del Quebec attraverso gli orrori della «guerra d'indipendenza», fino alla riscoperta della propria identità storica, della propria lingua e della propria cultura. L'attribuzione del «Prlx Goncourt» alla Maillet sembra rispondere in definitiva alla preoccupazione costante emersa negli ultimi anni di aprirsi quanto più possibile verso la «francofonia», e costituisce quindi, per Le Monde, l'invito a interessarsi di più alla cultura di matrice francese che proviene d'oltre-Atlantico. La stessa preoccupazione si può ravvisare anche nella scelta per la selezione finale del premio di un'altra opera d'ispirazione extra-metropolitana dovuta a Simone Schwarz-Bart, che celebra nel suo romanzo Jean l'horizon il mondo guadalupiano. Un'ultima osservazione si impone ancora a proposito: del «Goncourt» di quest'anno: nel quartetto dei finalisti comparivano addirittura tre donne: la Maillet, la SchwarzBart e la Ines Cagnatl, e un solo uomo, Marc Imbert. Questo lascia ampio spazio di manovra e di recupero per l'attribuzione del prossimo «Premio Femlna». Ieri è stato attribuito un secondo riconoscimento letterario: il «Prlx Renaudot». E' toccato a Jean-Marc Roberts, che a 25 anni ha già all'attivo diverse opere prima di questo premiato Affaires étrangères. Nato a Parigi, da padre americano e da madre Italiana (un'attrice di teatro), per la sua personalità, e il suo gusto sferzante, Roberts è considerato dai critici francesi un po' come un emulo della Sagan, vent'annl dopo. i Paolo Patruno

Luoghi citati: Canada, Georgia, Inghilterra, Nuova Scozia, Parigi, Utrecht