Ponomarìov oggi esporrà a Cossiga le proposte Urss sugli euromissili

Ponomarìov oggi esporrà a Cossiga le proposte Urss sugli euromissili Il delegato sovietico ieri è intervenuto in Commissione Camera Ponomarìov oggi esporrà a Cossiga le proposte Urss sugli euromissili ROMA — «Signor Ponomarìov, può precisare se l'Urss sospenderebbe la produzione e l'installazione dei missili "SS20" come parrebbe da un edi toriate della "Pravda" ?». La domanda, quasi a bruciapelo, è stata rivolta ieri mattina dal socialista Enrico Manca a Boris Ponomariov,' capo della delegazione parlamentare sovietica che da venerdì discute il problema degli euromissili con i membri della Commissione Esteri della Camera, presieduta da Andreotti. Oggi Ponomariov, concluso il dibattito a Montecitorio, sarà ricevuto da Cossiga e in serata vedrà a quattr'occhi Berlinguer, per la prima volta da quando è a Roma, nella Villa Abamelek dove l'ambasciatore Ryjov offrirà un ricevimento in cambio delle cortesie italiane ai delegati sovietici. Naturalmente il colloquio Ponomariov-Berlinguer è atteso con interesse, dopo la drammatica sessione del Comitato Centrale del pei che ha segnato la dissidenza aperta di Amendola, e dopo il recente attacco durissimo di Ponomariov all'eurocomunismo, definito una «grave deviazione a danno dell'internazionalismo operaio». Per ora la domanda di Manca non ha avuto risposta, tranne un accenno generico fatto da altri delegati dell'Urss, Ciaikowski, direttore della «Literaturnaja Gazeta», Umachanov e Feodorov. Essi hanno sostenuto che gli «SS 20» non sono affatto missili di recente costruzione né sofisticati in modo particolare, per cui la loro installazione non altera l'equilibrio delle forze in Europa. Enrico Manca, tuttavia, ha acutamente rilevato che due aggettivi dividono la Nato e il Patto di Varsavia su un nodo tanto vitale. «Per l'Urss — ha osservato in sintesi — l'equilibrio nucleare è valutato su scala "mondiale". Per la Nato, soprattutto per noi europei, è valutato su scala "europea"». Di conseguenza, per il psi lo squilibrio in Europa esiste a causa degli «SS 20» già installati ed è necessario colmarlo con i missili «Cruise» e «Pershing 2». Contemporaneamente, però, bisogna avviare un negoziato per ridurre gli armamenti senza stabilire «automatismo fra produzione e installazione». Questo significa che se le trattative avessero successo i missili Nato prodotti entro il 1982 non dovrebbero essere installati. «Se poi l'Urss fosse disponibile a sospendere produzione e installazione degli "SS 20" potrebbe aprirsi una fase del tutto nuova che potrebbe far riesaminare gli orientamenti già assunti in sede Nato, — ha soggiunto. Per Manca, in ogni caso,—è irresponsabile utilizzare il problema degli euromissili per creare divisioni in Italia, dove c'è bisogno, su queste e altre questioni di grande rilievo, di ricreare la più larga intesa possibile fra le diverse posizioni ». E' l'atteggiamento assunto da Andreotti nell'introduzione di venerdì. D'altra parte, anche nel pei si ha l'impressione che Ponomariov si mostri più duro, al di là della cortesia formale, dello stesso Breznev nell'intervista alla «Pravda», nella quale ai comunisti italiani è apparso «più aperto, privo di minacce, preoccupato di evitare deci¬ sioni immediate». Pajetta, intervenendo venerdì nel dibattito, aveva insistito sull'esigenza di trattative immediate per accertare eventuali squilibri europei da colmare, ma soprattutto per ricercare una riduzione degli ordigni nucleari. «E' una posizione autonoma, né vicina all'Urss né alla Nato», sottolineano ambienti del pei. «Tanto un blocco quanto l'altro — ha detto in sostanza il radicale Cicciomessere — ritengono che la pace può essere assicurata soltanto dal terrore nucleare. Paletta e Manca sbagliano perché accettano la logica degli equilìbri delle armi»- Per la democrazia cristiana, l'on. Alfredo De Poi è tornato sul valore decisivo dei due aggettivi cui accennavamo: «Se i sovietici hanno chiesto la parità di armamenti a livello mondiale (Salt2) non ci si deve stupire se la Nato chie ■ de questa parità nello scacchiere europeo, dove l'equilibrio è stato stravolto dall'in stallazione delle nuove armi nucleari dell'Urss*. Concludendo il dibattito, Andreotti ha affermato che la disponibilità dell'Unione Sovietica a bloccare la produzione di alcune armi, gli SS20 ad esempio, potrebbe contribuire concretamente a bloccare l'escalation degli armamenti in Europa. Se è vero che da' una parte e dall'altra (Nato e Patto di Varsavia) non si hanno intenzioni aggressive —ha detto Andreotti — occorre trovare delle strade concrete per arrivare, prima attraverso il mantenimento della parità strategica e poi attraverso un disarmo controllato, ad una effettiva e concreta riduzione degli armamenti. 1. f. !