Blitz contro il lavoro nero

Blitz contro il lavoro nero Anche a Torino si sfrutta la manovalanza di colore Blitz contro il lavoro nero Carabinieri e ispettori del lavoro hanno fatto irruzione ieri mattina ai mercati generali sorprendendo 36 nordafricani sprovvisti di libretti: egiziani, tunisini, marocchini - Ma la piaga si alimenta anche di altre centinaia di persone Operazione in grande stile ai mercati generali: una trentina di ispettori del Lavoro, insieme con i carabinieri del Radiomobile al comando del magg. Romano, hanno bloccato ieri mattina, per 4 ore, il grande recinto di via Giordano Bruno, impedendo a chiunque di uscire. Obbiettivo: mettere un po' d'ordine nel mercato nero delle braccia, soprattutto ••braccia di colore- che lavorano all'interno del mercato. L'azione, che ha dato origine a molte proteste, ad un minisciopero dei facchini «regolari* e a qualche intasamento del traffico circostante, è stata decisa dopo un vertice tra il pretore dirigente, Brunetti e l'assessore del Comune, Salerno. Poco prima delle cinque, una ventina di pattuglie di carabinieri hanno circondato la zona, disponendosi di guardia ai sette ingressi del mercato: altri militari coadiuvavano i trenta ispettori del lavoro, in gruppi di due ciascuno, nel controllo delle posizioni lavorative di centinaia di individui. Sono state interrogate 300 persone, stilati decine di verbali a carico delle aziende di trasporto e di vendita che operano all'interno del recinto; 36 nordafricani, sprovvisti di libretti e di documenti di immigrazione sono stati portati al Comando dei Carabinieri ed identificati. Si tratta soprattutto di egiziani, sui 20-30 anni, ma non mancano tunisini e marocchini: tutto personale assunto a giornata, pagato ad ore senza alcuna altra copertura previdenziale o assicurativa. Il «blitz» di ieri mattina segue, a circa un mese di distanza, un altro analogo, compiuto dall'ispettorato, senza risultati eccessivamente brillanti. Il 9 ottobre scorso, i controllori del lavoro avevano infatti compiuto un'irruzione nel mercato di via Bruno ma, sprovvisti com'erano dell'appoggio della forza pubblica, non avevano potuto compiere gli accertamenti necessari perché al loro apparire o gli «abusivi» si volatilizzavano o erano i loro stessi datori di lavoro, più esposti al rischio di multe, a farli «sporire» per un po', finché il pericolo non fosse cessato. «Beninteso la nostra azione non è diretta contro i lavoratori — precisa il dottor Salerno. dell'Ispettorato del Lavo¬ ro — ma contro la piaga dei datori dì lavoro nero». Sembra che ormai come in altri Paesi del Nord, sia invalso anche in Italia l'uso di impiegare manodopera di colore nei lavori più umili e faticosi: egiziani, tunisini, marocchini vengono comunemente utilizzati come lavapiatti nei ristoranti, come scaricatori ai mercati generali. Manodopera di fatica, in genere: perché hanno poche pretese, e sostanzialmente indifesi, dinanzi a facili ricatti. Ma la percentuale del lavoro nero, che all'Ispettorato del Lavoro dicono aggirarsi sul 7 per cento del «regolarmente occupati» non trae unico alimento dall'indigenza nordafricana: i sopralluoghi compiuti in questi ultimi tre mesi rivelano che soprattutto al sabato e alla domenica ri- 'storanti e piccole aziende (specialmente metalmeccaniche) «scoppiano» letteralmente di manodopera di secondo' impiego. Le punte di maggior occupazione abusiva vengono inoltre raggiunte — purtroppo — in occasione di scioperi. «E sono molti — assicurano all'Ispettorato — gli operai in Cassa Integrazione», che «integrano» il contributo, lavorando per conto terzi. Senza contare il proliferare di «nuovi artigiani». Gente che avvia lavoretti domestici, spesso, per conto della stessa azienda di cui sono lavoratori dipendenti. Purtroppo per difficoltà obbiettive di controllo e per cronica carenza di personale (gli ispettori del lavoro in Torino e provincia sono una quarantina per 50 mila aziende) certe storture vengono alla luce solo in circostanze particolari. Come nel caso, recentemente accaduto, di un infortunio (durante il secondo lavoro) a un operaio che era «in mutua» per l'azienda da cui dipendeva. Magari gli ispettori fossero di più. Grazie al loro intervento, l'anno scorso, sono stati recuperati 35 miliardi di contributi non versati e a 276 milioni ammontano le retribuzioni recuperate in favore dei lavoratori. Ancora: lo scorso settembre, al mercato, sono state fatte solo 18 assunzioni; dopo l'irruzione del 9 ottobre, le assunzioni sono salite a 547. Quante saranno dopo il « blitz» di ieri mattina? Massimo Boccaletti

Persone citate: Boccaletti, Brunetti

Luoghi citati: Italia, Salerno, Torino