« Non è vero che Dio è morto » di Luciano Curino

« Non è vero che Dio è morto » LO STORICO JEAN DELUMEAU AI «VENERDÌ' LETTERARI» « Non è vero che Dio è morto » Il Cristianesimo avrà un futuro «se saprà prendere rimedi eroici» - Fra le altre cose, dice lo studioso francese, dovrà riconoscere in teoria e in pratica che la donna è uguale all'uomo TORINO — «Quelli che oggi -parlano di "scristianizzazione" ignorano probabilmente che una vera "cristianizzazione" non c'è mai stata. E troppi sono nostalgici di una "cristianità" che sovente non è stata affatto cristiana, ma è stata in certi aspetti una spaventosa, incredibile caricatura del Vangelo: E' l'opinione di Jean Delumeau, professore al Collège de Frarcce, tra 1 maggiori studiosi del Cristianesimo e del Rinascimento, autore di Importanti opere, le ultime — «Il Cristianesimo sta per morire?» e «Le paure in Occidente» — best sellers internazionali, di recente pubblicate in Italia dalla Sei. «Il Cristianesimo sta per morire?» è anche il titolo della conferenza che Delumeau ha tenuto ieri al teatro Alfieri affollato per i Venerdì Letterari. Un oratore ben documentato e stringato, chiaro e stimolante; un credente, cattolico senza tentazioni clericali. Il quadro che Delumeau fa della Chiesa, oggi, sembra quasi quello di una «religio depopulata». Diminuiscono le vocazioni, aumentano le domande di riduzione allo stato laicale. La crisi raggiunge anche il «popolo» cristiano: si svuotano le chiese, scende il numero dei battesimi, la pratica religiosa è in continua diminuzione. «E' questo il momento di fare una riflessione lucida ma serena sul passato e sul presente della nostra religione» dice Delumeau. Una prima tentazione che bisogna evitare è quella della nostalgia del passato. La «cristianità» di una volta, che noi immaginiamo in modo idilliaco, è stata purtroppo anche un potere: un enorme potere economico, politico, culturale e morale che ha pesato molto, troppo. Quel cristianesimopotere, che ha inventato l'Inquisizione e ha perseguitato e ha convertito con la forza, non è da rimpiangere. Inoltre, la cristianizzazione del secoli passati era meno vasta e meno profonda di quanto si credesse allora e si creda anche oggi, «il conformismo religioso ha giocato un ruolo considerevole, mascherando spesso un cristianesimo superficiale, che era soprattutto sociologico». . Ma se il Dio del cristiani «era un tempo molto meno vivo di quanto si credesse, egli è oggi molto meno morto di quanto si dice». Diminuisce la «quantità» dei praticanti, mi gliora la «qualità» («La deflazione quantitativa si trova sempre più compensata dalla cristianizzazione qualitativa di coloro che restano cristiani.). Vi è una proliferazione delle cellule cristiane più varie, si moltiplicano le comunità, c'è un «risveglio» religioso un po' in tutti i Paesi, anche in Russia, «delle due ideologie che si trovano di fronte una contro l'altra in Unione Sovietica da sessant'anni — il cristianesimo e il marxismo — è quest'ultimo oggi che si viene a trovarecolfiato corto». Delumeau dice di essere ottimista sulla sopravvivenza del cristianesimo, ma l'importante, come ha scritto un teologo protestante, non è di fare sopravvivere il cristianesimo, è di sapere se esso ha un futuro. «La Chiesa ha un futuro e può ancora cristianizzare il mondo se saprà prendere i "rimedi eroici" chi i tempi e la mutata sensibilità degli uomini richiedono». Il primo rimedio consiste nella volontà di realizzare finalmente l'ecumenismo. «Perché le giovani generazioni non capiscono più le ragio¬ nslrrgrcivutclcaiumclgsamesnv ni delle separazioni tra cristiani e ne hanno dimenticato la storia». Inoltre, la Chiesa romana deve accettare di rendere meno gravoso il suo governo centrale, ridare la loro importanza alle comunità cristiane locali, ammorbidire il suo funzionamento. «Non vedo come si potrà mantenere un tipo di governo che era stato creato per una cristianità che è morta». Infine, dice Delumeau. «la Chiesa tornerà credibile soltanto quando avrà riconosciuto, in teoria e in pratica, che la donna è uguale all'uomo». L'oratore conclude riassumendo il suo pensiero: «Noi, cristiani, dobbiamo rifiutare lo scoraggiamento e la nostalgia assieme all'ottimismo semplicista. Il futuro ci resta aperto. Il messaggio di cui siamo testimoni conserva la sua eterna giovinezza. Ma la Chiesa cristiana, nella sua accezione più vasta, deve ritrovare un volto giovane». Luciano Curino

Persone citate: Delumeau, Jean Delumeau

Luoghi citati: Italia, Russia, Torino, Unione Sovietica