Il canto di una sepolta viva di Dacia Maraini

Il canto di una sepolta viva Il canto di una sepolta viva I versi di una principessa del '500 reclusa nel suo castello Isabella Morra: «Il canzoniere», ed. Don Chisciotte, pag. 51, s.i.p. Sono gli anni 1540-50, in Basilicata. Dentro un castello chiuso fra le rive del fiume Siri e le colline fitte di boschi impenetrabili, come in una favola di Andersen abita una principessa bella, intelligente,. triste, prigioniera di quattro brutali fratelli che con la scusa di accudire all'onore di famiglia, le impediscono persino di leggere dei libri o di parlare a chicchessia. Il padre, Giovan Michele, essendosi messo contro gli spagnoli padroni del Regno di Napoli si trova profugo in, Francia. La madre, donna Luisa Brancaccio, vive segregata anche lei sotto la protezione violenta dei figli ventenni Isabella Morra, la protagonista di questa favola crudele passa le giornate in solitudine aspettando che l'amato padre la chiami a sé. «O cosa non più udita / privare il padre di giovar la figlia!... / quella che è detta la fiorita etade / secca ed oscura, solitaria ed erma i tutta ho passato qui cieca e inferma Ma il padre non scrive né si fa vedere. La strada polverosa che porta al nord è sempre vuota. «In questo inferno solitario e strano / ogni disegno mio facendo vano»... Isabella scopre che la sola persona nei dintorni che si interessi di libri e poesie, come lei, è un certo Diego di Sandoval, signore di un castello dal curioso nome di Bollita. I due probabilmente non si incontrarono mai Ma si scrissero e si scambiarono delle poesie. E questo bastò ad allarmare i fratelli. Presero in un'imboscata il precettore che portava le lettere da un castello all'altro, lo uccisero e poi uccisero a coltellate anche la giovane Isabella. Cosi finisce questa favola storica che ci dice quanto poco contasse la vita di una ragazza anche se nobile, ricca e bella, quando non si adegua-, va al suo destino femminile. «Scrisse con stile amaro, aspro e dolente / un tempo come sai contra Fortuna / sì che ni un'altro mai sotto la luna / di lei si dolse con voler più ardente»... Le poche poesie di questo canzoniere esprimono una accorata ardente infelicità. Sono poesie dell'attesa e della malasorte, poesie infiammate di chi sapeva che se avesse potuto muoversi più liberamente e saziare le curiosità intellettuali e leggere a volontà avrebbe potuto liberarsi dell'impaccio e della legnosità che ancora legavano la sua poesia. Prigioniera, come tutte le persone molto giovani e molto isolate, di formule letterarie, provava a forzarle e chissà quali ricchi tesori ci avrebbe dato se non fosse stata ammazzata dai fratelli Teresa Campi che ha curato con Enzo Giannelli questo Canzoniere, racconta con delicata sapienza tutto quello che si sa (ed è pochissimo) sulla vita di questa poetessa a torto dimenticata. Dacia Maraini

Persone citate: Andersen, Don Chisciotte, Enzo Giannelli, Isabella Morra, Luisa Brancaccio, Sandoval

Luoghi citati: Basilicata, Francia, Napoli