Che bel mostro, lo scrivo di Stefano Reggiani

Che bel mostro, lo scrivo Anche il film «Alien» diventa un libro Che bel mostro, lo scrivo Che bel film, voglio scriverlo. La moda editoriale die sollecita i romanzi tratti dai film di successo, si sta consolidando, non suscita da tempo scalpore nei critici dell'una e dell'altra parte, soprattutto trova compratori sul mercato. C'è chi vuole diluire in casa le emozioni che il cinema gli ha condensato in due ore. Magari, si tratta di una piccola vittoria della narrativa scritta, e non di una resa, com'era parso sulle prime. Nulla vieta che arrivi un grande scrittore e tragga da un film mediocre un bellissimo romanzo. Per adesso, na accontentarsi di {bisogne una situazione di simbiosi, di parassitismo reciproco: i film scritti nascono per sfruttare e sostenere i film per immagini. Anche se ci sono le eccezioni di quegli' autori che scrivono e dirigono nello stesso tempo, già divisi all'interno tra parola e immagini. Per esempio, l'americano Spielberg e perfino l'italiano Pasquale Festa Campanile. Questo Alien fresco di stampa (ed. Sojzogno, lire 6000) è scritto dal minuzioso rifacitore Alan Dean Foster. L'invenzione del regista Scott è stata per forza interpretata nella più liscia e convenzionale chiave fanta¬ scientifica. Foster non s'è proposto, cioè, di spiegare il non detto (la metafora di un 'avventura spaziale quasi vicina a Conrad); s'è preoccupato di aggiungere il non visto. Con accuratezza, con l'abilità sorda del mestiere che s'insinua nell'indulgenza del lettore, Foster ha tirato la storia di Alien, il mostro dell'astronave, fino a 214 pagine. Ha centellinato le emozioni e le apparizioni, gli spaventi. Il lettore ex spettatore può dar maggior prova di coraggio; al cinema quel mostro gli era sembrato troppo simbolico e forse poco alieno. Stefano Reggiani

Persone citate: Alan Dean Foster, Alien, Foster, Pasquale Festa Campanile, Spielberg