Il giudice «sequestra» l'ospedale Mistero sule cause della sciagura di Francesco Fornari

Il giudice «sequestra» l'ospedale Mistero sule cause della sciagura Parma: estratte dalle macerie le 19 salme, una è irriconoscibile Il giudice «sequestra» l'ospedale Mistero sule cause della sciagura Ordinate dal magistrato inquirente due perizie tecniche - Unici fatti certi: lo scoppio avvenne nella saletta antistante la camera operatoria e, pochi minuti prima dell'esplosione, un infermiere entrò nel locale portando una bombola di gas DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PARMA — Le ultime due salme sono state estratte dalle macerie la notte scorsa. Adesso 1 corpi delle vittime della tragica esplosione che ha devastato il padiglione cardiochirurgico dell'Ospedale Maggiore di Parma sono stati composti nell'obitorio. Diciotto bare, contraddistinte dai cartellini con le generalità dei morti. Il diciannovesimo feretro è ancora privo di nome: racchiude le membra dilaniate. i resti martoriati di un corpo irriconoscibile. Dovrebbe trattarsi — a questa identificazione si è giunti attraverso una macabra eliminazione — di Anselmo Cervi, l'infermiere che al momento dello scoppio si trovava nel comparto operatorio di cardiochirurgia; l'uomo che viene ormai comunemente indicato come il «detonatore involontario» perché avrebbe innescato la miscela di gas che ha provocato la spaventosa esplosione. Nessuno, per ora, è in gradò di ricostruire quello che è accaduto. Una sola cosa appare certa dalle testimonianze rac-. colte: lo scoppio si è verificato nella cameretta antistante la sala operatoria. Anselmo Cervi era stato visto entrare in questa stanza pochi minuti prima della deflagrazione. Portava una bombola di «oxico» che avrebbe dovuto sostituire a quella vuota dell'apparecchio per la circolazione extracorporea, utilizzato in mattinata durante un delicato intervento chirurgico «a cuore aperto», concluso meno di mezz'ora prima. Attorno a Anselmo Cervi, un morto senza cadavere, ruota una ridda di interrogativi, di sospetti, di ipotesi. In un primo tempo si era addirittura insinuato che l'esplosione avrebbe potuto essere stata provocata da un suo errore ma adesso questo sospetto sembra privo di fondamento. Qualunque sbaglio abbia commesso l'infermiere, appare certo che «per cause ancora sconosciute, ma non certamente per colpa sua», nella cameretta si era formata una «miscela tonante» che si può essere Innescata per una serie di motivi: la scintilla scattata azionando l'interruttore della luce, quella scaturita dalla messa in moto di un motore elettrico. E non si può neppure escludere la combinazione dell'«oxico» fuoriuscito dalla bombola portata dal Cervi con fuidi gassosi già presenti nel locale per cause ancora ignote. Del suo sfortunato collaboratore, il prof. Francesco Fe'sani, primario di cardiochirurgia, parla con ammirazione, affermando che era un ottimo infermiere, •coscienzioso, diligente e preparato'. Anche altri componenti dell'equipe chirurgica — composta da nove medici e dieci infermieri — concordano nel definire Cervi un buon elemento, •il braccio del chirurgo sulla pompa', ha dichiarato un me¬ dico, riferendosi alle mansioni dell'infermiere, che era addetto al controllo e al funzionamento dell'apparecchio per la circolazione extracorporea (la pompa, appunto) durante gli interventi «a cuore aperto». • Cervi non deve essere utilizzato come un capro espiatorio. Troppo comodo accusare, qualcuno che non può più difendersi', dicono i suoi colleghi. Anche il sovrintendente sanitario dell'ospedale, prof. Carlo Campana, è dello stesso parere. 'Nessuno può essere accusato, almeno al momento. Quello che è accaduto è ancora inspiegabile. Se vi saranno responsabilità verranno accertate dall'inchiesta della magistratura. Ogni ipotesi per ora è valida, non bisogna dar corpo alle ombre». I familiari dell'infermiere, sconvolti dal dolore, non vogliono parlare. Sono infuriati perché «.Anselmo è morto e, adesso viene anche accusato di tutto quello che è accaduto; dice una delle sorelle richiudendo la porta dell'alloggio in cui il fratello viveva con la madre a Sorbolo, piccolo centro di settemila abitanti a una decina di chilometri dal capoluogo. Il massimo riserbo circonda i lavori della commissione d'inchiesta nominata dalla magistratura. Il Sostituto Procuratore della Repubblica, dott. Giuseppe Mattioli, ha posto sotto sequestro l'edificio devastato dall'esplosione: quello che resta dello stabile e le macerie sono considerati 'importante materiale d'indagine'. Finora non sono state emesse comunicazioni giudiziarie, si tratta infatti di una indagine istruttoria contro ignoti per disastro colposo. All'ingegner Marini, coman dante dei Vigili del Fuoco di Reggio Emilia, è stato affidato l'incarico di svolgere una perizia tecnica. Fra i quesiti posti dal magi' strato, figurano in primo piano l'individuazione del centro dello scoppio — che tutte le' testimonianze indicano nella sala operatoria al secondo plano —, la natura e le cause dell'esplosione. A questo prò posito. il dott. Mattioli ha affi¬ dato una seconda perizia a un esperto di dinamica ed esplosioni di gas di Milano. A tre giorni dalla sciagura non è ancora possibile, dunque, individuare una ipotesi valida sulla natura dell'incidente. Ieri mattina il prof. Fesani. primario del reparto di cardiochirurgia, ha ribadito che nel comparto operatorio non esiste nessuna tubazione o allacciatura alla rete del gas metano, affermando inoltre che i gas utilizzati in sala operatoria durante gli interventi sono assolutamente inerti. Il comparto, inoltre, alla fine di agosto era stato sottoposto a un minuzioso controllo per uniformarlo alle misure di sicurezza previste dalla Cee. Tutto a posto, dunque. Resta il fatto che qualcosa è esploso, martedì alle 14,34, uccidendo diciannove persone, ferendone tre, demolendo tre piani di un edificio. Ieri pomeriggio il consiglio comunale di Parma ha deciso che le esequie delle vittime verranno celebrate in forma solenne in Duomo domani mattina. Francesco Fornari

Persone citate: Anselmo Cervi, Carlo Campana, Cervi, Francesco Fe'sani, Giuseppe Mattioli, Mattioli

Luoghi citati: Milano, Parma, Reggio Emilia, Sorbolo