I sindacati confermano lo sciopero generale
I sindacati confermano lo sciopero generale In programma per il 21 novembre I sindacati confermano lo sciopero generale Potrebbe essere revocato «solo in presenza di un preciso accordo con Cossiga» ma ciò è impossibile prima di mercoledì ROMA —Lo sciopero generale, deciso per il 21 novembre, non sarà revocato anche se il governo convocherà i sindacati per il 23 novembre, dopo l'incontro con i partiti. La revoca potrebbe essere disposta soltanto «in presenta di un accordo preciso con Cossiga», ma ciò è evidentemente impossibile prima di mercoledì prossimo. All'astensione non parteciperanno i lavoratori dei trasporti (ad eccezione dei portuali e dell'autotrasporto merci che sospenderanno il lavoro con le modalità decise dalle organizzazioni territoriali), i dipendenti dei quotidiani, della Rai-tv, gli addetti alla produzione di energia elettrica e le squadre di pronto intervento per acqua, gas, elettricità, gli addetti alle sale operatorie, al pronto soccorso, al servizi di cucina negli ospedali, i vigili del fuoco. Il governo, sottolinea una nota della Federazione unitaria in cui si approfondiscono i motivi dello sciopero generale, ha escluso risposte concre-' te sui problemi fondamentali che sono stati posti dal sindacato e che emergono dalla situazione economica e sociale nel Paese. I punti di maggiore dissenso sono cosi richiamati: —le richieste per l'aumento sostanziale delle ritenute fiscali, già a partire dal 1979. da collegare al raddoppio degli assegni familiari; —l'attuazione di una politica tariffaria che salvaguardi le fasce sociali e i consumi essenziali, che non realizzi «il contemporaneo aumento a raffica di prezzi amministrati e tariffe» il cui effetto inflazionistico è evidente, e che si colleghi a programmi di investimento e di sviluppo in settori essenziali, quali l'energia, le telecomunicazioni, i trasporti pubblici; —i ritardi e i vuoti nella risposta del governo su problemi occupazionali di grande peso: si tratta delle questioni più urgenti del Mezzogiorno, dai programmi per Gioia Tauro agli interventi necessari nell'area napoletana e in Campania; del rinvio dell'indispensabile iniziativa per la ripresa del lavoro e della produzione nei maggiori gruppi in crisi (Sir e Liquigas) e per programmare l'uscita dalle crisi settoriali più acute, dalle fibre ai cantieri; dell'attacco all'occupazione progettato in imprese pubbliche e private, dalla Gepl alla Olivetti; ed insieme dei problemi più urgenti della casa. «Su questi problemi — conclude la nota — si misurano gli orientamenti reali della politica economica». La frattura fra governo e sindacati è profonda. Il segretario generale aggiunto della Cgil, Marianetti, afferma: «Un governo che non ci ha detto niente, che ha contraddizioni al suo interno che cerca di scaricare sul movimento sindacale venendo meno agli impegni presi di confrontarsi con esso, insomma un governo inerte e che non decide, rischia di procurare guai grossi non solo al Paese ma anche a noi come movimento sindacale», g. c. f.
Persone citate: Cossiga, Marianetti
Luoghi citati: Campania, Gioia Tauro, Roma
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