Gli studenti attaccano Bani Sadr che annuncia: libereremo ostaggi di Igor Man

Gli studenti attaccano Bani Sadr che annuncia: libereremo ostaggi Nuovo confronto in Iran fra moderati e estremisti Gli studenti attaccano Bani Sadr che annuncia: libereremo ostaggi «Prendiamo soltanto ordini da Khomeini » - Mentre il ministro comunicava il provvedimento distensivo (che riguarda le donne e i dipendenti di colore dell'ambasciata) tre giornalisti della tv americana sono stati sequestrati - Rilasciati in serata DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE TEHERAN — Forse fra oggi e domani alcuni degli ostaggi americani — 6 segretarie insieme con alcuni impiegati e inservienti — rivedranno la luce del sole. La loro liberazione è stata lasciata intravedere da Bani Sadr in un'intervista alla Nbc. A questa dichiarazione distensiva è seguito subito il «no» degli studenti. Ma c'è di più: un loro commando ha fatto un colpo di mano, teso chiaramente a frustrare gli sforzi di quei moderati che tentano affannosamente di allentare la tensione: tre inglesi di un team della radiotelevisione americana Nbc sono stati arrestati ieri mattina e rinchiusi dentro l'ambasciata ameri- cana. La loro liberazione è avvenuta in serata, dopo una logorante trattativa tra il ministro degli Esteri Bani Sadr e i leader degli studenti. E' stato un vero e proprio sequestro di persona nel segno della «rivoluzione culturale» che sta scuotendo l'Iran. Abbiamo cercato di ricostruire le sequenze del rapimento: a mezzodì di ieri due miliziani entrano neWHotel Intercontinental spianando le armi, fanno chiamare il direttore (un tedesco), gli ordinano di accompagnarli nelle stanze «occupate dagli americani della Nbc». Dieci dei quindici inviati della più grande compagnia radiotelevisiva degli Stati Uniti sono in albergo. I miliziani bussano alle loro camere con i calci dei fucili G-3 e. armi puntate, li radunano nella stanza del giornalista Martin Fletcher. Comincia una perquisizione a tappeto, vengono sequestrate bobine di pellicola. Posso sapere che cosa abbiamo fatto, che cosa cercate?, domanda Fletcher. «Avete filmato dall'alto di un tetto il cortile dell'ambasciata americana occupata dalle forze popolari. Avete spiato i nostri movimenti*. In realtà Martin Fletcher, il cameraman Barry Fox e il tecnico Dorek Hen■ricx avevano ripreso da una terrazza la «passeggiata all'aria- di alcuni ostaggi bendati, sotto scorta armata, nel recinto dell'ambasciata. «Fletcher, Fox, Henricx siete in arresto* . Agli altri sette viene ritirato il passaporto e ordinato di rinchiudersi in camera. I tre. coi fucili puntati alla schiena, vengono sospinti fuori dell'hotel, caricati su di un'automobile e portati a gran velocità all'ambasciata americana. L'incredibile è che il rapimento avviene pressoché nello stesso momento in cui, al ministero degli Esteri, Bani Sadr sta rilasciando un'Intervista a un'altra troupe della Nbc. Ha appena dichiarato che il governo islamico presume di poter liberare, entro venerdì, al massimo sabato, qualche ostaggio: sei segretarie americane insieme con alcuni impiegati e inservienti negri e asiatici, quando nel suo studio irrompe disperata una collega dei tre sequestrati. Racconta quanto è accaduto, scongiura Bani Sadr, nella sua qualità di ministro degli Esteri e di membro del Consiglio rivoluzionario, di muoversi subito. Bani Sadr, attonito, dice qualche frase di circostanza, poi congeda tutti. Si ritira in un salottino, dove in silenzio consuma una rapida colazione insieme con un corrispondente straniero. In un ufficio attiguo il dott. Montazeri junior, figlio de! potente ayatollah, sta redigendo il documento che sancisce la ripresa delle relazioni diplomatiche e un'-alleanza politica* con la Libia. Bani Sadr e l'inviato di' Gheddafi (che ha fatto anticamera per 6 mesi) firmano il documento il quale, secondo 11 ministro degli Esteri iraniano, acquista grande significato politico perché inserisce nella «crisi* un elemento importante di «dinamismo politico*. Chiusa la breve cerimonia, Bani Sadr si attacca al telefono e parla per quasi un'ora con gli studenti che occupano l'ambasciata. Un testimone dice che il tono del ministro è alternativamente «suadente, imperioso, implorante*. Nel frattempo radio Teheran diffonde un comunicato in cui i khat-e-imam reagiscono all'intervista distensiva di Bani Sadr alla Noe. «...Sulla pretesa liberazione di alcuni ostaggi dobbiamo rispondere che noi prendiamo ordini solo dal nostro imam... Gli uomini del governo stiano attenti a non andare contro la volontà del popolo, a seguire i voleri di Khomeini. Si preoccupino dell'opinione pubblica iraniana anziché di quella internazionale*. Il cronista di questo «giovedì di paura», conclusosi per fortuna senza drammi, deve dar conto di una ricognizione alla ambasciata americana, dove, invano, dopo essersi fatto largo a fatica fra una folla fitta ed eccitata, ha cercato attraverso le sbarre del cancello di avere notizie del tre rapiti. Dobbiamo gridare poiché gli altoparlanti rovesciano fiumi di parole Infuocate (miliziani, studenti e ayatollah si avvicendano senza posa al microfono), canzoni rivolu zionarie. «Di chi state parlando?, noi non sappiamo nulla* ci viene risposto. Con un ammonimento in farsi che equivale al nostro «fatevi i fatti vostri, non andate in cerca di grane*. Forse non saranno affari nostri, ma è certo che questo nuovo colpo di mano—ancorché rientrato — non può non Igor Man (Continua a pagina 2 In ottava colonna)

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