L'aumento dei costi trasporto ha «punito» il porto di Genova

L'aumento dei costi trasporto ha «punito» il porto di Genova Il sovrannoio del 2% deciso dalle compagnie internazionali L'aumento dei costi trasporto ha «punito» il porto di Genova Riguarda però soltanto le merci dirette agli Stati Uniti e al Canada - Lo scalo ligure e quello di Livorno sono accusati di eccessivi ritardi nel traffico containers GENOVA — Quattro grandi .Conferences» (vale a dire quattro gruppi internazionali di armatori), hanno deciso di applicare da oggi, 15 novembre, un sovrannoio del due per cento sulle merci e soprattutto sui trasporti containers in partenza dall'Italia (dai porti di Genova e di Livorno) diretti negli Stati Uniti e nel Canada. In parole povere gli operatori portuali (spedizionieri, ecc.) spenderanno di più per inviare i loro prodotti nel Nord America. La decisione è stata presa giorni fa dalle compagnie marittime aderenti alla «Winac», «Med Gulf», «Med Pc» e «Med Can... L'aumento, ventilato da settimane (ma si temeva addirittura uno scatto del 7,5 per cento), ha provocato a Genova, il porto più colpito dal' provvedimento, reazioni risentite. La questione, più che economica (il 2 per cento non, varia sostanzialmente la media dei costi: su un carico che costa 800.000 lire si pagano circa 16.000 lire in più) è affrontata in chiave psicologica e politica. Particolarmente irritato è apparso il prof. Giuseppe Dagnino, presidente del Consorzio del Porto di Genova, che da un anno sta perseguendo' una politica di contenimento delle tariffe portuali: com'è noto, tra l'altro, lo scalo di Genova a livello Internazionale è stato spesso considerato un porto di scarsa produttività a causa della forte conflittualità sindacale e della politica di alte tariffe. Dice Dagnino: «Afe! corso del 1978 abbiamo incrementato la produttività del 20 per cento, e in media abbiamo bloccato le tariffe. Non è stato facile, perché i costì, sono in continuo aumento, ma è stato a mio avviso un sacrificio necessario proprio per capovolgere l'immagine negativa, sovente enfatizzata, che Genova aveva all'estero». Dagnino non entra direttamente in argomento ma a livello sindacale e di Compagnia Unica degli scaricatori si parla apertamente di scelta politica 'Studiata ad arte» per danneggiare Genova e Livorno a vantaggio degli scali del Nord Europa, da qualche tempo meno floridi per la concorrenza rilanciata dai porti del Mediterraneo. Sarebbe stata in pratica una misura ai danni di Genova per farla ripiombare nelle sue crisi, impedire il rilancio della gestione dei traffici portuali. I sindacati e i portuali infatti, affermano che l'aumento del 2 per cento non sarebbe sufficiente a coprire eventuali aumenti di costi o perdite dovute al disservizio delle operazioni di scarico, carico e deposito. Le quattro «Conferences» hanno motivato l'aumento e l'applicazione del soprannoio lamentando le lungaggini cui sarebbero sottoposte le merci nei due scali italiani, alla mancanza di spazi, alla carenza di depositi, alla iaragginosita degli spostamenti e del comportamento della manodopera. Insomma, le merci varie e i containers costerebbero assai di più movimentati a Genova e a Livorno che in qualsiasi altro scalo europeo. La spiegazione non è stata accolta come plausibile neppure in ambienti qualificati come la Camera di Commercio. Ci sono stati giudizi negativi anche da parte del mondoindustriale, del sindaco di Genova e delle centrali sindacali. Qualcuno ha avanzato l'ipotesi che le «Conferences» americane e canadesi siano state sorprese, dopo mesi di insolita quiete, dalla difficile agitazione dei dipendenti consortili che, con una serie di scioperi, ha paralizzato di fatto, la scorsa settimana, la vita del porto di Genova: ma la «grana» è rientrata, era legata solo ad un particolare momento sindacale, e la vita dello scalo è ripresa regolarmente. Che gli armatori stranieri abbiano temuto una ripresa dell'antica, inquieta conflittualità genovese? Fra tutte le ipotesi, l'opinione più diffusa resta ancorata ad una politica, volta a favorire gli scali olandesi e tedeschi: una verifica la si potrà avere nelle prossime settimane. L'aspetto più preoccupante della questione resta invece perù quello della conflittualità, dell'effetto «boomerang» del provvedimento. Lo spettro del boicottaggio e della ritorsione ha ricominciato a serpeggiare fin da ieri lungo le banchine ed i moli genovesi Ci saranno scioperi o «rallentamenti» nei confronti delle navi delle quattro «Conferences» che hanno praticato l'au mento? Anche questa ipotesi non è esclusa: se ne parla già, anche a livello sindacale non si escludono novità nei prossimi giorni. p. 1 Genova. Le compagnie internazionali lo accusano di voler rallentare il traffico dei containers

Persone citate: Dagnino, Giuseppe Dagnino